Sotterriamo l'ascia di guerra! Ahug!

PUBBLICATO IL 21 Aprile 2008

Durante le ultime guerre fra Apache e esercito statunitense, molti giornali sudamericani e europei, raccontarono le gesta di Geronimo, Cavallo pazzo, Toro seduto, ecc…

E questo andò avanti per diversi anni, tanto che, per la risonanza, molti malavitosi parigini, adottarono questi nomi come nomi di battaglia. La stampa parigina perciò decise di chiamare “apaches” i delinquenti della città. Intorno al 1912, anche i porteñi, tanto per non essere da meno, battezzarono “Apache” i propri malavitosi, ravvisando in loro le stesse caratteristiche che distinguevano quelli parigini: “Discuten, juegan, roban, pelean, asesinan, matan. Usan en el destierro el caló parisién (il Lunfardo?)”.

  

E ovviamente il tema diventa argomento per il tango: molti titoli fanno chiaro riferimento al fenomeno. E nelle partituras compaiono le immagini di questi personaggi poco raccomandabili!
Si parte da “El apache” di Mauricio Mignot, seguendo con “El apache porteño” di Luis Bernstein. A seguire “El rey de los apaches“, di Alberto Bellomo, dedicato agli argentini residenti a Parigi. Ma non mancano quelli dell’altra sponda del Rio: il tango “Apache uruguayo” di Francisco Baldomir, vinse il primo concorso di tanghi organizzato a Montevideo. E ci sono per l’entroterra come “El apache rosarino” di Federico Gallo, o “El apache cordobes” di Ortiz; poi, anche se più tardivo, abbiamo anche un “Apache” di Juan D’Arienzo… ma ce ne sono altri.

   

Altri due titoli famosi relativi a questi personaggi della malavita, nascondono una curiosità: una coincidenza che ancora una volta di più spiega come sia difficile decidere chi vincerà la “guerra” circa la paternità del tango. Buenos Aires o Montevideo?
 

Mi riferisco ai tanghi “El apache argentino” e “El apache oriental“.
Il primo dei due tanghi, era famosissimo all’epoca – un pò meno negli anni successivi, ma oggi è tornato alla ribalta grazie alle orchestre giovanili; il secondo era meno conosciuto, anche perchè il suo autore era al suo primo tango ed era appena diciasettenne.
La strana e contorta coincidenza è che “El apache argentino” fu scritto dall’uruguayano Manuel Aróztegui (con le parole Arturo Mathón), mentre abitava e lavorava in Buenos Aires. Curiosamente “El apache oriental” (per orientale si intendono gli abitanti di Montevideo) fu scritto per scherzosa risposta dal giovanissimo e simpatico Enrique Delfino, che in quel periodo viveva e studiava a Montevideo, ma era porteño fino alla punta dei capelli!!! Uno scambio fra le sponde del Rio de la Plata! E, visto il tema, una sorta di Calumet della pace! 🙂

Un caro saluto
Chiara

 

ARTICOLI CORRELATI #

12 commenti

  1. BobSaintClair ha detto:

    Bel post Chiara, molto informativo e simpatico. Vorrei solo spezzare una lancia in favore degli indiani e cio’ è doveroso credo, ma i cattivi non erano gli indiani…:( ascoltate Fiume Sand Creek di F. de Andre’. Aloha Miss! 🙂

  2. Chiara Chiara ha detto:

    O beh! Nessuno lo metteva in dubbio!!!
    Si da quando ero piccola, guardando i film, tifavo sempre per gli indiani…e poi Tex Willer…

    Accetto l’offerta di baci e coccole, seppure virtuali!
    🙂

  3. Chiara Chiara ha detto:

    Verrei anche a trovarti sul blog, ma non so quale sia.
    Ne ho trovato uno ma è molto dark.. e non mi pare rispecchiante la tua personalità!
    🙂
    O è quello?

  4. DjMorokal ha detto:

    Chiara come sempre i tuoi post sono molto ben curati e latori di notizie interessantissime.

