Sondaggio di Opinione: Tecnica o Passione ? O entrambe ?

PUBBLICATO IL 28 Dicembre 2007

Come spesso mi capita, traggo spunto per i miei post da fatti della vità di ogni giorno.
L’altra sera, in milonga, parlavo con un argentino e questi sosteneva che in Europa si da’ molta più importanza alla tecnica, attraverso cui i ballerini esprimerebbero se stessi, rispetto a quanto non si verifichi in Argentina e, anche se non lo ha detto esplicitamente, si capiva dalle sue parole che qui in Italia, sentiva mancare un certo quid che invece è presente nelle milonghe argentine. Parlava di ‘interpretazione della musica’. Che manchi un po’ di sale alla ricetta del nostro tango ?

O sono i soliti luoghi comuni sull’Argentina e la Vecchia Europa.
Abbiamo tecnica, ma ci manca la passione ???

Beh, io non lo so, sinceramente, però attenzione, non è il primo argentino a cui sento fare affermazioni del genere ed io non prendo troppo alla leggera i pensieri della gente comune. Che ci sia un fondo di verità ??? 

 

Secondo voi nel tango argentino ci vuole tecnica, passione o entrambe le cose ???
E da noi gli ingredienti sono tutti presenti ?

Dite la vostra, se vi va…

By Niky

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59 commenti

  1. dctango dctango ha detto:

    Se devo essere sincero, pur non essendo stato mai in Argentina, dalle opinioni raccolte, mi pare che qui da noi ci sia molto più esibizionismo. Sempre che siano vere le testimonianze raccolte…
    Non voglio giudicare negativamente questo fenomeno, lo voglio solo analizzare: è un desiderio narcisistico di essere guardati ?
    Ieri in milonga è successa una cosa strana: una coppi aè venuta e subito, vedendo che c’era poca gente, è andata via. Considerato che non sono così brutto da suscitare ribrezzo negli avventori, considerato che l’ambiente era anche accolgiente, quello che ritengo mancasse era proprio la gente: ma è così importante avere gli occhi addosso ?
    Una volta una ragazza mentre ballavamo mi diceva: “ma secondo te balliamo bene ? Gli altri ci guardano ?” Ripeto: ma è così importante il voyeur di turno ?

  2. dctango dctango ha detto:

    Lo so la risposta ai più potrà sembrare scontata: si ci vogliono entrambe, tecnica e passione, ma io parto dall’assunto di quel signore che diceva che quin da noi c’è più tecnica che passione, che manca il sentimento e l’interpretazione del pezzo. Tanti passi, eseguiti correttamente, ma senza introspezione ?

  3. Chiara Chiara ha detto:

    Distinguiamo: su un palcoscenico, in una esibizione io voglio vedere sia il sentimento che la tecnica …ma molta tecnica!
    In milonga non mi interessa. Voglio “sentire” il tango e godermelo con il ballerino di turno. Se per far si che tutto fili liscio, serve la tecnica, allora impariamola.
    Ma approfittiamo di tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione e cerchiamo di aumentare la nostra conoscenza del mondo tango.
    Se ballo un Charlemos di Di Sarli, a cosa mi serve un gancho? Solo a distrarmi dall’ascolto della poesia che sto sentendo.
    Ma se me lo chiamano credete che monti una faccia schifata e salga sul pulpito a dire “qui non c’è sentimento! Ma che è ginnastica o tango?!”
    No. Eseguo il mio gancio con la migliore tecnica che possiedo, magari lo tengo morbido e non tipo “stritolagambadelpoverettocosìimpariachiamarmeloquandononciazzeccaniente” e vado avanti.
    Ma la materia è complessa…bisogna studiare!
    🙂

  4. dctango dctango ha detto:

    Si è un post hard. Nel senso di “difficile”. Eppoi so come la pensi in merito, Chiara, tu sei convinta che siano i soliti luoghi comuni e che la realtà argentina sia più vicina alla nostra di quanto noi stessi non crediamo.
    Però è innegabile che capita in milonga che arriva uno e subito sul primo pezzo deve sfoderare tutto il suo repertorio per farti vedere “aòh anvedi quanto so’ bravo !!!”. Quante volte l’ho vista questa scena e quante volte è capitato anche a me di voler “stupire con effetti speciali”: sacada di qua, sacada di la’, barrida di li’, barrida di la’, gancho di su etc etc

  5. Chiara Chiara ha detto:

    Ma perchè per strada non è la stessa cosa? Che ci stanno a fare se no tutti quei macchinoni? 😉

    Poi per dirla alla Julio D. Vallejos
    “Ogni ballerino di tango, per impulso innato, per propria disposizione e perchè così GLI IMPONGONO I CODICI TRADIZIONALI della milonga, intimamente deve credersi il migliore, anche se non lo è”

    E chi meglio degli italiani per fare questo?
    🙂
    😀
    🙂

  6. panna ha detto:

    rischio di fare l’acidona di turno ma almeno per quanto vedo qua in città, la situazione non fa che dar ragione all’affermazione che ci si concentra molto di più sulla tecnica che sulla musica.
    Andando in una qualsiasi milonga qui in giro salta all’occhio subito che almeno il 90% della gente si perde in figure acrobatiche senza ascoltare neanche la musica.
    Pur ballando da poco (un anno) e dopo aver passato anche io la mia fase bulimica di figure, passi e tutto ciò che “fa figo” ora preferisco di gran lunga un tango con poco ma fatto bene, con sentimento, con divertimento, sentendo la musica e il partner di turno….e giuro che faccio fatica a trovare ciò.
    Non so come sia in argentina non essendoci ancora mai stata ma da quello che mi hanno detto persone che ci sono state più e più volte e da quello che si vede nei vari video delle milonghe a bsas, lì si balla diversamente (prendendo sempre come paragone ciò che vedo qua in zona).

