Milonguero… sono davvero "i soliti 4 passi" ?!?!

PUBBLICATO IL 22 Dicembre 2007

Abrazo by Maniacus
Foto by Maniacus

Prima di iniziare questo post ho dato un’occhiata in giro… soprattutto qui su faiblog, per vedere se l’argomento era già stato trattato… ho trovato un “vecchio” post qui ma credo sia il caso di proporne uno nuovo… anche perchè l’argomento mi sembra particolarmente interessante…
Cercherò di non dilungarmi anche se a volte sono decisamente prolisso… 😉

Milonguero, Salòn, Aperto, Nuevo… il tango si evolve… e fin qui non ci piove, ma quando leggo che “Milonguero sono i soliti 4 passi” oppure che chi balla “aperto” è costretto a “chiudersi” con le ballerine milonguere… mi sorge un dubbio amletico… essere o non essere… (milongueri) questo è il dilemma!

Secondo me non ci si può improvvisare milongueri… (o viceversa… io stesso ballo aperto i tanghi elettronici… e mi diverto… ma tutto qui… non si può certo dire che so ballare bene salòn o aperto) chi ha imparato uno stile non riesce ad “adattarsi” all’altro senza diventare un “ibrido” difficilmente apprezzabile. (salvo frequentare corsi diversi per stili diversi e non confondere le cose… naturalmente!)
Io nasco milonguero… e resto milonguero per scelta ( ho pure cambiato scuola per poter MIGLIORARE, e proprio in questa occasione mi sono reso conto che in pochi passi ci stanno molte cose… ed ho dovuto ricominciare “da zero”… frequento volentieri ANCHE il corso principianti… che mi serve forse ancora più del corso intermedi… dato che tragicamente mi sono reso conto che facevo le cose senza saperle fare… e naturalmente le facevo in modo approssimativo)

Mi ha colpito molto anche una frase della mia nuova maestra (simpaticissima e ballerina eccezionale…)… una sera parlando proprio di stili mi diceva più o meno… “a volte perdiamo le donne dai corsi perchè vogliono sgambettare… fare adornos e cose complesse… ma poi… in milonga… tutte vogliono ballare con i nostri ballerini… e dopo un pò tornano…”

I miei maestri (attuali) insegnano diversi balli… (è il loro lavoro) ma nel tango insegnano un solo stile… il milonguero (“apilado”) e secondo me lo fanno davvero bene! Pochi passi ma sviscerati fino all’essenza… la stessa “salida” che per convenzione tutte le scuole insegnano (o quasi… ma secondo me dovrebbero dato che anche negli stage si fa spesso riferimento al “passo n. della base”)… dicevo… nella stessa salida ci sono molte varianti ritmiche… che non si devono imparare “a memoria” ma si devono “capire” per poterle adattare a qualsiasi passo… Si deve smontare il passo fino al mattoncino piu’ piccolo per poi poter improvvisare, all’occorrenza, ricostruendo una sequenza diversa…

Un passo che appare semplice… è in realtà molto complesso… e farlo bene è un traguardo che si raggiunge solo con l’esperienza. Si fa… naturalmente si fa… ma come?
Un passo semplice come l’ocho cortado ad esempio l’ho imparato l’anno scorso… appena iniziato a fare tango… dopo un paio di lezioni e mi sono reso conto soltanto ora , dopo un anno decisamente molto “intenso” nel quale ho imparato mille passi… che ho costruito un castello basato su fondamenta fragili!
E’ stato un trauma realizzare che non ero in grado di marcare un ocho cortado… e che lo facevo perchè le ballerine sono abituate (ahimè) ad “adattarsi” e correggere automaticamente gli errori del ballerino…
E’ stato un trauma scoprire che ogni tanto mi aiutavo con le braccia… Che cosa “mostruosa” e così via le braccia… (e vediamo gli errori…)
E’ stato un trauma scoprire che la mia postura (in “passato” definita “buona” ) e’ in realtà “mostruosamente” inclinata in avanti… ed ora che ballo più sul mio asse, mi rendo conto di quanto sia scomodo e siano “poco eleganti da vedere” le coppie che si appoggiano soltanto con la parte alta del torace…
E’ stato un trauma scoprire che il milonguero è fatto anche di passi lunghi (se lo spazio c’e’… ) ed i piedi della ballerina NON si calpestano… perchè se la “comunicazione” è buona, la ballerina farà un passo molto lungo…

Una “perfetta” seguidora mi darebbe tanti calci (ballando) da farmi capire che c’e’ qualcosa che non va… ma grande è la soddisfazione di imparare, finalmente, la giusta tecnica… e così dopo un anno… messo da parte l’orgoglio tanguero ho dovuto ricominciare dalla cosa piu’ difficile… la “camminata”… e così comincio a capire perchè grandi maestri argentini fanno camminare per ore i loro allievi… perchè se le fondamenta sono buone… si può costruire qualcosa di buono… magari semplice ma molto soddisfacente.

Inizio soltanto ora a capire le ballerine che mi dicono… “ho fatto una tanda meravigliosa… quattro passi… ma ‘magici’ ” e le prime volte non capivo cosa potessero avere di tanto magico… eppure insistevano… guarda… non so spiegartelo… ma con “lui” non fai cose complesse… però….

ed in effetti “da fuori” si nota la semplicità dei passi… ma soltanto “da dentro” si può cogliere quel “qualcosa” in più che non saprei come definire…

probabilmente si puo’ chiamare “TANGO”…

😉

Alessandro

ARTICOLI CORRELATI #

109 commenti

  1. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    Mi sento di condividere praticamente tutto quel che dici… pure se vengo da un insegnamento “salòn”, CON UNA PUNTUALIZZAZIONE CHE VIENE DALLA MIA ESPERIENZA:

    HAI SCRITTO: “chi ha imparato uno stile non riesce ad “adattarsi” all’altro senza diventare un “ibrido” difficilmente apprezzabile.”

    HO SCOPERTO: che le brave “milonguere”, mi sanno insegnare semplicemente facendomi ballare, senza parlare… basta saper ascoltare il ritmo e la musica, e soprattutto il linguaggio del corpo della mujer!

  2. Chiara Chiara ha detto:

    Parto dalla fine del tuo post.
    Che dal fuori non si possa giudicare il tango di una coppia è cosa ben nota. Per lo meno mi capita di “vedere” ballerini poco eleganti dal fuori, ma poi ci ballo divinamente.
    Sinceramente non capisco questi “traumi”. Hai visto una cosa diversa dal solito? Ti sei accorto che “sbagliavi” qualcosa. Bene! Ottima occasione per migliorare. Ma non mi restare traumatizzato…ti prego!!! Abbiamo bisogno di gente serena! 🙂 😉 🙂
    Riguardo al camminare, far poco, ecc… credo sia un alibi degli incapaci. Non è vero che il milonguero fa poco. Sembra! Perchè lo fa in modo dolce e armonioso. Adoro le sacadas che non sai se ci sono o se te le sei immaginate, tanto è dolce il contatto. Adoro comminare con le variazioni di ritmo, le pause (sante pause!), i corte, le quebradas… Adoro uscire da un giro con un ocho cortado, un piccolo voleo chiamato basso….Il tutto mantenendo il contatto, senza mai “rimbalzare” sul petto dell’uomo, senza mai staccare il tuo viso dal suo…
    E paradossalmente mi piace ballare appiccicata anche un bel tango elettronico! Provare per credere!
    Grazie Ale per il post!
    🙂

  3. dctango dctango ha detto:

    Che rabbia, mi ha cancellato il messaggio !!! 🙁
    Stavolta sarò più sintetico: vorrei dire che sono troppo acerbo, anocra come tanguero milonguero, da poter dare dei giudizi definitivi a questo stile, che non sento ancora del tutto mio. Sono nella fase di ibrido di cui parla Alessandro e spesso mescolo le due cose spiazzando le ballerine. Una cosa però l’ho notata, nel primo corso di milonguero frequentato, il maestro, insisteva tantissimo sulla musicalità, sul ritmo, sui controtempi, le pause… “por ultimo las figuras” tutto il contrario di quanto accadesse negli altri corsi di salòn dove le stesse cose erano date per scontate, troppo spesso, ed invece mi sono reso conto che non lo sono affatto. Ieri ho ballato con una brava milonguera e, ahimè, ho visto i miei limiti di milonguero acerbo…ma che importa, ho tutta la vita per imparare !!! 😀

  4. lucy ha detto:

    faccio mio il commento di chiara e ribadisco quanto, in occasioni diverse, cadendo, per attrazione fatale, sul tema “milonguero si, milonguero no, milonguero quanto?” ho detto: che i quattro passi li fanno i fanatici cui “conviene” spacciare il tango milonguero per quella roba lì, mentre una miriade di maestri con le contro….palle (di natale!) di impostazione milonguera insegnano un mucchio di, volgarmente detti, “passi”. insegnano ritmiche diverse, cambi di direzione, smontaggio e rimontaggio della famosa (aaaaaaaaaaaaaameeeeeeeeeeeeeen, allelujaaaaaaaaaaa!)salida.
    però è così comodo ballare quattro passettini scipiti e guardare gli altri da sotto in su con stampato in faccia a lettere de fuego “este es el tango verdadero que bailan en las milongas de bs. as.” grrrrrrrrrrrrrrrr! snort!
    palle! naturalmente di neve… di natale!

  5. Chiara Chiara ha detto:

    Beh Dc! Sugli ibridi ti posso solo dire che se uno inizia un tango dedicando qualche secondo all’abbraccio, “se la tira” come se dovesse trovare chissà quale intesa, poi partiamo ben chiusi e cominciamo ad andare, e sul più bello “mi stacca”, magari per farmi fare solo un ocho adelante….beh! un pò mi disturba… ma di qui a farglielo pesare….ce ne passa!
    🙂
    Per me il ballerino ibrido deve scegliere uno stile, non dico per tutta la tanda, ma almeno per tutto un tango. A me personalmente non piace chiudere gli occhi, lasciarmi trasportare e poi doverli aprire perchè improvvisamente lui mi fa un cambio di abbraccio! Allora preferisco restare ad occhi aperti dall’inizio.
    Non so se riesco a spiegarmi
    🙂

  6. dctango dctango ha detto:

    Meglio cambiare, neh ? 😆

  7. Dori ha detto:

    Chiara ha detto:
    ..Riguardo al camminare, far poco, ecc… credo sia un alibi degli incapaci. Non è vero che il milonguero fa poco. Sembra! Perchè lo fa in modo dolce e armonioso. Adoro le sacadas che non sai se ci sono o se te le sei immaginate, tanto è dolce il contatto. Adoro comminare con le variazioni di ritmo, le pause (sante pause!), i corte, le quebradas… Adoro uscire da un giro con un ocho cortado, un piccolo voleo chiamato basso….Il tutto mantenendo il contatto, senza mai “rimbalzare” sul petto dell’uomo, senza mai staccare il tuo viso dal suo….

