La sottoveste ritrovata e la ballerina scomparsa

PUBBLICATO IL 18 Giugno 2014

La sottoveste ritrovata e la ballerina scomparsa

 

di Ines Guidini

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Dov’è finita la ballerina della sottoveste verde? E’ stata mangiata dal coccodrillo, ormai molti ne sono convinti. Ma la milonga al museo La Specola di Firenze, organizzata da Liberandotango, era iniziata bene, benissimo. Era anche proseguita meravigliosamente ballando sotto gli stucchi del salone centrale, nelle salette degli animali imbalsamati e nella sala di Galileo. E tra una tanda e l’altra si poteva prendere il  fresco nel parco adiacente ai giardini di Boboli oppure  visitare gratuitamente la mostra sui cristalli millenari. La serata dedicata alla Grande Bellezza del tango è stata magnifica. 

Ma un mistero alla fine della festa ha acceso curiosità, ilarità e fantasia. E’ stato quando la guardiana del museo è arrivata tutta trafelata con una sottoveste di seta verde in mano. «Qualcuno ha smarrito questa!» Ha detto a chi stava caricando casse, sedie e tutto il resto in macchina. Qualcuno ha sorriso bonario pensando «sarà stata una ballerina distratta», qualcun altro ha detto «ok, la prendiamo noi, vediamo se domani la padrona ce la chiede». Ma quando la guardiana ha detto «l’ho trovata nella stanza del coccodrillo» qualcun altro ha avuto un sussulto. «E se fosse successo qualcosa alla ballerina?»

Eppure Galileo con quella statua imponente nella sala dei marmi, aveva protetto i ballerini. Non solo dal fatto che nella stanza a fianco c’erano più di duecento milongueros e invece lì si ballava benissimo, ma anche dal fatto che il mondo immenso scoperto dallo scienziato ci ha fatto capire tante cose della vita umana nell’universo. E anche se noi siamo delle briciole, quello che importa è che Galileo per una sera ci ha protetto dalla mediocrità. Però non dal mistero della ballerina scomparsa. O meglio, dal mistero della sottoveste ritrovata.

La sala di Galileo al museo La Specola

La sala di Galileo al museo La Specola

Davvero non si era mai sentita una cosa del genere. La scarpetta di Cenerentola sì che ha fatto storia. E’ diventata una fiaba famosa piena di simbologie con il lieto fine del principe innamorato. Ma la sottoveste no, la ballerina che smarrisce la sottoveste può essere solo una storia di tango. Perché nasconde il desiderio di accendere una passione. La sottoveste può rappresentare quell’abito da indossare solo nella seconda vita, quella dei preparativi, trucchi e profumi, ma poco usato o proibito nella prima. O potrebbe rappresentare la voglia di fuggire oppure di essere rapita. Oppure ancora, lasciando una traccia, il desiderio di essere cercata. Ma, poi, in realtà la sottoveste è stata ritrovata, lì nella stanza del coccodrillo imbalsamato. Mentre la ballerina è scomparsa. Una storia tinta di giallo e di immaginazione.

Forse il tango «francese» ballato da Giorgio Jr Giorgi e Daniela Conte l’ha colpita al cuore? La melodia struggente de «La chanson des vieux amants» è stata ballata con l’immagine moderna del tango, secondo l’idea di Liberandotango. «Nel tango ci si sceglie insieme, non c’è la bambolina appoggiata all’uomo macho» sostengono Giorgio e Daniela, che portano il tango nei luoghi d’arte da anni, seguendo un progetto artistico che mette insieme le emozioni con la danza. «Vogliamo tirare fuori dal tango la parte migliore, senza portarci dietro tutto, perché nel tango a volte c’è anche il maschilismo e tante altre cose» tiene a precisare Giorgio. La lezione prima delle esibizioni al La Specola, ha proposto la cultura dell’incontro. Una magia vera nell’abbraccio, che forse può far smarrire o addirittura rapire, perché seduce e lascia un segno.

 

La milonga al Museo era iniziata con una prescrizione del medico: «Il tango è come un farmaco, prendetelo ballando tre volte alla settimana» aveva detto la dottoressa Maria Grazia Giovannini, un’amica milonguera e ricercatrice neurofarmacologa all’università di Firenze. La dottoressa aveva tenuto un bellissimo seminario sui benefici del tango dimostrati dalla scienza. «Crea anche un po’ di dipendenza» aveva detto Maria Grazia. «Ma non ci sono veri e propri effetti collaterali».

Ed è stato con la ricetta in tasca che i ballerini si sono preparati alla milonga. Poco prima alcuni fortunati si sono accodati al direttore del museo, Guido Chelazzi, per una visita alla «specola», che da il nome al museo più antico d’Europa (1775), oggi anche centro di ricerca universitario.  La «specola» nel Settecento era la «vedetta», la zona di osservazione dei pianeti e delle stelle, voluta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo

Nelle tre stanze con cannocchiali e strumenti di osservazione del cielo ci sono enormi finestroni che si affacciano sulla città, ma facendo un’ulteriore scala a chiocciola si giunge sulla terrazza del museo. E se i potentissimi occhi con i loro metalli lucidi hanno fatto immaginare le luci delle stelle e i colori dei pianeti, dalla terrazza lo sguardo si è perduto sull’intero panorama di Firenze con le cupole, il verde, i viali, l’Arno e luci del tramonto.  Uno spettacolo e una gioia dove, sì, ci siamo persi un po’ tutti, almeno per qualche minuto. A dimostrazione che il confine tra il cielo e la terra a volte non esiste. E che la Grande Bellezza, si mostra sempre a chi la vuol guardare.

 

Firenze vista dalla terrazza del museo

Firenze vista dalla terrazza del museo

  • Continua il tour della Grande Bellezza del tango nelle serate di milonga organizzate tra i Beni Culturali e Ambientali d’Italia. Tutte le associazioni sono invitate a segnalarci la milonga in palazzi e dimore : ines.guidini@faitango.it
HA SCRITTO PER NOI #
Inés Guidini

Sono nata a Buenos Aires e vivo a Roma. Sono giornalista di professione e scrittrice per passione. Il mio motto è "insegui le emozioni e metti il coraggio nelle cose che fai". Ines è il nome di mia nonna che non ha potuto mai ballare il tango. Lo ballo sempre anche per lei

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3 commenti

  1. angela angela ha detto:

    …La Grande Bellezza si mostra solo a chi la vuole guardare è verissimo!!! 🙂 Gr
    azie

  2. grazia ha detto:

    da quando ho iniziato a ballare ” il TANGO ” sento che per respirare ho più bisogno di ” TANGO ” che di aria…..!!!!

  3. Jonny ha detto:

    Ciao Angela complimenti per il vostro lavoro, è stato un piacere ballare un tango nuevo con te. Jonny

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