Osvaldo Pugliese – Venti anni senza il Maestro

PUBBLICATO IL 24 Luglio 2015

OSVALDO PUGLIESE  (di Gianni M.)

(Buenos Aires, 2 dicembre del 1905 – Buenos Aires, 25 luglio del 1995)

 

Pensando ad Osvaldo Pugliese subito compare, creata dalla memoria, la figura di un simpatico e determinato viejito, magari il nonno dei nostri ricordi, sorridente e disponibile nel raccontare aneddoti della sua vita che rubano in pochi istanti l’attenzione. Dietro agli occhiali spessi con la montatura scura, gli occhi luccicanti pieni di vita vissuta ci parlano di ciò che pensavamo fosse solo leggenda. La voce fragile ed ironica conduce e seduce con semplicità, regalando immagini introvabili altrove. Tutto diventa una favola che non ci stancheremmo mai di ascoltare e rivivere con lui, proprio come la sua musica”.  Questo il ritratto fatto da chi ha avuto la fortuna di incontrare il Maestro Pugliese, una figura alla quale vengono riconosciute immense qualità artistiche attraverso le quali ha saputo coniugare sentimento popolare e alta creatività d’avanguardia, ma anche un alto profilo morale  per l’impegno umano e politico pagato più volte col carcere, caratteristiche, queste, che ne fanno il direttore d’orchestra più onorato a Buenos Aires.
 

    Pugliese in piazza

Osvaldo Pedro Pugliese nasce a Buenos Aires il 2 Dicembre del 1905. Il padre Adolfo, operaio e flautista, gli impartisce le prime lezioni di musica. A nove anni Osvaldo suona il violino ad orecchio e studia piano al conservatorio. A 15 comincia a guadagnarsi da vivere come pianista suonando l’accompagnamento musicale per film muti. Inizia la sua carriera di pianista debuttando al “Café de la Chancha” (“caffè del maiale”, cosiddetto dai clienti alludendo alla mancanza di igiene del proprietario). Successivamente  si unisce al sestetto di Paquita Bernardo (prima bandoneonista donna). Compie poi un lungo apprendistato in altre orchestre: è nel quartetto di Enrique Pollet, nell’orchestra di Roberto Firpo e, successivamente, in quella di Pedro Mafia. Nel ’24 compone “Recuerdo” unanimemente ritenuta una delle più importanti opere della storia del tango (“Il tango che avrei voluto comporre” lo definiva Aníbal Troilo). Nel ’29 insieme al violinista  Elviro Vardaro forma il gruppo “Vardaro-Pugliese” che debutta al Café Nacional. Con loro collaborano il poeta Eduardo Moreno, autore delle parole di Recuerdo, e Malena de Toledo come cantante femminile. In seguito Pugliese, in collaborazione con un altro violinista, Alfredo Gobbi, forma un nuovo gruppo chiamando, al bandoneon, un giovanissimo Aníbal Troilo. Nel 1934 collabora con Pedro Laurenz e compone alcuni tanghi, tra cui “La Beba“. Nel 1936 partecipa al gruppo di Miguel Caló e Julio De Caro. Nel ‘39, a 33 anni, forma finalmente un’orchestra propria: l’11 agosto del ‘39 l’orchestra Pugliese debutta al Café Nacional col cantante Amadeo Mandarino e, ben presto, alla radio più importante del momento, Radio El Mundo. Grazie alla radiodiffusione in poco tempo Pugliese diventa il beniamino dei sobborghi cittadini. La classe operaia va in paradiso coi suoi ritmi e con le sue storie drammatiche affidate alla voce di  Alberto Moràn  (oltre a Moràn  hanno accompagnato il Maestro tra gli altri,  Roberto Chanel, Jorge Vidal, Jorge Maciel,  Miguel Montero, Abel Coroba, Alfredo Belusi). Il suo successo è un misto di ammirazione musicale e politica. Pugliese era un idealista comunista: egli si considerava un “martillero”, un operaio della musica popolare.

 Pugliese 4

Nel decennio del 40 Pugliese incide alcuni temi strumentali propri di particolare rilievo. E’ il caso de “La Yumba“, trasformatasi ben presto in una specie di inno della sua orchestra (il titolo non corrisponde ad alcun vocabolo, bensì è una “traslitterazione” dell’andamento ritmico del pezzo: Yum .. ba), di “Negracha” e di “Malandraca“. In questo famoso “trittico” di tanghi è sintetizzato l’embrione di quello che sarà il suo modo di intendere la musica, uno stile innovativo che anticiperà l’avanguardia del tango di  Horacio Salgán e Astor Piazzolla. Altre importanti composizioni del Maestro sono  “El encopao” “La Beba”, “Una vez” (testo di Catullo Castillo), “Corazoneando”, “Barro” (testo di Horacio Sanguinetti) e “Recien con testo del poeta Homero Manzi. Oltre che nelle sue composizioni, l’arte di Pugliese la si evince da una serie infinita di arrangiamenti, con i quali ha reso ineguagliabili interpretazioni di pezzi quali: “A Evaristo Carriego”, “Mala junta”, “Desde el alma”, “Gallo ciego”, “Zum”, “Los Mareados”, “La Mariposa”.