    Che dire di piu’??? Vero, vero, vero!!!!Sottolineo: non è vero che il milonguero fa poco..
    🙂
    Dori

  8. Dori ha detto:

    Come sempre..splendida l’immagine!!!!Gracias Maniacus!

  9. Chiara Chiara ha detto:

    Certo Dori.
    Però non credere…. so’ volubile. Mi piace anche quello che mi sorprende con una patada o un gancio ben messo, quello che mi allontana e mi avvicina in un cambio di abbraccio significativo, che mi fa frullare in una bella centrifugata, che mi chiama a scavalcare la sua gamba e mi fa tornare indietro da dove son passata, che mi arrastra un piede e me lo solleva in una precisa bicicletta, e che magari, si azzarda anche a prendermi in braccio…

    Uomini, rinunciate a capire cosa vogliono le donne! Trovate il vostro stile e divertitevi!
    Loro si divertiranno con voi!
    🙂
    😆
    🙂

  10. Dori ha detto:

    E fai bene,Chiarè!Bisogna sempre fare cio’ che si desidera fare!La donna è mobile!!
    🙂

  11. lucy ha detto:

    così mobile che talora è un comò!

  12. dctango dctango ha detto:

    Pure a me piace la “patada” 😆

  13. Franco ha detto:

    ..io credo che di fondo ci sia una gran confusione attorno al termine “milonguero”. La maggior parte di noi, e mi ci metto anch’io, ironizza chiamandoli “pali della luce”.. o simili, quando se li trova piantati lì immobili, pregando che non abbiano un repentino sussulto di vita nel momento in cui li affianchi, che terminerebbe inevitabilmente in uno scontro. Ma credo a ragione di riferirmi a coloro che hanno abbracciato quello stile senza coglierne l’essenza, forse perchè ancora alle prime armi.. o perchè semplicemente non la sentono. Personalmente vengo dal tango salon, che ho imparato sia in abbraccio largo, sia stretto che prediligo.. Ho fatto stage con maestri, che solo dopo ho scoperto essere considerati veri milongueri, in 30 secondi di canzone avevano a malapena fatto una salida, ma l’interpretazione, il ballare le pause, riempirle con adorni, tutt’altra cosa.. vi assicuro.

  14. dctango dctango ha detto:

    Si ci sono tanti milongueros che pensano che fermarsi ad interiorizzare sia l’essenza del ballo e invece non capiscono che lo devono fare solo quando c’è veramente una pausa salvo poi ripartire quando riparte la musica. Ma tanti altri per fortuna non sono così…

  15. Franco ha detto:

    ..ben vengano dunque 4 passi, ma interpretati e pieni di passione. In questo dato momento, il mio studio del tango è orientato più su questo aspetto..
    Volevo solo aggiungere che, tutti i maestri di cui sopra, insistevano sulla ricerca del proprio “asse”.

  16. dctango dctango ha detto:

    Una delle cose che manca veramente a noi italiani, ma è una mia constatazione, magari sbagliata, è l’interpretazione della musica. Fanno eccezione naturalmente quei pochi veramente bravi, ma io sto parlando dei grandi numeri…

  17. Chiara Chiara ha detto:

    Ciao Franco. Effettivamente la confusione c’è. Milonguero è colui che balla nella milonga, dunque anche chi balla in estilo salon. Però in genere, qui in Italia, si dice milonguero, per definire chi ha abbracciato lo stile “apilado”, quello che viene considerato (a torto o a ragione) più intimo. Salvo poi assistere a esibizioni di “milonguero”, che trovo in tal senso una contraddizione di termini!
    Ma tornando al discorso, quando sei apilado, se non vuoi perdere il contatto, per forza di cose hai meno possibilità di quelle che hai in un salon stretto, ma questo non significa che tu non ti possa divertire… e molto.
    L’importante è che sia una scelta consapevole, non dettata dalla necessità perchè sai fare solo quello.
    Ma anche si!
    Viva la libertà!!!
    🙂
    😀
    🙂

  18. dctango dctango ha detto:

    Davo per scontato quello che ha detto Chiara che, per quanto utilissimo, come sempre, è stato trattato numerosissime volte sia qui che in altre sedi. Una volta su ‘tangueros’ intervenne uno dicendo che non capivamo niente perchè chiamavamo ‘milonguero’ uno stile quando invece è un modo di essere… storie vecchie: niente di nuovo sotto questo cielo, amici 😀 😀 😀

  19. Franco ha detto:

    Ciao Chiara, quello che volevo dire in sintesi, è che, anche stando in abbraccio stretto (apilado), anche avendo poco spazio di manovra (milonga affollata..?), anche avendo solo 4 passi (..ma sono di più, Pablo y Patricia docet..), quei “4 passi” andrebbero guarniti, interpretati, musicalizzati.., cosa che da noi, salvo qualche rara eccezzione, non mi sembra di vedere.. 😉

  20. deborah deborah ha detto:

    Belli i vostri interventi, sono orgogliosa di questo blog.
    Verissimo che tutto sta nel saper interpretare la musica.
    Che non vuol dire musica veloce = passi veloci, perchè a volte una pausa sottolinea e sostiene un fremito meglio di una sgambettata. Sono curiosa di imparare e ballare tutto ma solo di recente, dopo aver accumulato un sacco di passi, ho scoperto il piacere di fermarmi e di ballare milonguero, di insinuarmi nelle note e nei silenzi, facendo proprio quel “niente” denso di sensazioni “private”. Gavito docet.

  21. lucy ha detto:

    ogni volta che si tocca il tasto del milonguero salta fuori il nome della buonanima…ma chi se lo filava (o, così tanto, che sembrano esser stati tutti suoi allievi) prima della morte, con tutto il rispetto? non c’era, e tantomeno c’è, solo gavito!

  22. Franco ha detto:

    Ciao Deborah. Vedo con piacere che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

  23. Franco ha detto:

    Ehm.. Mi riferisco alla interpretazione..Gavito non è mai piaciuto neanche a me..

  24. dctango dctango ha detto:

    Io cerco di cogliere tutto ciò di buono che questo ballo sa offrirmi senza cadere nella trappola di “guerre di religione”, “settarismo”, “proselitismi” pro questo o quello stile. E ‘navigar m’è dolce in questo tango’…

  25. lucy ha detto:

    fiuuuu! meno male… mi sento sempre una reietta solo a pensarlo, nonchè a dirlo…

  26. lucy ha detto:

    o mio leopardo! siiiiiiii! e c’hai racccciòne!

  27. Chiara Chiara ha detto:

    Beh! Ecco! Gavito è rappresentativo di quello che intendevo dire con “scegliere quando si è già provato tutto”. Non dobbiamo scordarci gli anni che Gavito ha passato a piroettare sui palcoscenici di mezzo mondo (Sai Deborah che ha fatto la corte al nostro Oscar per anni perchè lo aiutasse a entrare nelle grazie di Copes?)
    Poi dopo aver imparato la precisione, la velocità, la tecnica, quando su quel campo c’erano le new-entry, ha visto bene di “fermarsi” e creare lo stile Gavito.
    Ecco perchè lui fa pause significative … sono pause che potrebbero essere piene di tutto, e DECIDONO di essere piene di niente … un niente che si tocca … e si vede la differenza! Senza volerlo fare santo, ma per dire le cose come sono.
    Che poi sia stato unico … beh! Dov’è la novità? Lo sono tutti i tangueros! 😉

  28. Franco ha detto:

    Concordo anche con Dctango. Nella ricerca del “mio” tango, ho preso da questo e da quel maestro le cose che mi piacevano per poi farle mie..

  29. dctango dctango ha detto:

    Tanto le nostre pollastre si fanno impressionare sempre e solo se gli fai fare 10.000 passi, magari fuori tempo, tanto non se ne accorgono !!!
    Era una provocazione 😆

  30. Chiara Chiara ha detto:

    Vero ci sono anche quelle pollastre lì. Però ci sono anche le papere che tollerano amorevolmente i pulcini che stanno iniziando a camminare!
    🙂

  31. dctango dctango ha detto:

    Che papera materna….
    non se ne vedono tante in giro sai ?!

  32. Franco ha detto:

    .. a proposito dei settarismi, ho amici in varie scuole della zona, che ballano nei vari stili.., con cui in varie occasioni ci confrontiamo per scambiarci informazioni e “passi”.. un vero tango globalizzato.. gli unici a non giovarne sono i miei amici milongueri che mi dicono di non poter applicare le informazioni apprese per paura di essere bacchettati dal loro maestro di stile apilado.. L’unico e solo portatore del vero tango.. Mahh.. un vero talebano

  33. dctango dctango ha detto:

    Direi proprio di si. Anche il mio quando mi vede fare qualche passo fuori dalle righe mi guarda un po’ strano…ma non mi ha mai bacchettato. Al massimo avrà pensato che stavo facendo delle “cagate” hihihihi

  34. Chiara Chiara ha detto:

    Sempre più spesso si sente la boiata “non ballate con gli altri che vi si sporca lo stile”! ma sarà mai roba da dire?
    E comunque “non è colpa del maiale se non di chi gli dà da mangiare!”. Io a sentirmi dire una cosa così avrei già cambiato maestro!
    😉

  35. Franco ha detto:

    Brava Chiara.. cmq Mi sà che i miei amici sono lì lì dal fare il passo..

    Vi saluto, vado a cena..

  36. dctango dctango ha detto:

    Bravi quando un maestro fa discorsi del c…o come questo tradisce solo una profondissima insicurezza.

