Roma 17 Dicembre 2014 – “Un tango per il Papa”

PUBBLICATO IL 22 Dicembre 2014

“…dove ci sono abbracci non ci sono guerre!” 

Arriva come una fucilata la frase strozzata dall’emozione di Cristina Camorani*, impossibile non sottoscriverla è autentica e potente come questo sole stagliato sul cielo azzurro di una Roma lustrata dalla pioggia e smagliante di luce nella piazza dell’abbraccio per eccellenza: Piazza S.Pietro. Il compleanno di Papa Francesco quest’anno ha un regalo speciale Un tango dedicatogli da oltre 3000 ballerini che sono venuti da tutta Italia, dal mondo e che facendo tam-tam dai social hanno aderito a questa idea semplice e straordinaria al tempo stesso. Abbracciarsi e ballare tutti insieme per un motivo alto, vero, autentico: un segno di pace in un giorno speciale in omaggio ad un uomo speciale e “rivoluzionario” come il nome che porta. Sarà il “viento pampero”, che lui per primo avverte, sarà che Papa Francesco ha un carisma e un’umanità fuori dalla norma, sarà che è lui stesso il primo ad entusiasmarsi, (mai quanto vorrebbe davvero!) ma oggi nessuno si sente fuori posto, nessuno è inadeguato in questa piazza. Oggi ognuno ha un suo ruolo nell’essere protagonista di questo gesto collettivo semplice che è il massimo dell’accoglienza per il genere umano: l’abbraccio.

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Èd è così che tutti ci sentiamo, abbracciati l’uno all’altro nell’intenzione di essere lì, nei saluti degli amici/ballerini che si rivedono in quest’occasione dopo anni o mesi, nei sorrisi che sono stampati come il sole sulle facce dei presenti, nell’energia che poco a poco sale, allarga la ronda sulle note delle orchestre di tango più famose Troilo, D’Arienzo, Biagi, Laurens, Di Sarli, Pugliese…e prende tutta la piazza in un bellissimo movimento generale che in barba ai sanpietrini ci porta al cuore di questo avvenimento: ballare insieme per il Papa. È bellissimo il calore che sentiamo legarci dentro a questo tango che è anche un tango simbolico, un segno che una collettività unita dal basso, al di fuori degli schemi preordinati dagli interessi può muoversi spontaneamente sull’onda di una condivisione profonda e agire, lanciare un messaggio positivo, non violento, potente. Forse non siamo più abituati a credere che sia possibile, forse il cinismo individualista che nutre la separazione da ciò che è bello, il pessimismo scorato di una crisi che sembra uccidere ogni speranza futura, l’avvicendarsi di avvenimenti locali e nazionali che “sporcano” continuamente i titoli dei giornali di un fango cui rischiamo di assuefarci ci fanno pericolosamente dimenticare che stare bene insieme SI PUÒ ed è più semplice di quello che crediamo! Basta percorrere la stessa distanza l’uno verso l’altro per incontrarci al centro, prendersi le mani, avvicinarsi, fare silenzio, chiudere gli occhi e lasciare che la musica si faccia ascolto, sentimento, azione che muove i passi, l’anima, il cuore. Lasciarsi andare e trovare nella condivisione di un abbraccio un motivo di necessità non ha niente di razionale, ma così tanto cuore da smuovere in un giorno feriale di dicembre 3000 persone verso un unico obiettivo.

 

Non è un caso che sia il Tango, non è un caso un Papa argentino e tanguero che della vicinanza sta facendo il simbolo del proprio pontificato, non è un caso che un ballo all’epoca trasgressivo e rivoluzionario nato dal basso e dalla sofferenza della lontananza abbia trovato nell’unità di un abbraccio la giusta compensazione ad un dolore lontano e inesprimibile, ad un sentimento che colma la distanza, abbatte l’idea di separatezza che sta alla base di ogni solitudine, di ogni violenza, di ogni miseria.

L’umanità del tango e l’umanità di Francesco parlano una lingua comune fatta di passi, di abbattimento di barriere e di eccessi di privilegi verso un’ideale di condivisione che travalica l’ideale stesso per riportarlo alla terra, la stessa di cui si riappropriano i tangueri principianti nelle prime lezioni di tecnica, quella stessa che accarezzano ballando, la stessa che li sostiene, la stessa che ci nutre. Qualcosa di commovente attraversa gli sguardi che si incrociano, lo leggo negli occhi di chi è presente ed è un regalo per noi che siamo lì dalla mattina presto questo sentimento comune. Si fa strada l’idea che il vero regalo il Papa ce l’abbia fatto lui facendoci incontrare per la prima volta in un raduno così grande e così libero, facendoci sentire nel cuore che era un sogno possibile da realizzare e, parafrasando il Natale, seguendo una cometa emiliana in tanti siamo arrivati ballando a questa epifania del cuore sull’onda di un viento nuovo, inaspettato e sorprendente. È la prima volta, ma siamo sicuri che non sarà l’ultima, questo è solo l’inizio. Finalmente!

 

“Grazie tangueros!” infiamma la piazza il Papa,

“Grazie Francesco!” rispondiamo dal mondo del Tango.

 

Angela Manetti

*Cristina Camorani, Conventello (Ravenna) insegnante di tango, ideatrice e organizzatrice dell’evento

 

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Angela Manetti

Designer grafica editoriale e pubblicitaria dell'area fiorentina, si occupa di progettazione e comunicazione su tutto il territorio nazionale da oltre venticinque anni. Balla tango da sei anni, vive e lavora a Prato. È autrice, in collaborazione con Faitango, della guida "Facciamotango! La prima guida al Tango Argentino in Italia" per l'editore Clichy di Firenze. FB: angela manetti

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