    E poi, se proprio si vuole ballare per essere guardati, penso che guardare una coppia persa nel proprio abbraccio, che sta ballando un tango tutto suo personalissimo e intimo, anche se fatto di poco sia molto più bello e appagante da guardare piuttosto che una coppia che sgambetta che sembra avere una tarantola nelle mutande come se ballasse su tutta un’altra musica…

  7. Chiara Chiara ha detto:

    Niente Panna acida per carità! 😀

    Sinceramente non mi interessa quello che vedo intorno a me. Non mi metto a criticare e cerco di fare del mio meglio per diffondere un pò di cultura tanguera; come posso, con i mezzi che ho, con il tempo che ho, … e con i risultati che posso ottenere.
    E se mi prende a ballare uno tutto figure, provo a fargli sentire qualcosa del tango e spesso, anche se non sempre, ci riesco! Ed è una gran goduria! 😉

  8. lucy ha detto:

    premesso che non facciamo che parlare di esibizionisti, tarantolati e co. ma io ne vedo (forse non guardo abbastanza?) una parte esigua rispetto a gente che balla per i fatti suoi, col cuore, bene, male, chissené, e non si esibisce, mi preme sottolineare che gli argentini si esibiscono eccome e anche tra di loro. un fondo di esibizionismo ce l’abbiamo tutti, se no ce ne staremmo a casuccia a ballare con il nostro partner, chi ce l’ha, o con pochi amici. antipatico fuori di misura, invece, l’atteggiamento di chi viene, guarda se c’è gente e, se non ce n’è abbastanza, o non c’è chi dice lui, se ne va. lo fanno ovunque e a me mettono ribrezzo perchè, sfacciataggine a parte, mi danno la prova provata che non è ballare in sè che li attrae, ma il resto. se metti la musica e ti sei fatto in quattro per preparare una serata potrebbero volare i coltelli!
    quanto a passione o tecnica…boh! mi pare che manchi questa più che quella.
    altro che non balliamo con passione. ce la mettiamo tutta ma siamo un po’ “ciompi”, semmai. e aridaje con la passione uguale “poche cose, ma fatte bene”! sarebbe bello farne tante, varie, con la stessa passione che mettiamo nei “quattro passi”. allora tecnica o passione non costituirebbero un interrogativo.

  9. maniacus ha detto:

    tecnica, passione, esibizionismo, personalità, originalità, sensualità, intimità, tutto vero tutto uitle, m o la parole che ho sentito più spesso a buenos aires in milonga sono state: Emocion y Musicalidad

  10. dctango dctango ha detto:

    Dai Chiaraaaa !!! A me l’intervento di Panna è piaciuto ed anche il suo avatar. Benvenuta e grazie di questo prezioso contributo.

  11. dctango dctango ha detto:

    Tra l’altro Panna ha anche un suo blog che ogni tanto vado a visitare…

    Tornando a noi: forza, avanti con i commenti “que me gusta mucho”.

    Si gli argentini sicuramente avranno anche loro le loro esigenze di esibizione ma credo fermamente che le manifestino al di fuori della ‘milonga tradizionale’.

  12. Chiara Chiara ha detto:

    Guarda che il connubio Panna acida me lo ha suggerito lei!!! 🙂
    E mi è piaciuto un sacco!

    >Si gli argentini sicuramente avranno anche loro le loro esigenze di esibizione ma credo >fermamente che le manifestino al di fuori della ‘milonga tradizionale’.

    Ma sei sicuro di ciò che dici!????!!!
    😆

  13. dctango dctango ha detto:

    Certo, sempre da quello che mi raccontano e sono persone fidate che non avrebbero motivo di dire una cosa per un’altra. Poi ci sono delle milonghe più aperte all’esibizione ma sono poche.
    Nella milonga tradizionale l’esibizione personale è bandita. 🙂

  14. dctango dctango ha detto:

    Guarda che l’avevo visto il sorrisone accanto a “panna acida” !!! Volevo solo rimarcare il suo intervento che mi sembra in sintonia con l’idea che mi sono fatto anch’io.

  15. dctango dctango ha detto:

    dimenticavo: 😆

  16. dctango dctango ha detto:

    Comunque sia ben chiaro, io sono per l alibera espressione, quindi se vogliono fare le figure, da noi, che le facciano. A me piace capire il perchè di questa esigenza, così come in Argentina il perchè dell’interpretare la musica…. e tralasciare questo aspetto.