  37. dctango dctango ha detto:

    Ioripartirei dall’ocho adelante pubblicato da Chiara oggi. Sbaglio o nel milonguero e’ ‘offside’ marcare un ocho adelante ? Questo, se e’ vero, lo trovo un limite, come trovo un limite anche non poter infilare le mie zampette tra quelle della donna, che spesso le tiene ben chiuse facendo ochos strettissimi indietro. Ma del resto, non si puo’ avere tutto !!! 🙂

  38. Alessandro Alessandro ha detto:

    Oh che bello riguardare il proprio post a distanza di 24 ore e trovare quasi 40 commenti… tutti “intorno a te…” nel senso che non si e’ andati mai fuori tema… Grazie a tutti per questo…

    Mi fa piacere riprendere un paio di cose interessanti…

    “Io ripartirei dall’ocho adelante pubblicato da Chiara oggi. Sbaglio o nel milonguero e’ ‘offside’ marcare un ocho adelante ? Questo, se e’ vero, lo trovo un limite, come trovo un limite anche non poter infilare le mie zampette tra quelle della donna, che spesso le tiene ben chiuse facendo ochos strettissimi indietro. Ma del resto, non si puo’ avere tutto !!! :)”

    Non e’ “offside” se intendi “fuori luogo” o “non indicato” ballare un ocho adelante… proprio nell’ultima lezione abbiamo visto un ocho adelante addirittura sulla milonga… Certo… non e’ facile da imparare… l’uomo deve essere molto preciso e la donna seguire bene altrimenti ci si perde in un attimo… ma, considerato che, causa l’abbraccio chiuso l’ocho adelante diventa per forza di cose asimmetrico… sempre di ocho adelante si tratta…
    Mettere le tue zampette in mezzo non e’ un problema… ma considerata la diversità di stile devi “creare” il famoso triangolo prima di una sacada o quello che vuoi fare…. ergo… le gambe sono chiuse o aperte… questo lo decidi tu! o almeno dovresti poterlo fare… e questo dipende tanto da te quanto da lei!!!
    Di sicuro nello stile “apilado” (ok non lo definisco + milonguero… 😉 non ho MAI visto donne che sull’ocho cortado “tornano indietro da sole” oppure sulla salida incrociano “automaticamente sul 5” ma questo e’ dovuto piu’ che agli allievi principianti… a pessimi maestri di stile aperto che insegnano le sequenze “a memoria” con il risultato che i loro “ballerini” possono ballare esclusivamente fra di loro… e “sembrano”… ma solo “sembrano” bravi…

    “Sempre più spesso si sente la boiata “non ballate con gli altri che vi si sporca lo stile”! ma sarà mai roba da dire?
    E comunque “non è colpa del maiale se non di chi gli dà da mangiare!”. Io a sentirmi dire una cosa così avrei già cambiato maestro!”

    Ehehe cara chiara come ti capisco. Io ho iniziato a meditare di cambiare maestri quando i miei “vecchi maestri… se cosi’ si posossono chiamare” si riferivano a chi balla aperto come agli “scalcioni” o peggio che “andavano a finire nel centro perche’… si sa cosa finisce nel centro… e poi va giu’… ” detto ovviamente in maniera molto esplicita….
    Mi davano fastidio… certo mi dava fastidio anche beccarmi un tacco nella caviglia o nella coscia… o peggio… ma non era questione di stile… ma soltanto di un errore se capitava una volta… di pessima educazione se capitava di continuo…
    Ho scelto definitivamente di cambiare scuola per altri motivi (in sostanza non li sopportavo piu’ per il loro pessimo carattere…) ma ho fatto benissimo dato che ho saputo che ora insegnano con orgoglio lo stile Salòn !!! (che siano diventati “scalcioni pure loro” ?!?! ) no comment!!!

    Riguardo al “non ballate con altri che vi sporca lo stile” mi sembra davvero una cosa assurda… il tango e’ un ballo sociale… e la parte non bella ma “splendida” del tango e’ che con ogni persona l’esperienza e’ sempre diversa… e puoi sapere come ballerai con questo o quello… quella o quell’altra soltanto “provando”… magari non sul primo tango della tanda… magari la prima volta la inviterò sul terzo… giusto per, eventualmente, evitare una lunga sofferenza a lei… o a me stesso… 😉 e se mi troverò bene… allora la inviterò di nuovo… 8))
    Comunque questa mi giunge nuova… neppure i miei “maestri” precedenti incitavano al non ballare con altri… tantomeno quello spettacolo che sono i miei maestri attuali…

    “.. a proposito dei settarismi, ho amici in varie scuole della zona, che ballano nei vari stili.., con cui in varie occasioni ci confrontiamo per scambiarci informazioni e “passi”.. un vero tango globalizzato.. gli unici a non giovarne sono i miei amici milongueri che mi dicono di non poter applicare le informazioni apprese per paura di essere bacchettati dal loro maestro di stile apilado.. L’unico e solo portatore del vero tango.. Mahh.. un vero talebano”

    Ahahahahah… non posso fare a meno di citare Franco perchè ha usato lo stesso soprannome che io usavo e continuo ad usare per il mio vecchio maestro… “solo lui deteneva la sapienza del tango” e nessun altro era bravo come lui… gli altri erano “scalcioni” o “liscisti” a seconda della “provenienza”… ma temo che questo sia un difetto di molti maestri… ma non tutti…
    Che bello fare questi ritrovi per scambiarsi le idee… anche a me era venuto in mente di farlo… ma ho sempre poco tempo per organizzare queste cose… Per ora mi aggrego volentieri ad un gruppo di amici che organizza una pratica alla domenica pomeriggio… più milonga che pratica ma va bene lo stesso… l’ambiente e’ informale e si puo’ sperimentare senza troppi vincoli… in un prossimo futuro chissà che non si riesca a fare un bel gruppetto anche dalle nostre parti… daltronde volere e’ potere… peraltro… la palestra che ci potrebbe ospitare l’ho gia’ trovata… 8)))

    “Vero ci sono anche quelle pollastre lì. Però ci sono anche le papere che tollerano amorevolmente i pulcini che stanno iniziando a camminare!
    🙂 ”

    Termino il mio commento che e’ già diventato lunghissimo tra una cosa e l’altra con questa meravigliosa frase di Chiara che apprezzo molto ed ho sempre apprezzato nelle tanguere che ho incontrato durante i miei “primi passi”. Hanno tollerato questo pulcino… che sempre pulcino è anche dopo un anno intenso… ma qualche passo inizia a muoverlo…
    Io sarò sempre grato alle mie “papere” e penso che i tuoi “pulcini” sempre lo saranno verso di te…
    8)

  39. Alessandro Alessandro ha detto:

    Oh che bello riguardare il proprio post a distanza di 24 ore e trovare quasi 40 commenti… tutti “intorno a te…” nel senso che non si e’ andati mai fuori tema… Grazie a tutti per questo…

    Mi fa piacere riprendere un paio di cose interessanti…


    dctango Dice:
    Ioripartirei dall’ocho adelante pubblicato da Chiara oggi. Sbaglio o nel milonguero e’ ‘offside’ marcare un ocho adelante ? Questo, se e’ vero, lo trovo un limite, come trovo un limite anche non poter infilare le mie zampette tra quelle della donna, che spesso le tiene ben chiuse facendo ochos strettissimi indietro. Ma del resto, non si puo’ avere tutto !!! 🙂

    Non e’ “offside” se intendi “fuori luogo” o “non indicato” ballare un ocho adelante… proprio nell’ultima lezione abbiamo visto un ocho adelante addirittura sulla milonga… Certo… non e’ facile da imparare… l’uomo deve essere molto preciso e la donna seguire bene altrimenti ci si perde in un attimo… ma, considerato che, causa l’abbraccio chiuso l’ocho adelante diventa per forza di cose asimmetrico… sempre di ocho adelante si tratta…
    Mettere le tue zampette in mezzo non e’ un problema… ma considerata la diversità di stile devi “creare” il famoso triangolo prima di una sacada o quello che vuoi fare…. ergo… le gambe sono chiuse o aperte… questo lo decidi tu! o almeno dovresti poterlo fare… e questo dipende tanto da te quanto da lei!!!
    Di sicuro nello stile “apilado” (ok non lo definisco + milonguero… 😉 non ho MAI visto donne che sull’ocho cortado “tornano indietro da sole” oppure sulla salida incrociano “automaticamente sul 5” ma questo e’ dovuto piu’ che agli allievi principianti… a pessimi maestri di stile aperto che insegnano le sequenze “a memoria” con il risultato che i loro “ballerini” possono ballare esclusivamente fra di loro… e “sembrano”… ma solo “sembrano” bravi…


    Chiara Dice:
    Dicembre 22, 2007 a 7:32 pm

    Sempre più spesso si sente la boiata “non ballate con gli altri che vi si sporca lo stile”! ma sarà mai roba da dire?
    E comunque “non è colpa del maiale se non di chi gli dà da mangiare!”. Io a sentirmi dire una cosa così avrei già cambiato maestro!

    Ehehe cara chiara come ti capisco. Io ho iniziato a meditare di cambiare maestri quando i miei “vecchi maestri… se cosi’ si posossono chiamare” si riferivano a chi balla aperto come agli “scalcioni” o peggio che “andavano a finire nel centro perche’… si sa cosa finisce nel centro… e poi va giu’… ” detto ovviamente in maniera molto esplicita….
    Mi davano fastidio… certo mi dava fastidio anche beccarmi un tacco nella caviglia o nella coscia… o peggio… ma non era questione di stile… ma soltanto di un errore se capitava una volta… di pessima educazione se capitava di continuo…
    Ho scelto definitivamente di cambiare scuola per altri motivi (in sostanza non li sopportavo piu’ per il loro pessimo carattere…) ma ho fatto benissimo dato che ho saputo che ora insegnano con orgoglio lo stile Salòn !!! (che siano diventati “scalcioni pure loro” ?!?! ) no comment!!!

