Il tango ha trasformato in ballo un gesto di accoglienza e amore

PUBBLICATO IL 30 Aprile 2014

Da 20 anni con passione cerco di trasmettere, a chi decide di concedermi la propria fiducia, struttura, regole e cultura del tango argentino o meglio rioplatense. La cosa che mi ha sempre colpito di più tra i mei allievi è il fatto che per molti di loro questo era il primo corso il tango ha trasformato in ballodi ballo in assoluto. Molti di loro non avevano mai ballato prima. La forza del tango, così intrigante da riuscire a smuovere anche le persone più pigre. Anche perchè viene percepito come qualcosa più di un ballo. Difficile definire quel qualcosa ma c’è questa molla misteriosa.
Io stesso mi sono posto la domanda del perchè ho scelto il tango. Non è stato il primo ballo che ho appreso. Anzi è stato l’ultimo, ma è riuscito a soppiantare tutti gli altri. Perchè?
Ho pensato al Molise, terra di emigranti, compresi i miei parenti. Ho pensato a mio nonno che per 5 anni lavorò a Buenos Aires prima di tornarsene al paesello nativo. Scriveva alla nonna, mi raccontava mia madre, “mucho frio, caraco de mierda!” lamentandosi del freddo. Ho pensato a mio zio emigrato a B.Aires a 16 e mai più tornato in italia.
Non erano motivazioni sufficienti anche se indubbie radici. Il tango ha relegato in secondo piano i balli che facevo in precedenza, folclore, liscio, standard e salsa, credo prima di tutto per la sua caratteristica straordinaria dell’improvvisazione, resa possibile dalla struttura del tango che giocando con l’asse e il peso della donna consente di andare in tute le direzioni e di passare da una figura all’altra senza soluzione di continuità, senza sequenze a memoria. L’improvvisazione costringe ad un’attenzione, ad un ascolto che poi sono le cause di possibili emozioni improvvise e sorprendenti, assieme alla musica e all’abbraccio. La cosa che mi colpì di più nel 1996 quando andai per la prima volta a ballare a Buenos Aires fu il fatto di vedere che la gran parte delle donne ballava a contatto con il busto, ad occhi chiusi e con un soddisfatto sorriso stampato sul volto. Invece spesso tra le mie allieve questa capacità di abbandonarsi era per loro la cosa più difficile. Soprattutto per chi aveva un passato o una cultura “femminista”. “Ma come” – mi dicevano – “abbiamo fatto tanto per emanciparci e acquisire indipendenza e autonomia e tu vuoi ricacciarci in un ruolo di 100 anni fà?”. Io rispondevo loro che ormai era appunto solo un gioco di ruoli, che non rispecchiava più quanto succedeva anche nella società tanti anni prima, e che se avessero voluto potevano anche loro apprendere l’altro ruolo, ovvero a condurre.
E’ indubbio che la presenza del Vaticano a Roma sia stato un freno, soprattutto all’inzio, alla diffusione di un ballo considerato il più passionale. D’altra parte proprio le caratteristiche dell’improvvisazione e il gioco dei ruoli hanno un ruolo fondamentale nel risvegliare o scoprire aspetti della propria femminilità e mascolinità finora nascosti. Per me così è accaduto e in più la bellezza della responsabilità di prendersi cura di una persona che ti dà una fiducia cieca, è il caso di dirlo, visti gli occhi chiusi :-), che devi evitare che urti con altre persone e che devi “convincere” in maniera soave e con un uso appropriato del corpo ad effettuare ciò che le suggerisci. Per chi frequenta abitualmente una milonga sà che ballare stretti ad un’altra persona, anche quando provoca emozioni, non significa automaticamente l’inizio di una storia, anzi il più delle volte quello che accade tra due persone rimane racchiuso in quei minuti in cui si balla, senza trasferirsi automaticamente all’esterno. In fondo il successo del tango, come ha detto qualcuno, è dovuto al fatto che ha trasformato in ballo un gesto che si perde nella notte dei tempi dell’umanità, un gesto di accoglienza, fraterno, affettuoso, protettivo, d’amore come l’abbraccio. Per noi tangueri l’elezione di un papa argentino, e per di più con trascorsi di ballerino di tango, è stato un dono immenso, una sorta di benedizione. Dio ce l’ha dato guai a chi ce lo tocca!

Antonio Lalli
tangare@tin.it

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