"Il Tango è arte non Moda…"

PUBBLICATO IL 24 Febbraio 2008

Il nostro amico Maniacus ci ha segnalato una lettera inviata al quotidiano Unione Sarda in cui, un indignato tanguero, rispondeva a un articolo di qualche giorno prima in cui, attraverso i soliti stereotipi, si cercava di fare della pubblicità al tango, come fenomeno di costume.

Unione Sarda

La lettera dice:

<< Il Tango è arte non Moda… Da imparare lentamente. Un cenno di capo – cabezeo – vuol dire: “Balli?”.
E’ il tango: non occasione per veline o tronisti dall’abito “in” e i capelli impomatati come i vecchi tangheri di Buenos Aires. Lei accetta e… vedi la differenza.
E’ Vero che sorgono come funghi le scuole di tango, che ora insegnan tutti in tante milonghe. Ma c’è una passione che traspare nitida e contagiosa, in chi, come noi vecchi allievi, prima di affrontare una figura, un boleo, fiocco o quant’altro, ha passato settimane a imparar che il tango è prima dentro, che è una disciplina del corpo, la ricerca dell’asse, della complicità, sinuosità, la grazia e la sensualità. …
Anni fa, se dicevi:” frequento il tango agentino” rischiavi che ti ridessero in faccia, oggi è una moda, oggi si balla il tango rock, e gli svolazzamenti di gambe si sprecano. A difesa di questa arte soave e sensuale insieme, noi vecchi (ma di esperienza) sorridiamo fischiettando note di Piazzolla e Gardel, senza fissarci, godendo anche di altro si intende.
Per favore non uccidete quest’arte dicendo che “è un occasione per agganciare…”. Poi, chi lo vuol far, ben gli vada!
Siempre en el corazon.
>>

El indio
Foto by Maniacus

Ottimo spunto di discussione. Cosa ne pensate?
Un caro saluto e grazie a Maniacus.
Chiara

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28 commenti

  1. Niky ha detto:

    Non me ne vogliate, ma secondo me si incrociano due temi gia’ trattati: “il tango e’ di moda ?” E i luoghi comuni del tango.”

    Cosa volete che vi dica….

    Secondo me il tango si presta ad agganciare. Se fossi single e in preda a tempesta ormonale con qualche tanguera ci avrei gia’ provato. Tuttavia tutti sapete che non e’ questo il primum movens che mi spinge a praticare questo ballo (e’ o’ vero ?) e come me tantissimi altri tangueros condividono questa vera e propria passione per questa cultura.

  2. lucy ha detto:

    è il solito tango visto “da fuori”: a me va bene che ne parlino a vanvera, così arriva più carico di quel appeal idiota che hanno molti fatti di oggi. così più gente vi si accosterà e qualcuno resterà catturato dalla sua natura multiforme e profonda. diversamente, se lo presentassimo noi, come ci tocca talvolta fare (e io le vedo le facce di “chi non sa” che restano sconcertate!), forse riusciremmo poco convincenti. perchè parliamo di lentezza, pazienza, strada infinita e irta di ostacoli; sottolineiamo che non si finisce mai d’imparare, che è una cosa da sentire dentro e bla bla. che c’è nel mondo di oggi, che vive l’attimo, la novità, che brucia tutto in men che non si dica, che possa avere qualcosa di familiare col tango? nemmeno l’amore, che gli è più prossimo, perchè anche quello si consuma, come un pasto, un paio di scarpe, una gita. cosa volete che possiamo fare noi se non apparire i soliti invasati, fuori-di-testa, noiosoni? bisogna trovare un linguaggio, una comunicazione nuova, che smonti sto becerume che gira intorno al tango, ma anche tutto il castello che sappiamo di languori e interiorità di cui non gliene può fregare de meno al vasto pubblico.
    la lettera del tanguero sardo è, in questo senso, sbagliata: è una comunicazione ovvia ad un’immagine erronea e altrettanto ovvia che sta circolando. va detto per inciso: non è che i maestri argentini che si esibiscono in giro suggeriscano l’idea di tango che sta a cuore a chi lo balla. danno l’impressione di una cosa spettacolare e, se me lo concedete, allo stato attuale, quelli che ci sanno fare con l’escenario sono anche quelli che sono i più gettonati dai tangueri stessi per quanto riguarda stage etc. trovo pertanto futile prendersela con chi ci vede come i praticanti di una disciplina piena di sberluccicamenti, quando sotto sotto molti tendono là. se no andrebbero a scuola di milonguero e pure del tipo più essenziale.
    dai, va là, che anche noi abbiamo le nostre belle contraddizioni! 😉

  3. Niky ha detto:

    Non bisogna nemmeno essere ipocriti nel senso che il tango non e’ neanche il sesso degli angeli e come in tutti i costesti dove ci sono uomini e donne la scintilla puo’ scoccare. Guai se non fosse cosi’. Unica cosa: credo che si verifichi come in qualsiasi altro ambiente e che non sia il tango in se’ a provocare certi incontri e qui sta il luogo comune.