    Riguardo al “non ballate con altri che vi sporca lo stile” mi sembra davvero una cosa assurda… il tango e’ un ballo sociale… e la parte non bella ma “splendida” del tango e’ che con ogni persona l’esperienza e’ sempre diversa… e puoi sapere come ballerai con questo o quello… quella o quell’altra soltanto “provando”… magari non sul primo tango della tanda… magari la prima volta la inviterò sul terzo… giusto per, eventualmente, evitare una lunga sofferenza a lei… o a me stesso… 😉 e se mi troverò bene… allora la inviterò di nuovo… 8))
    Comunque questa mi giunge nuova… neppure i miei “maestri” precedenti incitavano al non ballare con altri… tantomeno quello spettacolo che sono i miei maestri attuali…


    Franco Dice:
    Dicembre 22, 2007 a 7:29 pm

    .. a proposito dei settarismi, ho amici in varie scuole della zona, che ballano nei vari stili.., con cui in varie occasioni ci confrontiamo per scambiarci informazioni e “passi”.. un vero tango globalizzato.. gli unici a non giovarne sono i miei amici milongueri che mi dicono di non poter applicare le informazioni apprese per paura di essere bacchettati dal loro maestro di stile apilado.. L’unico e solo portatore del vero tango.. Mahh.. un vero talebano

    Ahahahahah… non posso fare a meno di citare Franco perchè ha usato lo stesso soprannome che io usavo e continuo ad usare per il mio vecchio maestro… “solo lui deteneva la sapienza del tango” e nessun altro era bravo come lui… gli altri erano “scalcioni” o “liscisti” a seconda della “provenienza”… ma temo che questo sia un difetto di molti maestri… ma non tutti…
    Che bello fare questi ritrovi per scambiarsi le idee… anche a me era venuto in mente di farlo… ma ho sempre poco tempo per organizzare queste cose… Per ora mi aggrego volentieri ad un gruppo di amici che organizza una pratica alla domenica pomeriggio… più milonga che pratica ma va bene lo stesso… l’ambiente e’ informale e si puo’ sperimentare senza troppi vincoli… in un prossimo futuro chissà che non si riesca a fare un bel gruppetto anche dalle nostre parti… daltronde volere e’ potere… peraltro… la palestra che ci potrebbe ospitare l’ho gia’ trovata… 8)))


    Chiara Dice:
    Dicembre 22, 2007 a 7:25 pm

    Vero ci sono anche quelle pollastre lì. Però ci sono anche le papere che tollerano amorevolmente i pulcini che stanno iniziando a camminare!
    🙂

    Termino il mio commento che e’ già diventato lunghissimo tra una cosa e l’altra con questa meravigliosa frase di Chiara che apprezzo molto ed ho sempre apprezzato nelle tanguere che ho incontrato durante i miei “primi passi”. Hanno tollerato questo pulcino… che sempre pulcino è anche dopo un anno intenso… ma qualche passo inizia a muoverlo…
    Io sarò sempre grato alle mie “papere” e penso che i tuoi “pulcini” sempre lo saranno verso di te…
    8)

  40. Chiara Chiara ha detto:

    Grazie Ale
    🙄

  41. lucy ha detto:

    al n. 39 c’è una versione ungarettiana del successivo n. 40! gli oculisti ringraziano o devo contattare il mio pusher?

  42. dctango dctango ha detto:

    😀 😀 😀

  43. dctango dctango ha detto:

    Riguardo alle sequenze imparate a memoria confermo che frequentando salòn e milonguero o apilado, al contempo, ho notato che le sequenze o figure imparate nel primo difficilmente riescono poi con ballerine sconosciute in milonga. Confermo: credo che alla fine imparino a ballare “bene” tra di loro e le donne fanno quel qualcosa in più perchè sanno che glielo stai marcando, che in definitiva è quello che devono fare per completare la figura. Non so se mi sono spiegato….

  44. lucy ha detto:

    nzomma…

  45. dctango dctango ha detto:

    Cioe’in uma sequenza di passi ho notato che portando la donna ad un passo finale ben preciso, quelle con cui ballo salon me lo fanno, ma se ne trovo una qualsiasi in milonga e marco la stessa sequenza di passi non mi seguono. Questo naturalmente non vale sempre e comunque ritengo piu’ che validi i miei maestri.
    Ho invece l’impressione, quando vado a lezione, che la ballerina che mi viene affidata, spesso jolly, faccia i passi non perche’ glieli sto marcando ma perche’ li sa’ a memoria e allora le faccio i tranelli e marco solo quando voglio io e non di seguito. Capito mi hai ???

  46. lucy ha detto:

    ma una raccomandazione fondamentale dei maestri di solito è, ai maschi, di mettere dentro quello che si è appena appreso, in un momento qualunque in modo da verificare la correttezza.
    fai bene a tendere tranelli…anche perché… se ci cascano… eheheheheh!

  47. dctango dctango ha detto:

    Infatti, mi diverto da matti !!! 😆

  48. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    Anch’io spesso faccio così (solo a scuola però!), e ci cascano!!
    Ma a difesa della mujer, va detto che non puoi infilzare i passi più diversi in modo incoerente, uno dietro l’altro, è difficile aspettarsi tutto e il contrario di tutto: la musica domanda una coerenza nei movimenti, e se sei coerente, la mujer in genere ti segue, no?

  49. dctango dctango ha detto:

    Non è mica detto !!! Dovrei farti vedere la sequenza che ho in mente io e a parole può esser compresa male quindi non la spiego neanche. Ho imparato a farla bene ma la donna di solito la fa’ solo se ha capito cosa voglio farle fare perchè l’ha già studiata. Capito ?

  50. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    ma chiunque può metter su una sequenza infinita di “passi trabocchetto”, quelli cioè che non si usano mai insieme, con l’effetto di disorientare, ma giova solo a scuola, per aumentare la reattività della mujer, se lo fai in milonga, è per farti odiare!

  51. dctango dctango ha detto:

    no in milonga non lo faccio mai anche perchè sarebbe inutile.

  52. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    Io poi evito assolutamente le sequenze troppo lunghe…. le sequenze lunghe non sono opportune, perché diventi meno reattivo al corpo della donna, tendi a forzare per arrivare in fondo… e soprattutto non è detto che la donna si diverta subito.
    Talvolta in milonga devi porti anche l’obbiettivo di farti accettare la volta dopo quando riprovi ad invitarla… 😉

  53. dctango dctango ha detto:

    Quella che ho in mente io sono solo tre passi.

  54. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:

    e allora descrivila!!!!!!!!

  55. dctango dctango ha detto:

    Parti in salida laterale, la porti all’ocho, le passi davanti come per fare un ocho cortado ma invece le marchi un gancho dietro la tua gamba. Eò’ veramente difficile descriverlo, dovrei mostrartelo. Si basa molto sull’accelerazione che dai quando le passi davanti mentre lei sta facenso l’ocho alla sua sinistra.

  56. lucy ha detto:

    aaaaaaaaaaaahh?? (alla natalino balasso)

  57. dctango dctango ha detto:

    Ecchiè Natalino Balasso ?

  58. Alessandro Alessandro ha detto:

    lucy Dice:
    Dicembre 23, 2007 a 11:22 am

    al n. 39 c’è una versione ungarettiana del successivo n. 40! gli oculisti ringraziano o devo contattare il mio pusher?

    uah uah!… mi sa che abbiamo lo stesso pusher… ma il mio ha dimenticato di spiegarmi come funzionano i tag blockquote cite =””
    Vedo comunque che anche il tag quote non va un granchè… ora provo con il bold per riportare i commenti ai quali voglio replicare…

    emanueleemanuel Dice:
    Dicembre 23, 2007 a 2:15 pm

    Io poi evito assolutamente le sequenze troppo lunghe…. le sequenze lunghe non sono opportune, perché diventi meno reattivo al corpo della donna, tendi a forzare per arrivare in fondo… e soprattutto non è detto che la donna si diverta subito.
    Talvolta in milonga devi porti anche l’obbiettivo di farti accettare la volta dopo quando riprovi ad invitarla… 😉

    Lungi da me l’essere polemico… ma io conosco “solo” tre passi…
    avanti
    indietro
    laterale
    Considerato che poi ci sono le rotazioni (360 gradi… meglio se non fatti tutti insieme)
    Considerato che poi ci sono le lunghezze dei passi diverse
    Considerato che poi ci sono le accelerazioni (controtempo o contrattempo come alcuni dicono)

    Qualcuno mi spiega “COSA SONO LE SEQUENZE” ?!?!?!

    sono forse quelle cose che quando entri devi assolutamente finirle a costo di salire sopra la coppia che ti sta davanti o di lato perche’ altrimenti non sai come uscire?
    Belle belle… ma se trovi qualcuno sulla tua strada?
    Belle belle… ma sei sicuro di saperle marcare bene? (prova a farle con una ballerina che non sia del tuo corso…)

    Chi balla “apilado” deve avere la capacità di improvvisare con lo spazio che ha a disposizione… in qualsiasi momento… in qualsiasi direzione… a volte lo spazio e’ ridottissimo e allora si riducono i passi… (ma non si sacrificano le varianti ritmiche…) a volte lo spazio c’e’ e allora si possono osare passi lunghi…
    Non ci sono sequenze predefinite… e se ci sono (se piacciono alcune sequenze) possono essere sempre interrotte in qualsiasi punto (o quasi…) all’occorrenza…

  59. dctango dctango ha detto:

    Però io non sarei così drastico, amico mio…
    Avendo frequentato per anni salòn vevo dire che sin dall’inizio mi hanno insegnato a venir fuori da una sequenza che non può e non deve finire, per i motivi che giustamente dicevi.
    Le sequenze le insegna anche il maestro di milonguero da cui vado anche se non le chiama mai così, anzi non le chiam aaffatto, e constano per esempio di due tre passi uno di fianco all’altro comepuò essere partenza laterale, cammminata in parallelo, enrosque, ocho ocho o rotazione o voleo, come la si vuole finire….
    anche se continuo a sostenere che detto via internet è un casino capirlo…

  60. dctango dctango ha detto:

    😛

  61. Chiara Chiara ha detto:

    Dc la sequenza che descrivi mi pare di un banale esagerato…se ben fatta…anche per una che sa come si fa un gancio, ma non frequenta i tuoi corsi. Importante è il comando; importante che la tua gamba tocchi la sua coscia (così lei sicuramente può farti un gancio senza ammazzarti la gamba); importante è che pieghi un poco la gamba per farle un pò di posto e facilitarle il compito; non parlo delle spalle e del tuo busto, anche quelli importanti.
    Se lo comandi bene, una che non dorme in piedi, qualcosa si inventa, se proprio non ti fa il gancio 🙂
    Magari la prossima volta che balliamo insieme mi mostri il tuo repertorio e vediamo se rimaniamo in piedi! 😆

    Per rispondere ad Ale, le sequenze sono una successione di passi avanti, di lato, indietro,con o senza rotazione, create per togliere un pò di ragnatele dalla testa di tanti ballerini che non sanno mai cosa far fare alla donna. Gli insegni i passi base, quelli che dici tu e poi mostri qualche sequenza: in tutti gli apprendimenti fai esempi di applicazioni per imparare. Ecco! Le sequenza sono esempi di applicazioni della teoria dei passi base…
    L’importante far notare agli allievi quali sono i passi base che compongono la sequenza e inculcare loro bene in testa che le sequenze non sono Vangelo e si possono tagliare, copiare e incollare come si vuole secondo occorrenza!
    🙂

  62. dctango dctango ha detto:

    Sarà ma io puntualmente trovo ballerine che me lo fanno senza batter ciglio ed altre che non sanno che pesce prendere 😆
    Riguardo alla banalità è tutto da vedere perchè se non ti ricordi di accelerare e non porti la donna verso di te alla fine diventa tutto piu’ difficile… 😛
    Come una a cui continuavo a marcare il voleo e mi diceva “è inutile che mi marchi il voleo tanto non lo so fare”. Appunto, se una una cosa non l’ha studiata, poi è difficile che la sappia fare. Invece una mia amica che non l’ha mai studiato, il voleo, lo improvvisa. Non viene un gran che ma almeno ci prova… e soprattutto quando sente il comando lo fa’ anche se le viene male. Meglio provare, neh ?

