Serata conclusiva del festival “Ma ville est Tango” Mentone dom 15 luglio 2007: concerto degli Otros Aires.

PUBBLICATO IL 19 Luglio 2007

Serata conclusiva del festival “Ma ville est Tango” Mentone dom 15 luglio 2007: concerto degli Otros Aires.

Come al solito decidiamo all’ultimo momento, e come spesso accade in questi frangenti, i cellulari si rifiutano di collaborare. Insomma non riuscimo a partire da Genova prima della 18.30. Per fortuna l’autostrada è sgombra e arriviamo senza problemi alle 20.45, il concerto è programmato per le 21.00. Ci informiamo e ci rassicurano: non comincerà prima delle 21.30: abbiamo un po’ di tempo per mettere qualcosa nello stomaco.. Ci inoltriamo nei vicoli di Mentone, sono graziosissimi, ci sono ancora le bancarelle dal giorno prima (14 luglio, festa nazionale) i negozietti sono tutti aperti, i turisti affollano le “mercanzie” esposte allesterno delle botteghe.Troviamo un poste che sembra fare al caso nostro, una bruschetta au chevre, una omelette nature, due birre e un panaché, il conto, s’il vous palit.. oh cavolo sono le 21.45.. il concerto non sarà cominciato, da quando in qua gli argentini cominciamo un concerto in orario.. arriviamo al tendone, “Sin Rumbo”, ci cambiamo le scarpe di corsa, ci laciamo in pista, finisce “Sin Rumbo”, Miguel Di Genova annuncia un pausa, ma da quanto hanno cominciato a suonare?, ci dicono mezz’ora.. auch, questa volta l’abbiamo fatta grossa…

Il tendone è montato in un parco in riva al mare, l’ Esplanade Francis-palmero, un grosso rettangolo bianco, con un palco montato su uno dei lati lunghi e tavoli tutti intorno al perimetro asterno. I tavoli sono in effetti quelli del ristorante interno al festival, infatti sono ci sono quasi ovunque enormi piatti di carne o di pesce, pane vino bicchieri, commensali.. necessariamentela metà di loro dà le spalle alla pista… Non c’è molta gente, parecchi non hanno neanche le scarpe da tango, mi sorprende che in Francia ci siano persone disposte a pagare 25 euro per ascoltare un paio di ore di musica dal vivo, in Italia non succede…

Il musicalizador inizia la sua selezione, Canaro, poi quattro canyengue (Orquesta Tipica Flingston, commenta un amico), certo, stride un po’ con l’energia degli Otros… Invitare è davvero comlplicato, farsi invitare una “missione impossibile”: la prima fila di commensali fa da “muro” intorno alla pista, ma stanno ancora mangiando, mica si possono disturbare.. appena dietro di loro termina la striscia di moquette rossa, quidi noi, come tanti, siamo su uno sterrato che poco si confà ai miei sandali NeoTango (sossolini e terra dopo un po’ fanno tutt’uno con la pianta dei miei piedi..)
Il musicalizador ha qualche problema tecnico, nel corso della serata riesce a fare tutto quello che ti augari non accada in una serata di tango: musiche che non partono,  musiche che partono e si fermano, brani che prima del finale si attaccano al brano successivo già cominciato, e ciliegina sulla torta, quando annuncia la Cumparsita finale, partono una serie di fruscii ritmici che forse in un’altra vita erano un file musicale, prova a far ripartire il brano tre o quattro volte, intervengono i tecnici, non c’è nulla da fare, opta per una versione di Pugliese: il brano continua ad inerrompersi e a ripartire… Per fortuna decide di non mandarci tutti a casa con questo brutto ricordo e ci allieta con altre 4/5 tande senza incidenti!

Ma torniamo al concerto: gli Otros Aires “ci sanno fare”, strumenti classici che si amalgamano perfettamente con gli effetti campionati e con le percussioni (loro per fortuna senza intoppi tecnici, e non è cosa da poco..). La gente sembra gradire, balla, un po’ disordinata (“ma è un tango o una milonga?” “Boh, decidi tu..”). Alla fine concedono ben quattro bis, qundo ormai sono passate le 23.30. Salutano, escono e riparte il musicalizador; magicamente la pista si riempie, facce e scarpe che sicuramente prima non c’erano volteggino soavemete al ritmo del vals. Mi fa un po’ specie che la gente sia arrivata a concerto finito, capisco che così pagavano meno, capisco che un festival e lungo e che l’ultimo giorno fanno male i piedi, capisco anche che non a tutti piacciono gli Otros Aires, però forse l’organizzazione poteva pensarci che così è un po’ antipatico nei confronti dei musicisti.

Ora che la pista è piena si vedono chiaramente due distinte correnti che si incrociano: capelli rasta, camottiere e pantaloni millitari si alternano a gessato, cravatta e Borsalino. L’effetto è un po da sagra di paese, enfatizzato dalle ghirlande di lucine bianche che ornano il tendone, ma nel complesso si sta bene, non c’è una folla eccessiva, la “compagine” italiana supera la metà delle presenze, parecchie facce conosciute, diversi inviti, soprattutto a fine serata, quando si resta davvero in pochi.

Brivido finale: il musicalizador annuncia che una ragazza di San Remo è rimasta senza passaggio per rientrare a casa, ci offriamo  noi, tanto è di strada e posto in macchina ce n’è. Rientro tranquillo, io mi sono addormantata apena entrata in machina e svegliata praticamente sotto casa, alle 6.30, meno male che qiesta settimana siamo in ferie…
A presto.

Marina

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1 commento

  1. aurorabeli ha detto:

    Io gli Otros Aires sono riuscita a vederli al Festival di Sasso Marconi. Oltretutto, le difficoltà tecniche che a Mentone sono successe al musicalisador, a Bologna sono capitate agli Otros: l’impianto è saltato più di una volta, costringendoli a stop frequenti. Loro hanno reagito con con battute simpatiche, con disponibilità. Addirittura per superare un’impasse più lunga delle altre si sono messi a suonare tanghi classici in acustico…ovviamente non i loro che hanno bisogno di basi.
    Conclusione: a me sono piaciuti molto!

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