  17. panna ha detto:

    Ma Chiara ha interpretato bene! Ognitanto sono proprio una panna acida!! ;D

    Comunque non volevo dire che sono contro le figure, anzi … per me va benone un tango molto figurato ma se nasce da un ascolto della musica, da una propria interpretazione, da un discorso a due che poi viene fuori…
    Quello che mi urta è che molto spesso vedo tanghi fatti solo da una seria di figure, senza compas, senza sentimento, senza interpretazione. Vedo coppie concentrate più a mostrare di saper fare cose complicate (e ognitanto neanche bene) più che a viverselo quel tango.
    Mi do un margine di dubbio sulla mia visione che ho di queste coppie perchè alla fine in quel momento non sono io a ballare ma in linea di massima è facilmente visibile quando due “si stanno ballando fino in fondo” e quando invece stanno facendo “ginnastica”…
    Ne ho poi conferma quando ballo con queste persone e provo sulla mia pelle il fatto che il ballerino è più preoccupato a farmi fare figure che non centrano una cippa con quel momento, con quel tango, piuttosto che sentire me, il ritmo, la musica.

    Penso che colpa di ciò sia anche in parte dei maestri.
    Almeno da queste parti quasi nessun maestro durante le lezioni spende due parole per capire la musica, i possibili modi di viverla, come stare in milonga etc. e le lezioni (da quello che ho visto di persona e da quanto mi è stato detto da amici) si risolvono in una sequenza di figure da imparare sempre meglio e basta.
    E’ comprensibile poi che i loro allievi poi in milonga sappiano solo fare figure credendo che quello sia il bello del tango.

    Di contro in tutti gli stage che ho fatto con maestri argentini (compreso poi il mio maestro abituale argentino anche lui) questi hanno dato maggior importanza a come vivere una musica attraverso una figura, come interpretarlo, come sentire l’altro in quella figura più che a spiegare la semplice sequenza di passi.

    E’ un po’ come se in italia ci sia la convinzione che imparare la figura sia il fine e non un mezzo per vivere ben altro.
    Quindi molte persone spendono fior fiori di soldi per lezioni in cui imparano solo figure che poi non vedono l’ora di mostrare in pista … perdendosi, a mio parere, tutto il resto che in fondo è il bello del tango…

  18. Chiara Chiara ha detto:

    Caro Dc io in genere credo poco alle generalizzazioni!
    Ma sai quanti sono i porteni che “odiano” il tango e poi tutto d’un botto ne diventano gli assoluti promotori ed estimatori … soprattutto quando attraversano l’oceano e si trovano davanti gli italiani appassionati dell’argomento 😉
    Solo allora si ricordano che loro il tango l’hanno respirato sin da piccoli con il latte, in sottofondo alla radio, sulle ginocchia del nonno e bla bla bla.
    Ma dai!!!!!
    😆

  19. dctango dctango ha detto:

    Condivido quello che dice panna, smontata, montata o acida che sia 😀
    E’ proprio quello che volevo dire anch’io: ben vengano le figure se dettate dal compàs. Altrimenti si introducono elementi di competizione tra uomo e uomo e tra uomo e donna, e anche elemnti di ansia da prestazione per cui se vedi una che balla facendo mille figure che tu non sai farle fare non la vai neanche ad invitare e questo è triste.

  20. Dori ha detto:

    Anch’io credo che spesso gli argentini “ci diano dentro”, nel senso che considerano(probabilmente in parte a ragion veduta)il tango una “cosa loro”.D’altra parte anche noi, all’estero, rivendichiamo la paternità della pizza e degli spaghetti, anche se non siamo ottimi cuochi..o no?
    Per quanto riguarda il resto..meglio poco, fatto bene..ma se è tanto, e fatto come Dio comanda, è meglio, nè?
    Sul’esibizionismo in milonga..niente di nuovo sotto il cielo..c’è chi si esibisce anche alle poste..figurati se non lo fa mentre balla tango!!
    Ciao!

  21. Chiara Chiara ha detto:

    Cara Panna
    per me non è colpa dei maestri.
    Il problema è semmai la mancanza di pratiche dove esercitarsi. Per fare bene anche i famosi quattro passi ti devi esercitare e non tutti vivono in coppia con un ballerino e dunque devono provare provare provare.
    Forse le milonghe sono solo piene di principianti e pian piano da soli capiscono il valore di ciò che va al di la delle figure. Diamo loro il tempo necessario per arrivarci!
    Tanto ci siamo passati tutti!
    🙂

    p.s.
    adoro la panna acida! Ottimo ingrediente per le ricette di nonna papera! 🙂

  22. dctango dctango ha detto:

    I due discorsi fatti poc’anzi erano a se stanti.
    Da una parte il rischio di eseguire figure complicate fuori tempo solo per puro gusto di esibizione; dall’altra il rischio di generare ansia da prestazione nel ballerino. Penso che quest’ultima cosa sia sperimentabile anche dalle donne quando sono invitate dal “ballerino dalle mille figure”.

  23. dctango dctango ha detto:

    Concordo con la Chiara ! Più pratiche !!!

  24. Dori ha detto:

    Proprio ieri sera abbiamo visto due ballerini che noi definiamo “pittoreschi”, sia per l’abbigliamento sia per come ballano.Fanno mille figure al minuto..anche maluccio, però lo fanno con una gran passione, e sicuramente non per gli altri..e a me fanno tenerezza!
    Condivido i pensieri di Panna:quando ballo un tango lo ballo per me e per il mio ballerino,non mi interessano le figure,ma “quei” tre minuti”insieme”..
    D

  25. dctango dctango ha detto:

    Quei due hanno tenuto a precisare che certe loro figure che sono “da competizione”, bada bene, non le farebbero in luoghi più affollati di quello in cui si esibivano. Comunque sono molto affiatati e almeno ballano a tempo….e fanno anche a me una gran tenerezza, credo che si amino molto da come si stringono e da come vivono il tango.