  63. dctango dctango ha detto:

    Riguardo al repertorio è molto modesto, Chi, come spiegavo qualche commento fa’ il mio maestro ci sta facendo lavorare su pochissime sequenze con variazioni ritmiche e soluzioni finali piu’ o meno diverse, ma sempre poche.
    Del corso di salòn, invece, ricordo la sequenza appena spiegata e un’altro passo carino che ti farò vedere e che puntualmente le tanguere ignare, che cioè non lo hanno studiato, non mi fanno, mentre invece puntualmente funzia o quasi, con quelle del mio stesso corso.

  64. Chiara Chiara ha detto:

    Si! si si!
    Non vedo l’ora. Mi piacciono le novità e gli esperimenti!
    🙂

  65. dctango dctango ha detto:

    O famo strano ? 😆

  66. Alessandro Alessandro ha detto:

    Chiara Dice:
    Dicembre 23, 2007 a 5:44 pm

    Per rispondere ad Ale, le sequenze sono una successione di passi avanti, di lato, indietro,con o senza rotazione, create per togliere un pò di ragnatele dalla testa di tanti ballerini che non sanno mai cosa far fare alla donna. Gli insegni i passi base, quelli che dici tu e poi mostri qualche sequenza: in tutti gli apprendimenti fai esempi di applicazioni per imparare. Ecco! Le sequenza sono esempi di applicazioni della teoria dei passi base…
    L’importante far notare agli allievi quali sono i passi base che compongono la sequenza e inculcare loro bene in testa che le sequenze non sono Vangelo e si possono tagliare, copiare e incollare come si vuole secondo occorrenza!

    Gulp!!! non pensavo che qualcuno mi avrebbe preso sul serio… il mio commento era volutamente provocatorio (forse troppo ma ahimè so’ fatto così…) ed ironico…

    So cosa sono le sequenze… insomma… in ogni stage ti fanno una sequenza di passi che poi viene volgarmente chiamata ” il passo ” mentre io volevo puntualizzare che “il passo” e’ in realtà un insieme di tanti pezzetti ben piu’ semplici… e che si puo’ benissimo fare cosi’ come e’ stato insegnato ma si puo’ anche dividere in due… tre… quattro… e ricomporre all’occorrenza… Le varianti sono praticamente infinite…

    Mi ricordo ancora le prime volte che ho ballato con delle tanguere di un’altra scuola che puntualmente, marcando un giro a destra lo consideravano uno ocho cortado e tornavano indietro…

    riprovavo… e tornavano indietro…. ma io volevo andare oltre…e fare il giro… niente da fare…. in milonga cosa fai? Ti adatti… e fai l’ocho cortado… (o ti metti… orrore… a fare il “maestro da sala” )

    ….ma questo non e’ tango! Anche ai principianti… ed oserei dire SOPRATTUTTO A LORO… ed alle donne in particolare si deve insegnare che il tango e’….

    IMPROVVISAZIONE!

  67. lucy ha detto:

    forse tornavano indietro perché non “aprivi” abbastanza…oltre naturalmente ad eseguire quello che avevano appreso. per far fare un giro alla donna sul lato “chiuso” bisogna che, tanto per cominciare, la spalla dell’uomo non sia un ostacolo: altrimenti è come se dicessi
    “vieni” e poi chiudessi la porta. una che fa? torna indietro.

  68. dctango dctango ha detto:

    Arcigulp !!! Ed io che pensavo che Ale fosse l’unica persona seria della combriccola 😆
    Invece anche lui butta lì le sue provocazioni e noi neanche ce ne accorgiamo….
    Comunque sono d’accordo. Per me ormai i corsi sono diventati una sorta di esercizio, quasi ginnastica. Poi in milonga cerco di mettere in pratica, ma cercando di mescolare tutto quello che già so con quello che ho imparato e a dire il vero anche a lezione quando il maestro dice “ballate” già lo faccio.

  69. Chiara Chiara ha detto:

    Stragulp!
    Io sono una persona seria! Chi mi conosce lo sa (vero Mario?) 😉
    Se mi fate una domanda io rispondo! 🙂

    A parte gli scherzi, il tuo tono ironico, sardonico e sornionico, caro Ale, sprizzava da tutte le lettere!
    Però ci tenevo a precisare che non si devono demonizzare le sequenze. Sono solo esempi di combinazioni. Fossimo tutti geniali nella creazione come lo sono stati ad esempio El Cachafaz o Petroleo, allora le sequenza non servirebbero. Ci darebbero tre mattoncini Lego e con quelli costruiremmo anche il Palazzo del Sultano. Ma non siamo tutti così: spiace dirlo!
    Magari prima impariamo le sequenza e ci mettiamo con l’animo in pace, ben consapevoli però che sono esempi di combinazioni di mattoncini Lego. Poi rilassati, le spaciughiamo, le mischiamo e, talvolta, pensiamo anche di aver inventato qualcosa di nuovo!!!!
    🙂
    E non è bellissimo tutto ciò!
    Basta lasciar fare al tempo, anche perchè col tempo impari a conoscere la musica, ed è sempre e solo lei che ti dice cosa fare!
    😉

  70. dctango dctango ha detto:

    Paperella hai perso la linguetta ??? 😆

  71. Alessandro Alessandro ha detto:

    lucy Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 7:51 am
    forse tornavano indietro perché non “aprivi” abbastanza…oltre naturalmente ad eseguire quello che avevano appreso. per far fare un giro alla donna sul lato “chiuso” bisogna che, tanto per cominciare, la spalla dell’uomo non sia un ostacolo: altrimenti è come se dicessi
    “vieni” e poi chiudessi la porta. una che fa? torna indietro.

    Parole SANTE cara Lucy… tutto puo’ essere… ma visto che, di rado… molto di rado… ma ogni tanto capita ancora con alcune principianti provenienti da scuole di dubbia professionalità… lo escluderei… (spero di non peccare di troppa presunzione… ma lo escluderei anche per i primi mesi… aprivo aprivo… tant’e’ che talvolta si meravigliavano di trovare un ostacolo dall’altra parte… )
    Il problema e’ di chi insegna le sequenze senza dire che non necessariamente si devono portare a termine…
    Spero di essermi spiegato meglio… 😉

    dctango Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 9:39 am
    Arcigulp !!! Ed io che pensavo che Ale fosse l’unica persona seria della combriccola

    E vai che l’avete trovato quello serio… ma dico… con un blog di provenienza come “tangodipendenti” di serio c’e’ poco poco… 8))) (nel senso buono… s’intende…)


    Chiara Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 9:51 am

    A parte gli scherzi, il tuo tono ironico, sardonico e sornionico, caro Ale, sprizzava da tutte le lettere!
    Però ci tenevo a precisare che non si devono demonizzare le sequenze. Sono solo esempi di combinazioni.

    Hai ragione e condivido completamente il tuo intervento Chiara… le sequenze sono utilissime e talvolta ci affezioniamo (forse troppo) ad alcune…
    Sarebbe interessante, come detto prima, che le scuole insegnassero DA SUBITO che non necessariamente la sequenza inizia e finisce li’… e se trovi qualcuno che vuole fare qualcosa di diverso… dovresti seguirlo…

    Per gli uomini e’ piu’ difficile… (ahi ahi non voglio scatenare un inferno eh… non fraintendete…) ma per le donne… una volta che imparano a SEGUIRE… metà del “lavoro difficile” e’ fatto!!!!

  72. dctango dctango ha detto:

    Comunque sull’ocho cortado ti do ragione, certune fanno solo casino, ma perchè non conoscono o non hanno ben metabolizzato il passo.

  73. lucy ha detto:

    cari fratelli…un’ultima seria considerazione prima di accingermi all’allestimento della cena di questa sera… quando dc dice che i corsi ormai sono solo ginnastica mi fa tornare alla mente un discorso fattomi da un maestra argentina poco tempo fa: della fatica a tenere corsi avanzati regolari perchè dopo due o tre anni la maggior parte a parte gli stages (che spesso secondo me lasciano il tempo che trovano) pensa di non dover frequentare più.

    anch’io uso l’immagine dei mattoncini lego (e non solo per ragionare sulle sequenze-non sequenze di tango) quando voglio spiegare che la creatività non è anarchia ma un atto razionale e regolato sul quale appreso il linguaggio basico si può costruire all’infinito: dalla casina squadrata al castello delle fate. chia’ semo proprio proff!
    AUGURONI A TUTTI!

  74. dctango dctango ha detto:

    Io penso sia più utile frequentare le milonghe che investire tempo e denaro solo nei corsi. E una volta i grandi milongheri come facevano che non c’erano scuole ? Eppure ballando dalla mattina alla sera diventavano grandi e creativi. ‘Milonga Magistra Balli’ 😆

  75. lucy ha detto:

    uno dei grandi vecchi viventi a cui devo il secondo definitivo innamoramento per il tango eduardo arquimbau mi raccontò in che cosa consisteva il loro “ballare dalla mattina alla sera”: si trovavano tra uomini e insistevano insistevano perchè dovevano fare bella figura con le ragazze in milonga: più scuola di così! dicendo che pensi sia più utile la milonga confermi esattamente quello che dicevo. infatti tante volte si vede gente che ha collezionato vizi e non è cambiata di una virgola. la scuola impegna e siccome non dà soddisfazioni immediate è anche una buona palestra per l’umiltà di fondo che è l’ingrediente basilare per continuare ad apprendere. sono serafica sono natalizia finirò appollaiata sull’abete!
    bacioni.