  4. lucy ha detto:

    non solo: ma gli incontri in quel senso sono una parte infinitesima rispetto ad altri tipi di rapporti, belli, meno belli, che si instaurano.

  5. Niky ha detto:

    Questo l’ho potuto constatare.
    Proprio oggi arrivera’ a Piacenza Alessandro di Tangodipendenti…
    mia moglie non riesce a capacitarsi come io riesca a fare amicizie via internet… Non sa che il tango puo’ cementare rapporti anche a distanza.

  6. lucy ha detto:

    possono deludere, come invece riservare delle conferme o delle vere sorprese: è il nostro tempo che suscita queste modalità… però,noi, venendo da un altro mondo, abbiamo ancora bisogno del contatto fisico. il tango credo salvi questa parte di umanità e di dialogo anche dei corpi, che non sono “altro” dall’anima, e di cui c’è, forse più che in passato, bisogno.

  7. Niky ha detto:

    Proprio di recente ho sentito una vecchia conoscenza mediatica la quale mi ha detto di esser rimasta delusa dall’ambiente del tango e di esserne uscita.

  8. lucy ha detto:

    infatti: quando dico “meno belli” mi riferisco a meschinerie che purtroppo fanno cadere…le migliori intenzioni. nel tango ci sono come ovunque, mi dicono tutti, per smorzare la mia ribellione quando colgo aspetti poco piacevoli. ma: non siamo quelli che dicono tutte quelle belle cose tipo la lettera al giornale, non siamo quelli che il tango è sentimento? e poi: in un ambiente ristretto in cui, almeno localmente, ci si conosce tutti o quasi, le cose brutte si notano e fanno male di più che non quelle “di fuori” che sono diluite nel vasto mondo. NOOOOO?

  9. Niky ha detto:

    Io non idealizzo il nostro piccolo mondo. VEdo il bello ed il brutto nel tango come nella vita, ne’ piu’ ne meno. Poi considera che il tango si presta anche a facili guadagni quindi questo influisce anche e negativamente nei rapporti interpersonali.

  10. lucy ha detto:

    è qui che casca l’asino. con l’aggravante che chi non frega il prossimo agli occhi dei più xe un mona.
    notavo ieri che i tangueri vanno alle feste da 15 euro e non nelle milonghe gratuite o semigratuite. lo dice anche un amico dei dintorni di roma.
    evidentemente, coi mona che non fregano il prossimo, ma lo fanno per passione, nessuno vuole averci a che fare! evvai! bell’esempio: per niente commerciale, tutto sentimento, passione… guarda: mi strappo le vesti!
    ops! girati, niky! 😉

  11. Niky ha detto:

    Se ti strappi le vesti io guardo e riempo un secchio con la mia bava…

  12. Niky ha detto:

    😆 😛

  13. lucy ha detto:

    ^__________^

  14. Niky ha detto:

    Per me e’ una forma di snobbismo andare alle feste dove si paga.

  15. lucy ha detto:

    infatti! ma tu lo sai gente che ha trovato da ridire per un euro che me la sono ritrovata a feste costose e distanti (aggiungi la benzina)? posto che uno va dove gli pare, la logica vorrebbe che cercasse di non svenarsi, non mugugnasse “all’incontrario” e, semmai, favorisse chi si dà da fare “per la gloria”. per quello dico: le impressioni che diamo, unite ai luoghi comuni, non sono favorevolissime, specie per chi si accosta un po’ incerto e viene più facilmente respinto dalla spocchia, dalla mancanza di calore, dallo snobismo, dalla contraddizione tra la chiacchiera sul tango e il gesto che ne consegue. per rimanere nel tango ci vuole quel quid che forse avevi già dentro di te. ma io penso ai molti e molte che con una spinta potrebbero diventare degli appassionati, solo se li aiutassimo un pochino.

  16. Niky ha detto:

    Io la spocchia la vedo gia’ in certe principianti. Della serie se non sei il supermaestro con te non ci ballo. Poi quando non le fa’ ballare piu’ nessuno abbassano le piume….