  26. Alessandro Alessandro ha detto:

    Perdonate… ma arrivo tardi nella discussione e mi spiace tralasciare qualcosa… comincio dall’inizio… spero di non ripetere o fraintendere nulla…

    Dctango dice: Ieri in milonga è successa una cosa strana: una coppi aè venuta e subito, vedendo che c’era poca gente, è andata via. Considerato che non sono così brutto da suscitare ribrezzo negli avventori, considerato che l’ambiente era anche accolgiente, quello che ritengo mancasse era proprio la gente: ma è così importante avere gli occhi addosso ?

    Credo che la coppia che va via subito sia anomala… nel senso che anche se non c’e’ gente… ormai sono in milonga e mi fermo. Il fatto che poi una milonga senza “gente” non sia appetibile VOGLIO SPERARE che sia dovuto alla minima possibilità di cambiare partner di ballo… Nella milonga si balla con la ballerina… con la musica… e con gli altri…

    Chiara dice: Ma la materia è complessa…bisogna studiare!

    sottoscrivo tutto l’intervento ma quoto soprattutto l’ultima frase!!! 8))

    Panna dice: Andando in una qualsiasi milonga qui in giro salta all’occhio subito che almeno il 90% della gente si perde in figure acrobatiche senza ascoltare neanche la musica.
    Pur ballando da poco (un anno) e dopo aver passato anche io la mia fase bulimica di figure, passi e tutto ciò che “fa figo” ora preferisco di gran lunga un tango con poco ma fatto bene, con sentimento, con divertimento, sentendo la musica e il partner di turno….e giuro che faccio fatica a trovare ciò.

    Secondo me si confonde la “tecnica” con l’esibizionismo… e sono due cose diverse… Si puo’ avere ottima tecnica anche (soprattutto) nei passi semplici! e poca tecnica nei passi complessi.
    E’ facile insegnare una sequenza di passi… ma il risultato sono ballerini monotoni che ballano solo fra loro! Non c’e’ tecnica… c’e’ memoria… forse eleganza… ma non tecnica.
    Secondo me la tecnica sta ANCHE in una “semplice” camminata… che semplice non e’ affatto! Piu’ vado avanti e piu’ divento essenziale… in un anno ho imparato tanti passi… in due mesi ho capito che dovevo ricominciare da zero (o quasi…) … non li ho dimenticati… ma sono accantonati in attesa di essere affiancati da un po’ di tecnica…

    La passione invece… beh… quella sempre! Per ballare “bene” ci vuole l’ispirazione… il pezzo deve piacere… la ballerina pure… ed anche la sala deve avere l’atmosfera giusta… altrimenti la “magia” svanisce… e si balla “tanto per ballare”… oppure si balla al fine di schivare i colpi delle altre coppie…

    Lucy dice: mi preme sottolineare che gli argentini si esibiscono eccome e anche tra di loro. un fondo di esibizionismo ce l’abbiamo tutti, se no ce ne staremmo a casuccia a ballare con il nostro partner, chi ce l’ha, o con pochi amici

    Cara lucy mi sento di dissentire. Forse un fondo di esibizionismo lo abbiamo tutti… ma sul fatto di starcene a casuccia non credo… Il tango e’ bello perche’ si cambia… si balla con uno o l’altro… e ci si scopre particolarmente affiatati con persone che magari non ci “sembravano” neppure simpatiche… e’ bello lo scambio di esperienze… di emozioni… e questo non puo’ avvenire da soli… Non capisco chi balla sempre in coppia… Quelli si che sono esibizionisti… oppure in casa non hanno abbastanza spazio…

    Panna dice: Penso che colpa di ciò sia anche in parte dei maestri.
    Almeno da queste parti quasi nessun maestro durante le lezioni spende due parole per capire la musica, i possibili modi di viverla, come stare in milonga etc. e le lezioni (da quello che ho visto di persona e da quanto mi è stato detto da amici) si risolvono in una sequenza di figure da imparare sempre meglio e basta.
    E’ comprensibile poi che i loro allievi poi in milonga sappiano solo fare figure credendo che quello sia il bello del tango.

    Sottoscrivo il pensiero di Panna… sicuramente l’ho già esposto in altri miei commenti… la colpa e’ sicuramente dei maestri.
    Per questo sono stato fortunato… i miei primi maestri avevano tanti difetti… ma questo pregio devo riconoscerlo… hanno insegnato un po’ di filosofia… le regole della milonga… l’educazione… il rispetto delle persone… (ahimè spesso chi predica bene razzola male… ma almeno ha predicato bene…)
    So che altre scuole non la insegnano… penso che chiederò ai miei attuali maestri il motivo di queste scelte… e, visto che sono “menti molto aperte”, al contrario dei precedenti, forse converranno con me che si potrebbe integrare la lezione con qualche concetto di questo tipo…

    Dori dice: Per quanto riguarda il resto..meglio poco, fatto bene..ma se è tanto, e fatto come Dio comanda, è meglio, nè?