  76. dctango dctango ha detto:

    Io ne ho iniziata una, di scuola, che soddisfazioni immediate ne da’ veramente poche. Eppure per me è diventato un esercizio indispensabile, quasi un rituale settimanale. Ma sarebbe davvero poca cosa se accanto non vi fosse la milonga. Quello che dici tu è vero, che si trovavano tra uomini, ma io so anche di gente che passava le giornate intere in milonga a ballare con le donne – parlo evidentemente di un passato abbastanza recente – e che lo fa’ ancora senza prendere più tante lezioni. Gino una volta aprì una mini-querelle sul ‘non prendere più lezioni’ ma ballare e basta. Anche questo lo ritengo sbagliato così come per me è sbagliato buttarsi a prendere solo lezioni.

  77. lucy ha detto:

    ovvio che le lezioni non sono fine a se stesse, ci mancherebbe! ma la milonga sola fa qualche disastro. anche le braccia da cui passiamo o le donne che voi uomini abbracciate lasciano traccia. a volte in una sera in cui io ballo per i fatti miei (io non sono selettiva) e jump altrettanto, ci ritroviamo un po’… quantomeno da rimettere in ordine. per cui se non c’è una buona scuola alle spalle si fa presto a crescere storti. quella scuola però non farà divieti di sorta ai propri allievi, sia chiaro!

  78. dctango dctango ha detto:

    Certo che se dopo 6 anni hai ancora bisogno di andare a scuola qualche problema ce l’hai !!! Parlo per me. Infatti io credo di aver appreso l’a, b, c, del ballo e potrei fermarmi continuando a praticare in milonga come fanno tanti. Invece continuo perchè per me è un esercizio utile ma non indispensabile.
    Altro discorso per il cambiodi rotta che ho fatto sposando il milonguero – tenendo comunque l’amante, il salòn – in questo caso significa proprio iniziare di nuovo da 0 !!!

  79. lucy ha detto:

    se dopo vent’anni hai bisogno di andare a scuola vuol dire che non hai problemi, a mia detta. tu credi forse che i grandi se la facciano e se la raccontino da sè? non credo proprio.

    cambiare uno stile è fatica, ma fino ad un certo punto: da zero mi sembra eccessivo. non capisco come mai chi ti ha insegnato salon non ti abbia mai mostrato le opportunità dell’abbraccio chiuso in alternativa a quello un po’ più aperto. inoltre (e qui rientriamo in topic) milonguero non è solo apilado-issimo. e non è solo i quattro passi, come già detto. per cui tutto

  80. Chiara Chiara ha detto:

    Dc dice
    E una volta i grandi milongheri come facevano che non c’erano scuole?

    Questa è un’altra delle grandi leggende metropolitane sul tango. Non c’erano scuole? Ma per favore! C’erano pure i libri!!!

    🙂

  81. lucy ha detto:

    …per cui tutto questo separare e distinguere mi pare ozioso.

    non solo c’erano le scuole, ma io oggi mi guarderei bene dal credere ad un insegnante che mi si raccomanda come uno che ha imparato solo in milonga: primo non è vero neanche per i leggendari, due è meglio per noi che non abbia imparato solo in milonga.

  82. dctango dctango ha detto:

    Chiara, le scuole visitate in modo ossessivo come ai giorni nostri non credo proprio. Oggi esiste l’industria del tango: prima sei principiante, poi intermedio, poi avanzato e poi ? Superavanzato ??? O si ricomincia da 0 perchè ti hanno sopravvalutato ??? Ma por favòr…Allora ha ragione Gino, 4 passi e milonga, milonga e poi ancora milonga. Oggi io vedo che moltissimi danno estrema importanza agli stages, alle lezioni con più o meno blasonati maestri, e non riescono più a staccarsi da questo cordone ombelicale. Una volta non era così, care amiche mie, perchè non credo avessero nenache le risorse materiali per potersi permettere delle scuole con blasonati maestri.

    Riguardo all’abbraccio stretto questo lo praticavo già dal salòn, certo che si. Quello che cambia adesso, e rischio di essere ripetitivo, è che c’è una ricerca maniacale del ritmo e del “camminare sulla musica” che sinceramente mi sta meglio delle figure.

  83. Chiara Chiara ha detto:

    Caro Dc. Qui non parliamo di pareri e di “secondo me”, ma di storia.
    Le scuole c’erano eccome. E anche signore scuole. E signori maestri che aprivano sedi in Europa, Stati Uniti e Giappone. Proprio come oggi. Ovviamente le modalità erano diverse: non c’era internet, non c’erano i cellulari, volare era cosa di lusso, ma c’era tutto l’indotto.
    Anche chi si faceva spennare dai maestri.
    E c’erano anche i maestri che in patria erano nessuno e che decidevano di andare a farsi grandi all’estero. Sicuramente il modo di insegnare e di apprendere era differente.
    Non c’era youtube per prendere ispirazione per questo o l’altro passo.
    Quando un ballerino aveva creato una coreografia per uno spettacolo o una esibizione o una gara (si perchè c’erano pure quelle!) se la poteva tenere per anni, tanto non l’avevano già vista su youtube (Copes docet!).
    Ecco, forse avevano meno esigenze di innovazioni perchè non c’era un pubblico ogni giorno più esigente e ben informato.
    Ma sostanzialmente il mondo è sempre lo stesso. Se la pensiamo diersamente siamo degli illusi!
    🙂

  84. dctango dctango ha detto:

    Io non credo sia così, Chiara, e non sto certo parlando degli anni 50-60 ma di prima. Io rimango con le mie convinzioni e reputo i soldi che spendo per il tango come “soldi devoluti al mio esercizio fisico e mentale” come se andassi in palestra ne’ più e ne’ meno. Ormai, ripeto, credo che dopo tanti anni basti e avanzi quello che ho appreso. Quello che manca sempre, invece, è il tempo da passare in milonga. Ma cosa credi che i miei amici argentini, almeno quei pochi che ho, continuino a prendere lezioni ? Ebbene no !!! Al contrario passano molte più ore di noi in milonga: qui sta la differenza tra noi e loro, credetemi ragazze !!! In Europa il tango ha assunto aspetti speculativi, gli argentini lo hanno capito e loro stessi hanno assunto lo stesso atteggiamento con i turisti italiani.
    Sarò diventato anch’io un talebano ??? 😆

  85. Chiara Chiara ha detto:

    Oh yes!
    Chi va con lo zoppo….
    🙂
    😀
    🙂

  86. dctango dctango ha detto:

    E chi è lo zoppo ? 🙂
    Gino, Piero o Pier Aldo ?

  87. lucy ha detto:

    io non so chi sia gino, non sono fanatica di maestri e mi sono fatta l’occhio per capire quello che va bene a me nel vasto panorama, ma nego fortemente che milonga e milonga e poi ancora milonga. io dico studio studio studio studio (peccato non disporre di più tempo)e poi sì ballare ballare ballare. quanto all’ossessione del ritmo nel milonguero soltanto, mi pare una mistificazione. i famosi “passi” o “figure” nel salon come li fai? a caso? ovunque si fanno lezioni di ascolto e ritmo, se i maestri non sono dei cottimisti delle figure. di’ piuttosto che i maestri insegnano spesso quello che gli allievi vogliono: cioè le figure, per far br…. ops!…bella figura in milonga milonga milonga. le palle di natale di mettersi lì ad ascoltare e ad andare sulla musica non ce le abbiamo in tanti. e siccome che c’è il bisness…

  88. dctango dctango ha detto:

    I miei attuali maestri di salòn badano al ritmo in modo direi equilibrato.

    Riguardo al milonguero non è mistificazione ma è come si balla: scusa, se non c’è musicalità non c’è ballo, ma è solo ginnastica con un sottofondo di musica.

    Agli stages che ho frequentato io, con blasonatissimi maestri, questi se ne sbattevano letteralmente del tempo e badavano di più a….non lo dico dai che è Natale !!!

  89. lucy ha detto:

    scusa ma credo tu non abbia capito: io dico chi insegna milonguero bada al ritmo e secondo te gli altri no? tutti devono badare alla musicalità! si vede che hai incontrato maestri salonisti esclusivi e senza particolari, tutte loro, propensioni ad insegnare al di fuori della musica, che mi sembra, francamente, una gran scempiaggine. non ti convertire al santo credo milonguero perchè mi diventi un altro, se non talebano, un po’ separatista! te lo dice una milonguera-cane-sciolto, dall’interno dello stile: le guerre di religione tra scuole e stili la fanno, purtroppo, i milongueri fissati coi quattro passi. il tango milonguero è una miniera. ma, prima di tutto, viene il TANGO. cosa sia questa cosa nessun sa.

  90. dctango dctango ha detto:

    Si, ma io non sto dicendo che tutti quelli che fanno salòn non badano al ritmo. Anzi ti sto dicendo,al contrario, che i miei insegnanti di salòn vi badano in modo più che equilibrato.
    Dico solo che ho notato che molti di quelli che insegnano questo stile, ma anche il nuevo, danno priorità alla figura prima che al tempo con cui si fanno i passi e questo può essere un limite. Credo che fare passi ampi e a tempo sia anzi più difficile che farli stretti e a tempo, mi pare ovvio, perchè nell’allungare il passo rischi di perdere delle battute, perchè è più difficile mantenere l’equilibrio ecc.

    Io non sono affatto separatista !!! E secondo te un separatista continuerebbe a frequentare lezioni di salòn ? Ti sto solo dicendo che ho notato una maggiore propensione a dare importanza al “camminare sulla musica” e a “fare poche figure” nel corso di milonguero: questa è obiettività non è ne’ talebanismo ne’ separatismo.

    Il fatto è che il mio attuale maestro di milonguero, che è molto bravo, forse uno dei più bravi – ma non lo considero certo un Dio in terra – bada molto a questo aspetto: sarà forse che si è accorto che in milonga la maggior parte ballano fuori tempo ?
    Eppoi insegna 3 sequenze in un corso e batte su quelle per tanto tempo: ma questo è un metodo, non vuole certo dire che sa fare solo quello, vuol dire semplicemente che bada alla qualità e non alla quantità e questo io lo apprezzo. Preferisco fare meglio 4 passi come Dio comanda anzichè cento figure da arruffone per sentirmi dire “bravo, quante cose mi hai fatto fare” da una ballerina che vuole solo apparire e non sa nemmeno se si è mossa seguendo la musica.