  17. lucy ha detto:

    negli uomini succede un po’ dopo: della serie sei esperta e attempatella? mo’ vieni che con te ci ballo volentieri, sorbole! poi quando sanno fare quei quattro passettini, i più, non solo non ti invitano, ma manco te sa-lu-ta-no!

  18. Niky ha detto:

    Sciorbole !

  19. maniacus ha detto:

    vedo che il dialogo tra voi due è stato molto serrato.
    Premesso che non so chi ha scritto quella lettera, penso che il tango sia un fatto personale di musica, ballo, modo di essere, c’è chi ci vive sul tango e chi ci arrotonda il reddito familiare, va benissimo, è normale che aspiri ad avere il più largo seguito possibile, però bisogna mantenere una qualità alta trovare un giusto equilibrio perche non si imbastardisca e scivoli nella volgarità. Discussioni di questo tipo penso siano salutari.

  20. Niky ha detto:

    Volgarita’ ? Tipo ? 😀

  21. lucy ha detto:

    la grande sfida risiede proprio nell’allargamento, nell’inclusione, senza lo scadimento. come dovrebbe essere per la cultura in genere che, al contrario, per quanti sforzi si facciano, tarda ancora ad essere veramente patrimonio di tutti, per la cattiva volontà di chi, per ragioni diverse, non ama la condivisione piena. e così è tutto un parlarsi addosso tra “iniziati”. per quello nel mio primo commento sostenevo la necessità di modificare il tono e i contenuti della “comunicazione”.

  22. akmeno ha detto:

    Posso capire la “difesa appassionata” del tanguero sardo, ma se esistesse un “ufficio stampa” dei tangueri eviterei uscite del genere, preferirei semplicemente un “venite ad una milonga e poi raccontate”.
    In fin dei conti tutto può servire per far avvicinare potenziali tangueri, quelli che sono destinati a cadere nella rete ci cadranno. Inevitabilmente. E alla fine, quando gli si chiede: “Perché hai scelto il tango argentino?” Non ci sarà mai la stessa risposta. Forse perché chi ha scelto è stato “il tango” e non noi tangueri.

    Art

  23. Alberto Alberto ha detto:

    Più di qualcuno diceva “ bene o male basta che se ne parli.”
    Non so quanto sia vero ma penso che la pianta del tango riesca a mettere radici cosi profonde in moltitudini di persone da garantirsi sopravvivenza, anche durante le mareggiate della superficialità modaiola o le grandinate dei crudi mercificatori dei giorni nostri, ha già dimostrato nel passato eccezionali capacità di sopravvivenza e di adattamento alle avversità della stupidità umana…..
    Ci sarà sempre qualcuno che tornerà indietro a pescare negli anni d’oro anche dopo il nuevo anche dopo quello che verrà.
    Soprattutto perché, io credo, il tango può essere di tutti, sempre

  24. patrizia ha detto:

    Mi inserisco anche se un pò “fuori”, io sono anni che non ballo il tango,ho scoperto il tango negli anni 80 da un film x me bellissimo “Tangos l’exilio de Gardel” di F.Solanas musiche stupende con brani di Piazzolla, non ci crederete ma ho canticchiato per mesi “tangos,tangos tangos de gardel…” poi è uscita la cassetta musicale,(vecchi tempi eh?). Fortunatamente il tango ha cominciato ad andare di moda ed ho iniziato a prendere lezioni, cosa mi è rimasto di tutto questo? La passione per la musica di Piazzolla (che spesso non è conosciuta dai tangheri)l’avversione per il “travestimento” che mi ha sempre mosso il ricordo di “Totò le Mokò”,ed una grande nostalgia per quella capacità di ascolto di sè e dell’altro,”lo sguardo altro”la percezione di un atto creativo, la libertà di essere.

  25. dctango dctango ha detto:

    Che dici io Piazzolla lo ascolto da 7 anni !!! 🙁
    In milonga mettosempre qualcosa. In particolare alla fine della serata mi piace terminare con Oblivion (canta Milva in francese): bellissima…

  26. emanueleemanuel emanueleemanuel ha detto:


    una grande nostalgia per quella capacità di ascolto di sè e dell’altro,”lo sguardo altro”la percezione di un atto creativo, la libertà di essere.

    Patrizia, se è così, perché non riprendi?

  27. maniacus ha detto:

    Prima ho conosciuto piazzolla, solo dopo che ho conosciuto tutti gli altri e prima ancora di aver visto quel film (stupendo) a proposito patrizia esiste anche il cd della solonna sonora, come dimenticare Vuelvo al Sur cantata da Goyeneche (parole dello stesso Solanas)

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