    Meglio si.. cara Dori… ma tanto e fatto bene… beh… ce ne vuole! Salvo rare eccezioni mi piace il detto storpiato spesso in mille lingue (chissa’ di che origini e’…) “Sushing and Shurbing is not possible” (della serie… succhiare e soffiare non e’ possibile contemporaneamente) quindi… se devi scegliere… preferisci poco ma buono o tanto e… cosi’ cosi’ o… peggio?
    Sarebbe bello avere tanto e buono… Ma forse il tango e’ bello ed affascinante proprio perche’ e’ cosi’ raro trovare il “buono”…

    x Chiara… non cito ma condivido la mancanza di PRATICHE… l’unica “pratica” delle mie parti si e’ ben presto trasformata in milonga (e pratica non lo e’ “praticamente” mai stata…) Dobbiamo farcele da soli le pratiche? Perchè no… un pensierino lo sto facendo da tempo… ma anche il discorso pratiche e’ opinabile… una cara amica per esempio non verrebbe mai ad una pratica senza maestri… la ritiene inutile… io la penso diversamente ma ognuno e’ giustamente libero di avere la sua opinione…

  27. dctango dctango ha detto:

    Grazie Ale.
    Non ritratto tutti i tuoi punti. Solo un’osservazione: ho notato, da musicalizadòr, che quando le coppie sono poche si tende a scambiare anche poco il partner con le altre coppie.

  28. Alessandro Alessandro ha detto:

    Hmmm io avrei notato invece la cosa opposta… quando la milonga e’ affollata si balla sempre fra conoscenti… mentre se ci sono poche coppie, e si vuole cambiare non ci sono molte alternative.

    Se sere con poche coppie sono le occasioni nelle quali io invito di piu’ le persone che non conosco…

    Chissa’ quale problema psicologico si nasconde dietro tutto cio’… piu’ volte abbiamo ipotizzato la tesi di laurea di un giovane strizzacervelli sul tango… penso che nessuno ci abbia mai provato e forse mai ci proverà… è un argomento decisamente troppo complesso!

  29. dctango dctango ha detto:

    Io credo che passando tutte queste ore sul tango sto diventando un buon conoscitore di una materia senza avere la pretesa di essere un bravo ballerino, per la qual cosa, a detta di molti, non necessitano affatto tante nozioni, ma puro e semplice istinto; e naturalmente esserci portati e studiare. Una volta una mia conoscente che va spesso in Argentina diceva che quelli che ti fanno ballare i migliori tanghi sono i personaggi più incolti: luoghi comuni ? Facciamo un altro post ? 😀

  30. dctango dctango ha detto:

    A proposito della tua osservazione Ale, deve esserci una certa variabilità di comportamenti a seconda della tipologia delle coppie. Ieri per esempio c’erano si e no una decina di coppie che non hanno mai cambiato partner in tutta la serata.

  31. Alessandro Alessandro ha detto:

    Dipende da tante cose Niky, anche la capacità di cambiare partner al di fuori della stessa scuola, come mi faceva notare una maestra (Daniela, in arte yayaconi) su tangodipendenti, a volte ci sono tangueri che NON INVITANO le ballerine di un’altra scuola.

    Forse non e’ per questioni “razziali” ma solo per insicurezza… o presunta incapacità di poter ballare bene con le altre… (difficile segnalare le proprie intenzioni a chi non si conosce… eh gia’ ma forse e’ anche molto soddisfacente quando riesce!!!)

    Ballare il tango sempre con la stessa persona?!?! Mah… come sempre ognuno e’ libero di pensarla come vuole… ma cosi’ si perde una buona fetta della CULTURA TANGUERA…

  32. dctango dctango ha detto:

    Infatti ti do ragione. La cultura tanguera prevede il cambio di coppia e mi fanno sorridere quelle coppie che escono fuori e non cambiano partner per tutta la serata. Diventa fin troppo facile ballare sempre con la stessa: alla fine si balla a memoria.

    Non invitare ballerine di un’altra scuola lo trovo disdicevole e soprattutto ottuso.

  33. lucy ha detto:

    ma il post non era su tecnica o passione? finiamo sempre per parlare di comportamenti più o meno, a nostra detta, criticabili.

    mi sono ricordata che quando ho ballato a venezia con gio’, lui mi ha fatto fare un mucchio di cose divertenti e qualcuna anche pazzerella: ma io me la stavo godendo un mondo, attorno poteva esserci il nulla. io ballo con passione. è difficile, intendo dire, da fuori, stabilire se “quei due” si stanno divertendo, ci stanno mettendo il cuore o stanno dando spettacolo. lo spettacolo è involontario: e io voglio credere che tutti cerchino di andare con la musica, di interpretare. quello che esce non è tecnicamente magari splendido, ma l’intenzione è quella di “vivere” il tango in quei tre-dieci minuti. ecco perché ritengo che manchi la tecnica. che è quella che ti permette di dare forma al tuo sentimento. posso fare un paragone? i romantici ci hanno insegnato che sopra a tutto domina il genio, l’ispirazione. e così tutti noi a credere che i grandi della letteratura siano tali perchè travolti da un’illuminazione straordinaria, da una passione per lo scrivere veramente incoercibile. ma quello che esce e che noi sentiamo essere arte è invece frutto di qualcosa di incalcolabile da un lato che uno ha e un altro no, dall’altro da tecnica. ore e ore di lima, fino a piangere, a strappare fogli su fogli. il tango bello (dal di dentro e dal di fuori) esce con la passione, con il sentire, ma per quel sentire ci vuole mestiere: ore e ore di lima, di impegno, di sudore. fino a che si apre una porticina. ma poi se ne aprirà un’altra. e così via. ad ogni porticina capirai qualcosa di più di quello che stai facendo, di dove stai andando. ma non sarai mai arrivato. anzi: ti accorgerai di dover fare il percorso a ritroso per racapezzarti un po’. andar y andar los caminos sin nadie que te entretenga.

