Tango in zona Cesarini

PUBBLICATO IL 27 Ottobre 2007

Vi descrivo la situazione. E’ arrivata l’ora di Cenerentola, dovete andare a casa, domani si lavora, vi fanno male i piedi, vi si chiudono gli occhi, se ne sono andoati ormai tutti; anche voi state per cambiarvi le scarpe (o forse una è già nella sacchetta) e il dj mette su il vostro tango preferito.
Per lui: da una rapida occhiata vi accorgete che la ballerina che avete puntato tutta sera è finalmente libera…. e vi guarda!
Per lei: il ballerino che avete mirado tutta sera finalmente sta venendo verso di voi, vi allunga la mano, vi fa chiari segni che vuol ballare con voi. Si lui, proprio lui, quello che non vi invita mai!
Ed è un gran tango! Un tango come si deve, il tango perfetto: Vi è mai capitato? Io l’ho battezzato il tango in zona Cesarini!

E il nome che ho scelto non è casuale. Renato Cesarini, quello che diede origine alla famosa zona Cesarini, perchè gli capitò di segnare più volte il gol decisivo al novantesimo minuto, era proprio un italo-argentino.
Nacque a Senigallia nel 1906, ma presto emigrò con la famiglia a BsAs. Da subito si mise in evidenza come centrocampista di fantasia nel Borgata Palermo, la squadra del quartiere. Passò per diverse squadre e venne amato e apprezzato da molti. Si fece amici anche nel mondo del tango, che frequentava anche come ballerino. Fra questi ricordiamo la sua amicizia con Troilo. Nel 1929, fino al 1935, tornò in Italia e giocò, vincendo 5 scudetti, nella Juventus. Come nativo italiano, giocò anche nella nazionale Italiana (dove segnò uno dei suoi mitici gol allo scadere, nella partita contro l’Ungheria, facendo vincere l’Italia). Poi, tornato in Argentina, giocò e allenò nel River Plate, squadra diventata poi la sua famiglia: infatti proprio nel River fondò una scuola di futbol, scuola che oggi porta il suo nome e che è fra le più importanti del mondo.

Ecco! Come sempre divago! Non credo che fra di noi ci sia qualcuno che lo ha visto giocare in Italia, se non in immagini di repertorio; però forse lo avete conosciuto come scopritore di Omar Sivori, il mitico giocatore argentino che Cesarini portò a giocare in Italia negli anni sessanta, quando tornò per allenare la Signora. Ma se volete saperne di più di questo eclettico personaggio vi consiglio il libro di Luca PagliariZona Cesarini (Il calcio, la vita)Tascabili Bompiani.

E concludo con una delle sue frasi celebri: “Qual è la cosa più simile alla vita? Un campo di calcio. Là dentro ci sono tutti i personaggi“. E io gli ribatto: “Perchè nella milonga no?!

E ora la palla passa a voi … tanto per restare in tema! 😉

Un caro saluto
Chiara

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8 commenti

  1. lucy ha detto:

    situazione altamente ambigua e fantozzesca.
    ambigua perchè mi chiedo: perchè proprio ora? sei di quelli che a tavola si lasciano il “boccone migliore” alla fine o trangugi il “meglio” subito e, per ultimo, avendo ancora fame, pilucchi i “resti”?
    fantozzesca perchè i cinturini delle scarpe non ne vogliono sapere di farsi beccare nel buchetto giusto.
    per la seconda…anche a piedi scalzi (già fatto), anche con le scarpe lente.
    per la prima: tocca tenersi la sensazione che, a seconda delle serate sarà “sono un boccone prelibato”/”sono le zampe dei gamberi”. non so perchè ma io propendo quasi sempre per quest’ultima interpretazione…

  2. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    Anzitutto, accettar di ballare scalza lancia il messaggio: “si, ne ho proprio voglia”: positivo e incoraggiante.
    Invece, offrirsi per chiudere il cinturino, mi verrebbe spontaneo, ma potrebbe essere un po’ troppo “spudorato” (passatemi il termine), nei confronti di una persona sconosciuta o quasi (altro discorso se ci si conosce bene)

    ZONA CESARINI:boccone prelibato o ultime briciole?
    Può essere l’una o l’altra, forse è MEGLIO NON SAPERE.
    Ma vi racconto una cosa diversa, che è toccata a me in zona cesarini:

    Conoscevo una signora che balla molto bene (fa anche spettacoli di danza moderna) e più volte le ho detto “fra qualche anno, quando sarò + bravo, ti inviterò”. Senonché ci siamo incontrati in milonga e lei ha voluto che ballassimo una tanda, che per me è stata fantastica (sapete, quando uno è agli inizi, non balla spesso con quelle brave).
    Sarebbe potuta finire lì, ma lei, alla fine della serata, ha lasciato la sua compagnia ed è venuta ad invitarmi per l’ultima cumparsita.
    Un gesto di estrema gentilezza che non dimenticherò mai.

    La “zona cesarini” può essere anche questa…

  3. Chiara Chiara ha detto:

    ZONA CESARINI:boccone prelibato o ultime briciole?

    Non saprei. Forse parti come ultima briciola, ma sicuramente da quel momento diventerai boccone prelibato!!!
    EmaEma mi piace l’idea di un cavaliere che mi aiuta ad allacciare la scarpetta. Fa tanto Cenerentola! E noi in milonga ci andiamo per giocare…no?
    😉

  4. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    già… ma se ci mettiamo a giocare un po’ troppo, come reagisce tuo marito?

  5. Chiara Chiara ha detto:

    Sicuramente impegnato a togliere le scarpe a un’altra!
    😉

  6. Dori ha detto:

    Se è il “mio” tango e colui che mi prende per mano è il ballerino “giusto”,ballo senza pensarci su’.Che importa se prima non mi ha invitata? Lo sta facendo ora e cio’ mi basta.

  7. Chiara Chiara ha detto:

    Ben detto. Anche io da un pò di tempo evito di chiedermi perchè uno non mi invita. Prendo un pò quello che viene, quando viene, e mi va alla grande. Chi non mi invita? Peggio per lui!
    😉
    🙂
    😉

  8. TangoLoca ha detto:

    In tutte le situazioni della vita sono del parere che nulla accade per caso, e che se qualcosa ti capita dopo tanto di quel tempo che ormai non ci speravi più, il motivo è che prima non era il momento giusto… Stessa cosa per la Zona Cesarini”… Se il tal ballerino che punto tutta la sera, finalmente mi invita quando l’amica autista di turno vuole partire ed io mi danno l’anima per farle capire che No! devo fare Assolutamente quest’ultimo Tango, so che sarà un Tango memorabile, e che se l’avessi fatto prima, magari a pista strapiena, non me lo sarei goduto tanto.
    Un piccolo trucco al quale ricorro ogni tanto… Vedere a fine serata una donna seduta ad aspettare, dà la sensazione di “daì, sono rimasta praticamente solo io, ora non potete non farmi ballare…” Inveceio mi siedo, fingo di essere in fase cambio scarpe ma non le slaccio… E’ un ottimo richiamo!

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