  91. dctango dctango ha detto:

    Poi uno rischia di esser scambiato per presuntuoso perchè ritiene di aver raggiunto il limite. Io credo che invece accettare il proprio limite, cioè capire che non arriverai mai a fare quello che fanno i tuoi idoli, i tuoi maestri etc, sia una forma di profonda umiltà. E’ come dire: “io sono arrivato qui e qui mi fermo perchè di più non posso fare e mi accontento di quello che ho imparato perchè mi consente comuenque di ballare in milonga anche se non so fare 100 passi”: questo vale per tutti gli stili mi pare…

  92. Alessandro Alessandro ha detto:

    Sempre piu’ soddisfatto del seguito che sta avendo il mio post mi accingo a replicare… 8)))


    dctango Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 4:05 pm

    Agli stages che ho frequentato io, con blasonatissimi maestri, questi se ne sbattevano letteralmente del tempo e badavano di più a….non lo dico dai che è Natale !!!

    Anche io ho frequentato qualche stage… e devo ammettere che non tutti ti insegnano “il passo” per fare bella figura. Molti si… certo… mentre altri ti insegnano “qualcosa di diverso”. Nella mia breve esperienza tanguera ho incontrato due personcine spettacolari. Uno e’ Sebastian Arce che mi e’ piaciuto molto in una lezione sulla ritmica (Fivizzano 2007). Ahime’ ho ancora da capire bene adesso… ma questa e’ colpa mia perche’ non mi sforzo mai di provare quanto avrei dovuto apprendere!! Peraltro era un concetto abbastanza difficile, non tanto da capire quanto da applicare…

    Altro giro… El Pulpo (Norberto Esbrez)
    Uno spettacolo… uno stile particolare…
    Gli stage secondo me possono darti molto… a patto di prenderli come “spunto di riflessione” e poi approfondirli… e sempre che tu li segua con qualcuno di compentente ma soprattutto che ti piaccia dato che, per fortuna, non tutti abbiamo gli stessi gusti…


    Chiara Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 3:52 pm

    Caro Dc. Qui non parliamo di pareri e di “secondo me”, ma di storia.
    Le scuole c’erano eccome. E anche signore scuole. E signori maestri che aprivano sedi in Europa, Stati Uniti e Giappone. Proprio come oggi. Ovviamente le modalità erano diverse: non c’era internet, non c’erano i cellulari, volare era cosa di lusso, ma c’era tutto l’indotto.
    Anche chi si faceva spennare dai maestri.

    Sicuramente c’era Chiara… secondo me c’erano i Maestri (degni di questo nome… mentre oggi si trova di tutto…) e c’era il Tango. Non c’era Internet… era tutto diverso… piu’ “lento” sicuramente. Oggi tutto si deve rinnovare… deve cambiare… deve stupire… il milonguero (per tornare un po’ in topic… visto che stiamo sconfinando…) era l’unico stile… ed il fatto che non si finisca mai di imparare non bastava piu’… ci si e’ dovuti “aprire” per avere piu’ possibilità… ribaltare tutto “sull’altro lato” sgambettare… fare “scena” fare spettacolo… fare “esibizioni” (avete mai visto esibizioni di stile milonguero?!?!?!) esportare il tango…
    farlo “vedere” per poterlo vendere meglio. I maestri di oggi… e’ vero… ci vendono quello che vogliamo… ci vendono corsi per intermedi che in realtà sono per principianti… corsi per avanzati che in realtà sono neppure intermedi… perche’ ognuno si sopravvaluta… pensa di essere “bravo!!!!”

    Io ho seguito (anche) il corso per principianti allo scorso festival di FIVIZZANO, cosa che mi ha dato fra l’altro la possibilità di conoscere meglio due persone splendide che sono Stefano Giudice e Marcela Guevara… dico… al corso PRINCIPIANTI non c’era praticamente NESSUNO!!! una volta eravamo due coppie!!! male che andasse eravamo 4 o 5 !!!

    Dc… chiedevi cosa c’e’ oltre l’avanzato?!?! Hanno inventato il Masterclass… oppure i corsi per chi vuole insegnare!!! le cose si inventano… quando il business chiama…

    Come sempre per me ci vuole la giusta via di mezzo… Un buon corso regolare con dei buoni maestri (io per trovarli devo fare 100 KM a settimana… ma ne vale la pena… inutile andare in una scuola comoda e vicina che non di serve a nulla o peggio… ) Possibilmente una persona con la quale provare… e… SCANDALO… ai giorni d’oggi… secondo me fa BENISSIMO provare con un uomo!!! non dico ballare… tantomeno apilado… ma per imparare… fa bene invertire i ruoli… fare la parte della seguidora per capire come comunicare meglio… provare provare provare….

    I “vecchi” argentini provavano fra uomini… forse allora era per forza di cose… ma secondo me e’ utilissimo… (ma questo sara’ oggetto di un altro post… )

    😉

    riprendo quest’ultimo concetto poi chiudo… promesso…

    lucy Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 3:35 pm

    se dopo vent’anni hai bisogno di andare a scuola vuol dire che non hai problemi.

    Questo e’ fondamentale… NON SMETTERE MAI DI IMPARARE… e torno al mio concetto di base… applicabile a molti campi…

    PIU’ SAI… E PIU’ SAI DI NON SAPERE….

    (ahimè c’e’ tanta gente che crede di sapere tutto…)

  93. dctango dctango ha detto:

    Io ne faccio ben 160 km alla settimana per andare dal maestro di cui sopra e certo non solo per fare ginnastica dal momento che per me il milonguero costituisce nuova frontiera.
    Ma non penso che andare a lezione tutta la vita faccia il buon milonguero, non è affatto detto, pure perchè a scuola di solito c’è poca rotazione e balli sempre con la stessa ballerina. La vera scuola per me rimane la milonga, lì si che hai sempre da imparare, perchè sempre diverse sono le condizioni in cui ti trovi, le situazioni etc. In milonga la variabileimpazzisce e ti può veramente capitare di tutto !!!
    Invece credo che col tempo possa essere utile seguire lo stage o la pratica di qualche buon maestro, senza esagerare, almeno una tantum.

  94. dctango dctango ha detto:

    A me hanno raccontato di gente in Argentina che passa le intere giornate in milonga se non le intere serate di tutta la settimana e vi ho detto tutto….

  95. dctango dctango ha detto:

    Si Ale, il sondaggio direi che ha avuto una ottima audience, ma devi ammettere che anche noi siamo degli ottimi gregari nel fomentare le querelle… 😆

  96. Chiara Chiara ha detto:

    Andiamo per ordine
    Ale dice: avete mai visto esibizioni di stile milonguero?!?!?!

    In continuazione e addirittura pubblicizzate per attirare gente in milonga!!!
    La trovo anche io una contraddizione di termini, ma a quanto pare la pensiamo in pochi a questo modo.

    Dc dice
    Il fatto è che il mio attuale maestro di milonguero, ….. Eppoi insegna 3 sequenze in un corso e batte su quelle per tanto tempo…

    Scusa ma che senso ha?!
    Se le figure sono tre, va benissimo, ma veramente poi non serve andare a lezione per limarle o serve solo pratica a non finire in milonga!?
    A scuola funziona così: l’insegnante spiega, ti da gli strumenti per capire, poi l’alunno va a casa e con i suoi tempi, i suoi strumenti, i suoi metodi studia e rielabora il tutto.
    Poi torna a scuola e si va avanti!
    Purtroppo se gli alunni non studiano devi ricominciare daccapo. Ed è frustrante (vero Lucy?)
    Nel tango dovrebbe essere la stessa cosa. Per questo credo che una lezione a settimana sia più che suff. se a casa (o in milonga o in una pratica) fai esercizio.

    Vabbe!
    🙂

  97. dctango dctango ha detto:

    Il discorso “milonguero” è differente, l’ho già detto, perchè per me è una novità, adesso. Vedo le differenze e molte di queste le apprezzo, come ad esempio l’insistere più sul fare bene una o poche sequenze anzichè impararne 50 male, come fanno in taluni corsi e non ditemi che non è così…
    Ma non è pensabile che io basi tutto sul corso. Per me, e lo ripeto fino alla nausea, è più importante l’esperienza della milonga…con pezzi diversi, donne diverse, condizioni le più differenti che possono presentarsi con tutta la loro variabilità di soluzioni !
    Riguardo alle esibizioni di milonguero mi è capitato di vederne qualcuna ed in questo Dori può “docere”.

  98. Alessandro Alessandro ha detto:

    dctango Dice:
    Dicembre 24, 2007 a 6:04 pm
    ….
    Ma non è pensabile che io basi tutto sul corso. Per me, e lo ripeto fino alla nausea, è più importante l’esperienza della milonga…con pezzi diversi, donne diverse, condizioni le più differenti che possono presentarsi con tutta la loro variabilità di soluzioni !
    Riguardo alle esibizioni di milonguero mi è capitato di vederne qualcuna ed in questo Dori può “docere”.

    Esibizioni di milonguero (apilado) non hanno davvero senso perche’ e’ uno stile che ha come obiettivo il “piacere” della coppia che balla e non della gente che guarda… Crea intense emozioni diverse dal “divertimento” che puo’ regalare invece una tanda elettronica… magari una bella milonga… Divertimento sia della coppia che di chi la guarda… mentre nell'”apilado” gli spettatori non sono contemplati…
    Le esibizioni, che sicuramente esistono, sono comunque dedicate a chi vuole imparare… e non al “grande pubblico” “ignorante” (nel senso che ignora) tutte le varianti…

    Per quanto riguarda i corsi… se gli insegnanti non ti “costringono” a cambiare… sono d’accordo con te… ballare sempre con la stessa persona e’ deleterio… ci si adatta reciprocamente e gli errori restano.
    I miei Maestri invitano sempre al cambio coppia… e spesso “costringono” poco diplomaticamente… a volte direttamente separando uomini e donne in due file e accoppiando via via come capita… (Mitici!!!) cosi’ capita di ballare con chi magari non ti piace “a pelle” e che non avresti mai invitato… e scopri invece ballerina (o ballerino) niente male… 😉

    Concordo sulle “ore di milonga” (naturalmente si dovrebbe dire “ore di ballo” perchè anche nel tango c’e’ chi (uomo) sta fermo e non balla… (odiato da tutte le tanguere che… se non e’ proprio un “terminator” lo considerano uno “spreco” 😉
    Ci vorrebbe un patentino… “tot ore di ballo” o “tot tande” come per i piloti si contano le ore di volo…
    Ma anche questo non sarebbe significativo della effettiva esperienza del ballerino…

    Chiara dice che basta un’ora di lezione e poi pratica… vero… verissssssimo! ma purtroppo non tutti hanno il tempo o la possibilità di praticare (a casa o in una milonga…) e forse per questo ai corsi si “ripassa” spesso…

    x Dc

    Concordo… come gia’ detto… quando si riescono a notare le differenze… la soddisfazione e’ grande… (piu’ o meno quanto lo sconforto di guardarsi alle spalle e vedere che finora si e’ stati un po’ troppo “approssimativi…” )

  99. dctango dctango ha detto:

    Naturalmente va da se’ che per imparare questo ballo non basta un anno. Per persone normali, come credo siamo noi, 3-4 anni possono essere sufficienti a raggiungere un livello direi soddisfacente. Non fanno testo le donne che in media imparano molto più velocemente. Lo so è antipatico fare numeri, io li faccio sulla mia esperienza e su quella di altri che conosco. Poi chiaramente se uno è curioso e volenteroso può continuare a spaziare e a studiare finchè ne ha voglia.