  34. dctango dctango ha detto:

    Non si deve confondere un aspetto.
    Nessuno vuole condannare chi fa le figure in milonga purchè queste siano fatte con garbo e siano guardabili, cioè fatte a tempo, altrimenti è ginnastica. Ed effettivamente ci sono diversi ballerini che raggiungono l’arduo traguardo di produrre qualcoda di guardabile, certo !!! Quello che io non gradisco è lo spettacolo ad ogni costo, cioè quelli che con una milonga piena si ostinano selle loro sequenze lunghe o nelle loro figure difficili, scusati unicamente, forse dal fatto di esser stati abituati ad esprimersi in questo modo ed incapaci a ballare nello stretto (che è difficile). Io credo, ma posso sbagliarmi, che agli occhi di chi ci guarda da fuori ed in particolare agli occhi degli argentini noi appaiamo più impegnati a dare importanza ai preziosismi tecnici, che costano soldi e anche parecchia fatica, non lo metto in dubbio, che a gustarci la musica ed interpretarla magari con una semplice camminata, che è anche più difficile di quanto si possa pensare.

  35. lucy ha detto:

    ok, però lo sforzo inutile e dannoso, chiamiamolo così, ha del ridicolo involontario, non sempre una precisa intenzione di far convergere gli sguardi su di sè. perchè allora, rovesciando, chi mi dice che quelli che si ostinano a ballare con l’aria seria quasi corrucciata-ispirata occupando la mattonella, senza dare fastidio, non abbiano in mente di farsi guardare per la sobrietà, la reductio ad nihil (meno che ad unum), del loro tango? se vanno fuori tempo o si piantano nelle pause, che diventano delle soste a cui dovrebbero mettere un cartello stradale, però non urta (poco!). anche a me questi piacciono…allo spiedo, in graticola, appesi per…

  36. dctango dctango ha detto:

    Ma certo, l’ho sempre detto che il milonguero corrucciato è rificolo e spesso intasa la pista. Anche questi confondono un concetto molto importante che è il tempo. Io stesso che faccio la predica mi sforzo di rispettarlo, ma non è detto che ci riesca sempre. Perchè come diceva qualcuno non tutti i maestri, a scuola e agli stage, sono abituati a rimarcara sufficientemente sulla sua importanza. Molti lo danno per scontato, della serie: se ce l’hai bene, altrimenti so c…i toi !!!

  37. lucy ha detto:

    come tanti insegnanti di lettere che danno per scontato che uno a scrivere ci dev’essere portato. è vero. infatti a parità di insegnamento c’è chi riesce meglio e chi appena accettabile. ma si può insegnare a scrivere e si può insegnare a ballare con le regole: e con flessibilità rispetto alle regole. una è l’ascolto della musica. e sappiamo quanto il tango inganni. ecco perchè flessibilità: tempi e ritmi diversi sullo stesso brano…eh ce n’è ce n’è…ad infinitum…ad astera!

  38. dctango dctango ha detto:

    Narrano che il mio attuale maestro faccia passare degli anni facendo sempre le stesse sequenze educando alla musicalità ai controtempi e alle variazioni ritmiche. Se non lo mollo prima per stanchezza poi vi racconto come andrà a finire. Certo che è più facile tenersi degli allievi insegnando mille figure divertenti che rompendo le palle continuamente su asse, musicalità e tempo.

  39. Alessandro Alessandro ha detto:

    X Dc… questa e’ la scusa ufficiale di chi insegna mille figure divertenti… la scusa e’ che altrimenti perdono gli allievi e la motivazione e’ il “contributo economico” che questi portano.

    C’e’ anche chi, invece, si ostina su postura, tempo, interpretazione della musica… e’ piu’ difficile imparare queste cose che figure complesse, e molto piu’ difficile insegnarle. Il risultato? Che si perdono i principianti (che migrano in altre scuole piu’ divertenti) ma si acquistano intermedi che si stanno chiedendo… “ma cosa sto imparando”? e forse come in MATRIX (chi l’ha visto?) sanno che c’e’ qualcosa che non va… non riescono a capire cosa ma sanno che c’e’… beh… io penso di aver trovato il “Morpheus” della situazione… il percorso sarà molto difficile… ma almeno e’ “reale”

    X quanto riguarda il milonguero che si incolla alla mattonella… non lo sopporto neppure io (forse non ho ancora imparato abbastanza) ma vi assicuro che il Feedback delle ballerine che lo frequentano e’ di alto livello… lo definiscono…. hemmm… forse non e’ il luogo giusto per fare paragoni piu’ spinti… diciamo semplicemente che con le ballerine con le quali sono in confidenza… tande con “el milonguero” in questione sono direttamente paragonate al sesso… fate voi…

  40. dctango dctango ha detto:

    Davvero ? Mi sono perso qualcosa allora 😆

  41. Alessandro Alessandro ha detto:

    Vero vero…. stessa reazione mia… 😉 in effetti sarebbe interessante avere questo tipo di “effetto” non trovi?