    Ottimo lavoro querida

  5. Chiara Chiara ha detto:

    Muchas gracias
    tres veces
    muchas gracias!
    🙂

  6. BobSaintClair ha detto:

    🙂 …e chi lo sa in futuro potrebbero essere reali?!

  7. Chiara Chiara ha detto:

    Intanto vedo se mi piacciono quelle virtali…poi chissà!
    🙂

  8. BobSaintClair ha detto:

    pciu’ pciu’…kissssSSSS sul nasino, pinzette sui deltoidi, solletico sulle braccia…bacini sul bacino, sopracciglie corteggiate e baciate leggermente, pressioni lievi andanti sulla schiena e sotto i piedini..allungamenti ..:) ….10 parole cosi’ posson bastare..per farti dimenticar..:)))? Muchas gracias guapa! (devo riprendere a studiare spagnolo oibo’)….vedo che in questi giorni c’è a roma (io sono di Latina y tu?) una serata di Tango…i narcotango(??) beh poi ti fo spere meglio ..Ciao!Bob!

  9. Chiara Chiara ha detto:

    Grazie.
    Mi son rilassata!
    🙂
    Io son di Rimini e i Narcotango li ho sentiti l’anno scorso quando son venuti a Cesena.
    Buon divertimento!

    Ma tu balli?

  10. BobSaintClair ha detto:

    Chiara dovrò deluderti (oppure no) ma non ballo, giusto un po in discoteca (free style) quando mi ci trovo o in qualche festa occasionale, ma sempre free :)) pensa che sul mio primo cellulare la suoneria era un tango…poi nn l’ho piu’ ritrovata 🙁 ….dunque mi consigli i Narcotango dimmi un po come si è svolta la serata? Sono piu’ che curioso! Rimini…ci passo minimo una volta l’anno ho un paio di amici che ci vivono 🙂 Cmq credo che il ballo nn faccia tanto per me ….. certo sentire un bel corpo caliente sul tuo..ed entrambi volteggiare tesi a ritmo di musica deve essere piu’ che bello, un sueno…mi si insinua una piccola e profana domandina, cosa ne pensi del flamenco? (lo so, disciplina totalmente diversa…ma dici..dici 😉

  11. Chiara Chiara ha detto:

    Delusa?
    Mai! Se non hai passato il tuo tempo a imparare a ballare, avrai imparato altre cose! 🙂

    La serata con i Narcotango è stata piacevole. Era in un contesto molto bello, in un vecchio teatro riadattato a locale e ristorante. Loro si esibivano, molti ballavano, noi eravamo seduti su uno dei palchetti a cenare. Qualche ballo lo abbiamo fatto anche noi, ma più che altro io ho ascoltato e osservato. Mi piace vedere come lavorano gli artisti, e se balli, ti perdi parte dello spettacolo. Se vuoi sentire il loro genere, ti rimando ai post che ha scritto Nick un pò di tempo fa QUI e QUI.

    Riguardo al Flamenco che ti posso dire?
    Non l’ho mai ballato, ma per molto tempo è stata la lezione che c’era prima del tango, dunque spesso, arrivando un pò prima vedevo questo stuolo di donne che pestavano i piedi a più non posso.
    Bello! E penso liberatorio per molte, anche perchè puoi ballare senza avere un partner. Però poi non è che ci siano tante occasioni per ballarlo, al di fuori di scuola e saggi!
    🙂

  12. BobSaintClair ha detto:

    Grazie Miss per la descrizione, ho letto anche il tuo ultimo post sul plagio, che nina de fuego :))) sei preparatissima sul tango…gazie pe avee messo la foto della pianista di baio…ooops..mi e’ sfuggita la evve ;))) mi lasci assolutamente encantado! A prestO! Bob! questo il mio sito…se ci vuoi dare un colpetto d’occhio 😉 http:/blog.libero.it/AoxomoxoA/

Rispondi a Chiara Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*