    Ho sotto gli occhi l’esperienza di un amico che dopo i suoi tot anni di studio, adesso balla da una decina d’anni e non va più a lezione da parecchi, salvo fare qualche stage ogni tanto; invece va a ballare in media 3 volte a settimana tutte le settimane ed è letteralmente adorato dalle tanguere che lo conoscono.

  100. lucy ha detto:

    il fatto di essere adorato dalle tanguere non fa testo. le tanguere in genere adorano a prescindere dalla reale eleganza, padronanza della tecnica etc. basta che le fai ballare. tra x che balla bene e y che balla così così è evidente che preferiscono x, se x invita… ma se x si “concede”… y è adorato. y farebbe bene ad andare a darsi una levigata ogni tanto e non con gli stages. e anche, se non “soprattutto”, se balla i famosi “quattro passi”… così poi gli faranno altari e corsie di damasco e broccato addirittura.

  101. renzonico ha detto:

    Ragazzi, non so voi che realtà avete sotto gli occhi, ma qui al nord sia gli “apiladi” che gli “salonisti” fanno pietà…mi trovo spesso nelle milonghe a fermarmi per osservare la sala e raramente vengo colpito da ballerini/e eleganti e virtuosi.
    si lo so, non siamo a b.a., ma tutti questi che poi si definiscono ballerini di provata fama o maestri, dovrebbero fare un passo indietro…

  102. Alessandro Alessandro ha detto:

    renzonico Dice:
    Dicembre 27, 2007 a 9:01 pm
    …..
    si lo so, non siamo a b.a., ma tutti questi che poi si definiscono ballerini di provata fama o maestri, dovrebbero fare un passo indietro…

    Gulp… il problema… e’ proprio questo… questi ballerini di “provata fama” FANNO SPESSO O QUASI SEMPRE “UN PASSO INDIETRO”….

    il problema è che il passo indietro che fanno e’ l’ 1 (uno) della salida basica!!!

    ahahahahah…

    me la canto e me la rido… scusate ma non sono riuscito a trattenermi…

    tornando leggermente piu’ serio… beh… non esageriamo… “fare pietà” e’ veramente una sentenza esagerata… io stesso nel mio piccolo conosco alcuni ballerini (parlo di persone normali… non di maestri) che sono bravissimi…

    X lucy…

    non ho capito bene tutte le equazioni tra x ed y …. (sara’ l’ora e la giornataccia che ho passato…) ma in sostanza non credo che alle tanguere basti essere invitate. Dalle mie parti alcune adorano letteralmente una persona (che peraltro adoro anche io perche’ semplicissima e molto “alla buona”… che balla da molti anni…) perche’ si sentono completamente a loro agio con lui… non sanno spiegarsi perche’ (e quando mai ci riescono…) ma quello e’ l’obiettivo che mi prefiggo… non di essere “bello” da vedere… ma “piacevole” da ballare… e spesso le due cose non vanno di pari passo…

    x Dc… Ovvio che non basti un anno… al primo anno capisci piu’ o meno in che ambiente sei capitato… per gli anni successivi… non lo so… 8))) anche io sono “novellino” eheheh… ma penso che tre o quattro siano appena sufficienti per raggiungere un livello “discreto”… (e con tanto… tanto impegno…)

  103. lucy ha detto:

    mi sembra che diate (renzonico e alessandro) dei giudizi abbastanza duri sui ballerini delle vostre parti.
    chissà perché, ma quelli che ballano male sono sempre gli altri.

    confermo: le ballerine all’ottanta per cento vogliono ballare. se ballano bene, tanto meglio, altrimenti, diranno che “hanno ballato”.
    non lo ammetteranno mai, neanche sotto tortura, ma… date retta. certo che non lo vengono a dire a voi.

    non ho parlato di ballerini belli da vedere, ma eleganti, che è un po’ la stessa cosa, ma insieme, molto di più. e mi dispiace per chi si accontenta dell’esame delle ballerine adoranti e non fa autocritica. può essere indotto in errore e a impigrirsi: che è quello che in questo topic non ho fatto che dire.

    evviva il passo indietro e la salida basica! sto imparando da uomo e dopo vvvvai col passo indietro a tutto spiano! se non altro per rifarmi del disco rotto del passo indietro che non si fa e bla bla. povero passoindietro, mostricciattolo scacciato da tutti, sinonimo di imbranataggine, pericolo valanghe, orrore delle milonghe, terrore dei quattropassisti, chiodo fisso dei tangheri alle prime armi cui è stato fatto un corso apposta antisalida, antipassoindietro, specie di legge 626 sulla sicurezza in milonga.
    vieni piccolo mostro, ti difenderò io, zia lucy sta sempre dalla parte del torto.

  104. Alessandro Alessandro ha detto:

    lucy dice…

    evviva il passo indietro e la salida basica! sto imparando da uomo e dopo vvvvai col passo indietro a tutto spiano! se non altro per rifarmi del disco rotto del passo indietro che non si fa e bla bla. povero passoindietro, mostricciattolo scacciato da tutti, sinonimo di imbranataggine, pericolo valanghe, orrore delle milonghe, terrore dei quattropassisti, chiodo fisso dei tangheri alle prime armi cui è stato fatto un corso apposta antisalida, antipassoindietro, specie di legge 626 sulla sicurezza in milonga.
    vieni piccolo mostro, ti difenderò io, zia lucy sta sempre dalla parte del torto.

    Perdonami cara zia Lucy… ma io non sapro’ certo ballare bene… mi guardo bene dal dire cio’… tuttavia il “passo indietro” e’ soltanto una questione di educazione e rispetto…

    ben venga il passo indietro… anche io lo faccio… ma SOLO se ho la certezza (o quasi) di non pestare i piedi (o le caviglie) a NESSUNO!!!

    Ben venga chi ti calpesta i piedi… e ben venga anche il ballerino che ti porta appiccicato alla coppia che lo precede… contenta tu!

    E’ solo questione di educazione… e quella si apprende (o si dovrebbe apprendere…) alle prime lezioni!

  105. Chiara Chiara ha detto:

    Caro Renzonico
    ti suggerisco di non guardare solo l’eleganza o la tecnica, ma di vedere chi si sta divertendo veramente … e allora qualcuno in più lo trovi!
    🙂
    😀
    🙂
    Eh Lucy.
    Zitta col passo indietro che se sente Gio parte con le sue cavalcate all’indietro (nel verso della ronda però) che non finiscono più! 🙂

  106. dctango dctango ha detto:

    Forse ci dimentichiamo, troppo spesso, che la maggior parte di noi non sono ballerini di professione oppure che non hanno delle basi di ballo come background.
    Questo non è da sottovalutare. Non ci meravigliamo quindi che per avere dei risultati non dico buoni ma appena discreti ci vogliano anni.
    Poi ci sono dei maestri, come il mio, che ti fanno passare anche un corso intero su due sequenze e quello che puoi mostrare in milonga è molto poco (ndr ecchissenefrega). Ma a me sta bene: meglio 2 sequenze fatte dignitosamente e come Dio comanda anzichè mille figure fatte da pasticcioni. Poi ci sono quelli che riescono ad assimilare parecchio e che si muovono anche a tempo facendo mille figure, ma io non ricado in questa categoria, quindi mi accontento così.
    Il tango richiede tempi lunghi di acquisizione per la gente normale.

  107. lucy ha detto:

    eh, certo: chi fa il passo indietro lo fa di sicuro addosso agli altri, e chi non lo fa è automaticamente rispettoso.
    manicheismi. ci sono mille modi per essere cafoncello in milonga e mille modi per essere un signore: con o senza passo indietro. io non ho mai dovuto soffrire a causa di ballerini maleducati che se ne fregano degli altri e mi sbattacchiano in giro: semmai ho ricevuto regalini indesiderati da altre coppie. ma ciò non toglie che avercela con quei due poveretti della s.b. e del p.i. mi sembra sinceramente ridicolo. e manicheo. e di certe scuole di pensiero. siccome io sono una ribelle nata, capisci bene come mi infastidisca per i luoghi comuni.
    ciò detto senza pretesa alcuna di aver ragione.

  108. angelo ha detto:

    Non ho avuto tempo di leggere i precedenti commenti, e rischio di dire cose già dette. Ma faccio fatica a classificare il tango, il tango come danza ovviamente. Perché, per esempio, io devo ballare, e per di piu’ per convenzione, tutto un tango con abbraccio stretto? Non é piu’ bello allargare o stringere l’abbraccio, e quindi il contatto fra i corpi, sopratturtto se é la musica che mi spinge a farlo? E per musica intendo, per esempio, il suono del bandoneon, il quale, a sua volta, viene aperto e chiuso dal musicista di turno proprio come un abbraccio.
    Variare l’abbraccio, talvolta anche sciogliere l’abbraccio, vuole anche dire rilassare la muscolatura di braccia e spalle, che tende spesso a irrigidirsi un poco. Vuol dire maggiore libertà per la ballerina, maggiore spazio per la “sua” improvvisazione.
    Vuol dire potersi guardare in viso, per un attimo, eventualmente sorridersi. E poi ritornare stretti, perché é la musica che mi riporta li’, e non un abitudine.
    Imporre, per definizione, un abbraccio stretto o largo riduce il tango (mi riferisco al tango, non alla milonga de “ciudad” che musicalmente é altra cosa)a una cosa tipo “o così o pomì”, che stride con la complessità e ricchezza espressiva propria del tango.

Rispondi a Chiara Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*