Un greco a Buenos Aires

PUBBLICATO IL 26 Novembre 2007

E non un greco qualunque! Infatti parliamo di Aristotele Onassis, giovane emigrante arrivato in Argentina con pochi denari in tasca, per sfuggire alla rivoluzione di Ataturk nella Turchia degli anni venti.

Tutti conosciamo la sua storia di armatore, iniziata come telefonista, assunto nella città di Buenos Aires; l’umile impiego gli permise di ascoltare le conversazioni di agenti di cambio e uomini d’affari e di cominciare a fare compra-vendite vantaggiose che lo portarono ben presto ad accumulare una fortuna.
Non tutti magari sanno che però, per sbarcare il lunario, iniziò come importatore di sigarette dalla Grecia. Aveva imparato il mestiere dal padre e tramite il padre stesso aveva mantenuto le conoscenze dei giusti canali. Faceva arrivare bastimenti carichi di tabacco che non tornavano in patria vuoti! E così facendo acquisì anche tanta esperienza sul commercio via mare. (Mi stupisce sempre come questi geni riuscissero a fare tutte queste cose senza internet e cellulari!)

Proprio in quel periodo, racconta H.A.Benedetti, il nostro giovane greco, conobbe Carlos Gardel. Infatti il cantante frequentava la “Confiteria La real” vicina al magazzino dove lavorava Onassis, e dunque spesso gli passava davanti. Il giovane sigarettaio, lo guardava con ammirazione e non osava neppure fargli un complimento. Però Gardel gli sorrideva e questo per il greco era già abbastanza. Poi una sera, non si sa come, Gardel gli fu presentato e Onassis gli potè stringere la mano. Ovviamente l’emozione non gli fece dire nemmeno una parola. Si racconta che quall’incontro fu fatale: Onassis collezionò tutti i dischi del cantante e anche nel tempo, quando era già ricco e famoso, ogni tanto si fermava a guardare una tazza della “Real“, rubata in quella sera speciale, proprio per serbarne il ricordo.

Altro aneddoto che non tutti conoscono della vita porteña del giovane greco è che per un certo periodo lavorò al ponte Nicolas Avellaneda, in fondo a Necochea, come traghettatore, facendo attraversare i passanti su una vecchia barchetta. Per i pedoni pigri il servizio è ancora disponibile a tutt’oggi, e chissà se il moccioso di turno sa del suo ricco collega del tempo che fu!

Un caro saluto
Chiara

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