Le 7 meraviglie di Piazzolla!

PUBBLICATO IL 23 Febbraio 2008

Finalmente ho potuto ascoltare dal vivo l’operetta Maria de Buenos Aires di Piazzolla di cui abbiamo parlato anche  QUI. Giovedì sera, Laura Escalada, la regista e vedova del maestro, era, con il suo stuolo di musicisti e cantanti, al Teatro Rossini di Pesaro. Una ghiotta occasione da non lasciarsi scappare. E infatti il teatro era pieno pieno.

Si spengono le luci e una voce fuori campo chiede di non fare foto, di spegnere i cellulari e di non applaudire fra un quadro e l’altro, per non spezzare la magia dell’opera; dicono per facilitare a tutti la comprensione…. Obbedisco a ques’ultima richiesta ma con grande fatica. A ogni finale la voglia di applaudire per me è fortissima, soprattutto quando ho due dita di pelle d’oca per l’emozione. Come fai a dire a un bambino che si trova davanti a un banco di caramelle e giocattoli colorati di non fare esclamazioni e di non battere le manine?  😉
Non vi racconto i particolari, ma dico solo che musicisti e cantanti, dal primo all’ultimo, mi son piaciuti tantissimo. E chi ha scritto questa musica era Piazzolla, mica uno qualsiasi! 🙂
Durante l’esecuzione, seppure un pò a fatica per il buio, son riuscita a leggere il testo dei brani, che mi ero stampata nel pomeriggio. Leggendo, qualcosa in più son riuscita a capire, anche se era comunque bellissimo guardare i musicisti, il pizzicato dei violini, il canyengue del contrabbasso, gli effetti speciali del percussionista, le pose di Maria, del Duende e del Payador (Lucy ti sarebbe piaciuto…un gran bel pezzo di ragazzo con una voce stupenda…).

Finita l’esecuzione si son accese le luci e ci siamo sfogati con gli applausi. E’ stato commoventissimo vedere i musicisti, i coristi, i cantanti e Laura, visibilmente incantati dalla bellezza di questo teatro cosi colmo di gente; ci fotografavano dal palcoscenico!
Mentre uscivamo ordinatamente dal teatro, ci accompagnavano le note di Santa Maria del Buen Ayre (QUI) dei Gotan Project. Allora scherzosamente mi son diretta verso il palcoscenico per fare le mie rimostranze ai musicisti che stavano smontando gli strumenti. “Dopo Piazzolla i Gotan? Ma vogliamo scherzare?” 🙂
Ne ho beccati un paio che carinamente si sono avvicinati: ovviamente hanno dato la colpa al tecnico del suono e anche loro eran concordi sul fatto che la scelta non fosse la più felice. Abbiamo parlato un pò con loro e con l’autista che li sta scarrozzando per l’Italia in questo mese di tour. I complimenti son stata la prima cosa, poi  ci hanno detto che li ha stupiti questo amore così diffuso in Italia per Piazzolla e hanno paragonato il Rossini al Teatro Colon! Senza nulla togliere al Rossini, direi che sono un bel pò ruffiani questi argentini! 😉
Nel frattempo Deborah era fuori a farsi fotografare con Laura … ormai la foto con i vip è un “must”! Poi magari ci racconterà cosa si son dette!

Deborah con Laura Escalada

Ma veniamo al titolo del post. Il sette (Meri Lao dove sei???)  🙂

Nel leggere i testi di Ferrer durante l’esecuzione, mi ha molto stupito il continuo ricorso al numero sette, in tutta l’operetta.
Nella Balada para un organito loco si dice: “… la Niña María creció en siete días…” e fin qui ci siamo. Poi Ferrer aggiunge il biblico “Settanta volte sette”: “Setenta veces los siete vientos del Sur, la han alzado…” e ancora “Setenta veces los siete asombros le habrán robado…”; ma non è finita.

Nel Poema valseado si dice: “…oigo el arcángel de la prostibulería, frasear su acorde canallesco a siete voces que suenan siete y son siempre la mía….”

Nel Miserere canyengue de los ladrones antiguos en las alcantarillas dice: “… y abrimos al grito de siete bandolas
un séptimo sello lunfardo y maduro…”, ma anche “… bien hembra y bien sombra, sangrada por siete navajas de Sol”.

Nell’Aria de los analistas si dice: “…un bello remordimiento que hace su trágico intento con siete libriums impares”, e “…le ganaban con sietes y onces de risa”.

Infine in Tangus Dei dice: “Hoy es Domingo y atorran hasta los séptimos tangos”, “setenta reencarnaciones de un jesusito nonato se arrancara del los huesos del vientre, setenta clavos…”.

Allora chiedo aiuto a che ne sa di più. Sicuramente il suono di questa parola ha guidato la scelta del poeta Ferrer, ma credo che dietro ci sia di più, vista la magia e la sacralità di questo numero. Ancora non ho letto il Dizionario del sette di Meri Lao (ma è già uscito?) e dunque non so se abbia trattato o meno l’argomento; certo è che questa cosa mi ha incuriosito e ho pensato molto a lei durante la rappresentazione!!! Spero che voglia dirci qualcosa di più! E’ stata invitata alla discussione!  🙂

Un caro saluto
Chiara

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4 commenti

  1. deborah deborah ha detto:

    Serata emozionante, il collo mi è cresciuto di qualche centimetro a forza di allungarlo per godermi meglio ogni dettaglio. Sinceramente non ho sentito la mancanza dei ballerini.
    Incuriosisce anche me la storia del sette, speriamo che qualcuno ci illumini.
    L’incontro con Laura è stato bellissimo, sono uscita dal palchetto e me la sono trovata davanti. Troppo forte la tentazione di stringerle la mano, sorridente, elegantissima, forte e dolce al tempo stesso. Con voce emozionata le ho fatto i complimenti e mi ha detto meravigliata: – “Così giovane e ti piace la musica di Piazzolla? Solo questo mi riempie il cuore”-. Sono rimasta colpita, a parte che non sono “così giovane” ma comunque pensavo fosse ben consapevole di quanto è amato e stimato in tutto il mondo, a prescindere dall’età. Ho sentito come un bisogno di trasmetterle più gratitudine e di dimostrarle ancora più affetto dopo quelle parole, ma giusto il tempo di rubarle una foto al volo e un bacio finale.
    Nel viaggio di ritorno tutto aveva già il sapore dei ricordi indimenticabili… poi lo scorrere dell’autostrada, il tango a tutto volume e la luna piena non ci hanno fatto nemmeno accorgere che eravamo già sotta casa… vero Chiara?

  2. Chiara Chiara ha detto:

    Vero, vero! Tutto incredibilmente vero!!!
    🙂

  3. motogio ha detto:

    …………. sol
    … DO

  4. maniacus ha detto:

    beate che che potete avere molto a portata di macchina, da questo punto di vista, vi invidio molto. 🙂

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