    Ahimè il tanguero in questione è anche un pessimo soggetto in questo campo… ed usa il tango per “secondi fini” – In realtà riesce nel suo torbido intento soltanto con le principianti che non lo conoscono (e purtroppo spesso ci riesce…) ma quelle che ormai lo conoscono (ci vuole poco) sanno che il suo “utilizzo” deve essere esclusivamente tanguero… (come in realtà DOVREBBE essere per tutti…).

    Mi chiedo ancora come facciano… conoscendo la sua mente perversa, ad accettare il suo invito… ma si sa… il “Tango” e’ un ambiente tutto da scoprire (e da studiare… 😉 certo è che la sua fama (nel bene e nel male….) lo precede… anche se a volte non arriva fin dove dovrebbe…

  42. dctango dctango ha detto:

    Che invidia !!!!
    SCHERZOOO !!!! 🙂 😆 😛

  43. Alessandro Alessandro ha detto:

    Sta buono che se ti sente la Mujer… 😉

  44. dctango dctango ha detto:

    Certo che ad avere certi bocconcini tra le braccia qualche istinto famelico può anche venire…
    Io non sono mai andato oltre qualche complimento galante che ti assicuro certe volte ti viene proprio dal cuore e non sai trattenerlo !!! 😛

  45. dctango dctango ha detto:

    Hey ragazzi siamo in topic: se non è PASSIONE questa ed il tipo di cui parlava Ale deve aver affinato molto la TECNICA. 😀 😀 😀

  46. Alessandro Alessandro ha detto:

    Lascia perdere quel tipo… meglio perderlo che trovarlo… (soprattutto per le principianti…) ma hai ragione… la “Tecnica” c’e’ tutta… 😉

  47. dctango dctango ha detto:

    Infatti !!! Le principianti di solito sono le più inermi, anche nei confronti di certi sedicenti maestri millantatori. Noto tavolta una certa superficialità nella scelta iniziale del maestro, quasi che uno valga l’altro. E no, cari amici, se si sbaglia all’inizio è solo tempo perso.
    Per onestà nei confronti dei miei maestri passati, per chi li conosce, devo dire di essere stato fortunato. Ed un caro saluto ed un bel ricordo va a colei che mi ha fatto muovere i primi passi. tanto non faccio nomi …..

  48. Alessandro Alessandro ha detto:

    Parole sante… la scelta della scuola e’ fondamentale… e sto meditando un post da qualche giorno… proprio in occasione dei “nuovi corsi” della mia “vecchia scuola”.

    Anche io sono stato fortunato… ho iniziato in una scuola nel suo “anno mirabilis” (poca gente l’anno precedente e poca quello successivo… mentre un affollamento senza precedenti nella “mia” annata… ) E’ stata un’esperienza importante… peraltro vissuta molto intensamente.

    Purtroppo (o per fortuna?!?!) l’idillio e’ finito a causa non tanto della tecnica ma del carattere dei miei “ex” maestri e dalla loro presunzione di onnipotenza e superiorità a tutto e tutti che non non sono piu’ riuscito a sopportare.

    Questo mi ha consentito (altra fortuna?!?!) di approdare ad una scuola completamente diversa… con insegnanti ben piu’ con i piedi “piantati per terra” e dalla tecnica eccezionale. Ciliegina sulla torta sono una coppia stupenda che trasmette serenità e passione… una serata di corso con loro e’ molto piacevole e divertente…

    Gulp! Anche io sono stato molto fortunato!!!

  49. dctango dctango ha detto:

    Bisogna tenere gli occhioni spalancati e le orecchie ben aperte. Purtroppo molti badano anche al costo di un corso e si lasciano abbindolare dai prezzi modici. Un blog come questo serve anche e soprattutto a coloro che iniziano perchè sui nostri eventuali errori e sulla nostra esperienza possono farsi un’idea su come procedere. Purtroppo pochissimi principianti, forse nessuno, segue un blog di tango a meno che non venga pubblicizzato come si deve.

  50. Chiara Chiara ha detto:

    Per me la scuola con cui inizi conta poco. Si! La scelta giusta ti può far risparmiare tempo, ma sai quanto ti fanno crescere anche gli errori?
    E allora io dico sempre: scegli la scuola che ti è più comoda, quella più vicina a casa, ma occhi aperti. Se ti dicono che solo il loro è il vero tango…scappa via a gambe levate! Datti un tempo di tre mesi e vedi dove sei arrivato…poi decidi!