 Pugliese 3

In un percorso musicale durato oltre 70 anni, la sua arte ha saputo ispirare numerose orchestre (tra cui il Sexteto Mayor, l’Orquesta Color Tango) e conquistare i cuori di quattro generazioni in numerosi concerti in patria e a Montevideo, ma anche in due importanti tour mondiali: Il primo nel ’60 in Unione Sovietica e Cina, il secondo nel ’65 in Giappone (in quell’occasione compose il tango “Tokio Luminoso”). Per anni i fans di Pugliese, alla fine dei suoi concerti, lo hanno salutato al grido di “Al Colòn! Al Colòn!”. Il Teatro Colòn è il più famoso teatro argentino, tempio culturale riservato esclusivamente alla musica classica. Nel 1985 Pugliese ottiene la consacrazione ufficiale,  suona al prestigioso Colòn in un concerto rimasto memorabile. Osvaldo Pugliese è morto a Buenos Aires il 25 Luglio del 1995: al suo funerale echeggiavano le note de “La Yumba”.

 Pugliese 2
 
 

Pugliese e la “Máquina tanguera”

Stiamo navigando nel vasto oceano del tango. La cosa importante è conoscere le correnti che ci conducono al porto del cuore della gente…. Il tango deve essere sempre interpretato nei termini delle emozioni umane. Ha una voce umana. Per quel motivo dobbiamo produrre un suono che esprima esattamente quelle emozioni. È necessario lottare costantemente per l’auto rinnovamento fino a trasformarsi in uno strumento che stia in armonia con le voci del paese. Non possiamo fare le stesse cose che facevamo  dieci anni fa. Dobbiamo trovare sempre qualcosa di nuovo; dobbiamo pensare sempre al domani.
 
 Pugliese 1

Con queste parole Osvaldo Pugliese si rivolgeva alla sua orchestra, parole che sottintendono la professionalità  che il Maestro metteva nel suo lavoro, sempre pronto alla ricerca della perfezione artistica, parole intrise di quella profonda predisposizione all’innovazione  che è stata una delle ragioni del suo enorme successo. Pugliese era molto legato alla sua orchestra che gestiva come una cooperativa, dividendo equamente i proventi delle esecuzioni, e che lui amava definire  “Máquina tanguera”, una macchina della quale ogni componente, lui compreso, era un piccolo ma essenziale ingranaggio “un tornillo (vite)” diceva lui, e che aveva l’obiettivo di sprigionare l’immensa energia della sua musica immortale.
  Pugliese al Colon

Lo stesso Pugliese, nella notte del Colòn, oltre che la sua cara “ viejita” che, disse in quell’occasione, “è stata la prima a pronunciare il motto “Al Colòn!””, volle omaggiare  tutti i “compañerosche fin dal 1939 lo avevano assistito nelle sue esecuzioni, compagni ai quali ha, tra l’altro, dedicato il tango “A los amigos”,  di Armando Pontier.
 

Pugliese 5 
 

Ma altrettanta riconoscenza hanno avuto verso Pugliese i suoi musicisti: si racconta che quando il Maestro era costretto a subire il carcere a causa delle sue idee politiche, la sera del concerto, mentre l’orchestra suonava, il pianoforte rimaneva vuoto e silenzioso  con un garofano rosso adagiato sulla tastiera. Più tardi il bandoneonista Carel Kraayenhof, uno dei suoi migliori discepoli, dedicherà a lui il tango “Clavel rojo” (Garofano rosso).

 

 

 

HA SCRITTO PER NOI #
Gianni Marasco

Tanguero dal 2009, appassionato di musica da sempre, fin da subito ho cercato di approfondire la conoscenza del tango ballato e non. Mi sono così trovato ad affiancare lo studio della salida basica a quello delle grandi orchestre, dei poeti e musicisti che ne hanno fatto la storia. E’ così nata la serie “Los Astros del Tango” che nel corso di questi anni abbiamo rappresentato alla milonga "Ai due Ponti” di Siena non a scopo didattico ma con il solo obiettivo di far osservare il tango da un altro punto di vista. (F.B. Gianni Marasco) Frase preferita:"Stiamo navigando nel vasto oceano del tango. La cosa importante è conoscere le correnti che ci conducono al porto del cuore della gente”. (Osvaldo Pugliese)

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