  51. lucy ha detto:

    ben detto chiara! uno non può triturarsi l’anima per un cavolo di corso di tango. se sopravvive e la passione è tanta, si guarderà attorno e deciderà. e poi: lo stesso maestro, anche di quelli che diremmo comunemente “bravi”, può funzionare con uno e non con un altro. può riuscire duro e poco divertente, o poco preciso e non espertissimo nello stesso corso alle diverse persone che lo frequentano. a scuola è lo stesso: a partità di insegnamento non corrisponde altrettanta risposta in tutti gli allievi. ci mancherebbe. siccome nel tango si può cambiare…tanto meglio! solo che invece di sparare sui maestri giusti o sbagliati, spariamo qualche volta anche sugli allievi che vanno portando in giro idee deformate di quello che gli insegni! io non ho visto tutta sta difformità di insegnamento tra scuola e scuola: quindi, soprattutto coloro che etichettano pinko o pallino come bravo meno bravo pessimo fuori di testa, pensino se magari non sono loro ad aver capito fischi per fiaschi quando gli veniva insegnato qualcosa.
    non sto ad operare troppi distinguo se no non è più finita. e lasciamo in pace i pessimi maestri ad esserlo: se lo sono davvero, la gente se ne accorgerà, mica sono minushabentes: principianti ok, ma non scemi.

  52. dctango dctango ha detto:

    Io non faccio testo perchè per avere “il meglio” è da 6 anni che mi faccio 150 km a settimana.

  53. lucy ha detto:

    l’importante è che prima o poi, o già da adesso, si vedano i 150 km e tutto il resto che ci corre!

  54. dctango dctango ha detto:

    beh per quello anche se ne facessi 10, dopo 6 anni.

  55. Daniele Daniele ha detto:

    Ciao a tutte/i,
    la tecnica è il pennello, i colori sono la passione.

    buoni tanghi

  56. Andriusha ha detto:

    Qui ci sono capitato per caso facendo ricerche su qualcos’altro, ed ho letto solo un paio di commenti. Uno di questi è quello di PANNA, e mi trovo perfettamente d’accordo con lei. Fermo restando che ognuno è libero di far quel che gli pare, trovo anch’io che l’esibizionismo nel tango sia davvero fuori luogo, talvolta quasi di cattivo gusto. Il palco di uno spettacolo è una cosa, il parquet di una milonga è un’altro paio di maniche. Su quest’ultimo non si dovrebbe ballare per dimostrare qualcosa, ma soltanto per perdersi in un abbraccio fondendosi con la musica. Io ballo da poco, tre mesi, ma già mi destreggio sufficientemente in milonga, riesco a divertirmi, e penso a far divertire (per lo meno il più delle volte). Sono molto appassionato, voglio continuare a studiare, e mi sono reso conto che è decisamente meglio sacrificare il passo alla postura. Certo, da novizio, tentare qualche sacada con ganci vari a seguire mi attrae, ma più vado a vanti, più mi rendo conto che l’essenza del tango sta in tutt’altro. L’ho realizzato in maniera definitiva poche sere fa, ad una serata durante la quale si sono esibiti due ottimi ballerini. Dopo la loro eseibizione, abbiamo tutti ripreso a ballare sulle note proposte dal grande musicalizadòr Felix Picherna, ma ad un certo punto, il ballerino di prima ha proposto allo stesso Felix (di quasi ottant’anni) di scegliersi una ballerina, un tango, e di esibirsi per noi. Lui ha accettato, e senza levarsi il Borsalino dalla testa ha cominciato a ballare al centro della sala. E’ stato un tango meraviglioso. Semplice e meraviglioso. Di un’intensità unica. Non c’era ostentazione, esibizionismo, ma solo piacere, eleganza e sentimento. Quello non era un tango, ma IL tango, almeno per me.

  57. Chiara Chiara ha detto:

    Grazie Andriusha dell’intervento.
    Per essere solo tre mesi, direi che hai fatto passi da gigante!!!
    E poi mi confermi l’interesse per le esibizioni di tango milonguero. Dunque anche quelle possono regalare emozioni!!!

    Speriamo che ricapiti ancora da queste parti…e non per caso 😆

  58. Andriusha ha detto:

    Ti ringrazio per l’accoglienza, Chiara.
    Ho dato un’occhiata e letto alcuni dei tuoi articoli, e mi pare tu sia davvero un’appassionata. Rileggerò ovviamente in seguito con più calma.
    Purtroppo stasera mi perderò una bella milonga nell’alessandrino, dove si troverà a ballare Martha Giorgi (non so se la conosci). Quest’inverno l’influenza non risparmia proprio nessuno…
    A parte le mie beghe personali, volevo domandarti, e domandare in generale agli utenti del blog, un’opinione su Hugo Diaz. Effettivamente frequento l’ambiente tanguero da poco, ma lo sto facendo massicciamente, eppure l’ho sentito nominare e mettere in selezione molto di rado. Personalmente trovo i suoi tanghi davvero belli e particolari (anche se, ad oggi, ancora un pò difficili da ballare per il sottoscritto, che si trova certo più a suo agio con Fresedo o Di Sarli). Mi piacerebbe sapere in generale quali siano i compositori che più ti/vi piace ballare.
    Ciao, e alla prossima.

  59. Chiara Chiara ha detto:

    Difficile rispondere a questa domanda con poche righe.
    La musica che mi piace è ogni giorno diversa. Segue il mio umore, cabia con il tempo, con quello che vivo, con quello che faccio mentre la ascolto.
    Se poi parliamo di ballo … molto dipende dal ballerino. Ballare Diaz? Perchè no? Ma bisogna saperlo fare! Mi piace molto la sua versione di Milonga triste, ma tutto il disco. Adorabili i mix di più canzoni, le citazioni di un brano in un altro. Roba da intenditori!
    Ancora complimenti per la precocità!
    🙂

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