Pellegrinaggio a Buenos Aires/18 – Milonghe storiche

Reportage da Buenos Aires per gli amanti del tango

PUBBLICATO IL 14 Aprile 2017

Dopo sette anni di ossessione da tango mi sento pronto per il mio primo pellegrinaggio a Buenos Aires. A convincermi non solo la cabala ma anche la fortunata coincidenza di essere ormai in pensione e quindi non si tratta della solita toccata e fuga di due – o al massimo quattro – settimane: mi fermerò nella culla del 2×4 per tre mesi. “Pellegrinaggio a Buenos Aires” è il racconto di questa avventura, tra dettagli pratici, curiosità e note di costume, senza la presunzione di esporre verità assolute ma con l’unico obiettivo di condividere le mie esperienze e le mie impressioni personali, che vi invito, se volete, a commentare.

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Villa Crespo

Dopo il Cile la nostra vita a Buenos Aires è ripresa all’insegna della routine: lezioni con Maria Plazaola e con Roberto Canelo, milonghe collaudate. C’erano però alcune sale in cui ancora non eravamo stati e che eravamo curiosi di vedere. Il Sunderland, in primo luogo, ma non ce n’è stato il tempo: poco dopo aver riaperto ha di nuovo subito richiuso i battenti. Il Club Malcom è facile che ci rimanga ignoto perché tutti ne parlano come del ritrovo preferito dai giovani, quindi perché perdere tempo cercando di mescolarsi con i nipotini?

Rimane il Sin Rumbo, locale storico, aperto nel lontano 1919 e ricchissimo di storia. Ecco il link per chi ne volesse avere un breve riassunto:www.tangoin.it/news/da-buenos-aires/julio-duplaa-e-lo-stile-villa-urquiza.html

Si trova in José Pascual Tamborini 6157, a Villa Pueyrredòn, aperto dalle 22 alle 4. L’ingresso è a 90 Ars (5,53 euro) e l’acqua a 30 (1,84 euro). Ci siamo andati un venerdì, l’unica sera della settimana dedicata al tango, nelle altre è un semplice bar per la palestra per le arti marziali che, se ho ben capito, si trova al piano superiore. La sala è bella ampia, rettangolare, con pavimento a piastrelle quadrate bianche e nere. Ci si siede in modo del tutto casuale, una sola fila di tavolini sui lati lunghi, alcuni tavoli da sei, otto persone su quelli corti. Arriviamo che c’è la lezione in corso – tre coppie di allievi in tutto – e abbiamo fatto fatica a distinguere chi delle quattro donne presenti fosse la maestra. Individuare il maestro è stato più facile perché, quando siamo entrati, stava spiegando qualcosa, altrimenti anche nel suo caso sarebbe stata una bella sfida. Finita la lezione sono cominciati ad arrivare i normali avventori (solo noi due i turisti). È  davvero un altro mondo: intere famiglie anche con bimbo nel passeggino, grandi baci e abbracci tra tutti i presenti che evidentemente si conoscono bene, tutti seduti a mangiare, bere, chiacchierare, attraversando la pista in ogni direzione e in qualunque momento, un vociare assordante, musica a volume decisamente insufficiente, impianto stereo che è saltato più volte con pause anche di 20 minuti. Ho pensato che in realtà Carlos Gavito abbia sentito la necessità di scrivere il suo famoso manuale proprio dopo una serata come questa al Sin Rumbo. In ogni caso si è iniziato a ballicchiare dopo la mezza. Alla fine ci saranno state una sessantina di persone, metà dei tavolini sono rimasti vuoti. Corre voce – che non ho avuto modo di verificare – che una decina di anni fa si sia tenuta proprio al Sin Rumbo (che in cent’anni di vita deve averne viste di tutti i colori) una riunione dei grandi maestri di tango presenti in quel momento a Buenos Aires per decidere se, dopo un otto indietro, sia meglio far uscire la ballerina in crusado o in parallelo. Pare che dopo una rissa durata un paio d’ore buone l’assemblea si sia sciolta senza nulla di fatto.

La sera dopo, un sabato, siamo andati al Club Fulgor de Villa Crespo, una società sportiva fondata da un gruppo prevalentemente italiano il 1 ottobre del 1933. Si trova in Loyola 828, a Villa Crespo. La serata è organizzata da Julio Bassan, dalle 22,30 alle 5. Anche qui sembrano andare forti le arti marziali, anche qui arriviamo a lezione in corso, anche qui solo sei gli allievi presenti con maestri, diciamo, un poco improvvisati. La pubblicità della milonga dice che si tratta di “Un club con historia, presente y Futuro de tango … donde caminaba Don Osvaldo Pugliese”. In effetti appeso a un muro campeggia un cartello con su scritto “Pista bailable Osvaldo Pugliese”. Ho cercato di approfondire con il maestro e i gestori, ma sono stati tutti molto vaghi, mi hanno detto che l’autore di Recuerdo amava andare lì nel tempo libero e che spesso ne approfittava per scriverci la sua musica. Sala piccolina, 120 Ars (7,37 euro) l’ingresso, stavolta l’acqua ce la siamo risparmiata. Anche stavolta zero turisti oltre a noi, sala semivuota. Non ci abbiamo fatto l’alba.

Approfitto dello spazio rimasto per ricapitolare, in ordine alfabetico, alcune informazioni di carattere generale.

Villa Crespo

Cambio e bancomat: la legge sul controllo della valuta straniera non è più in vigore dal gennaio 2016, di conseguenza è quasi scomparso il cambio nero in strada. Chi lo fa spesso non ci guadagna nulla e rischia di prendersi dei soldi falsi. I bancomat non sono distribuiti in modo capillare. Meglio memorizzare subito dove sono. Non danno più di 2.000 Ars (122,90 euro) per volta. La commissione per il prelievo è piuttosto alta, sui 6 euro, che si somma a quella prevista dalla banca italiana.

Costo della vita e negozi di prima necessità: è tutto carissimo a parte i trasporti; i negozi di alimentari buoni sono rari, quando se ne trova uno è bene memorizzarlo e annotarsi l’indirizzo.

Enogastronomia: bife stellare, qualche buon piatto di pesce, vino sufficiente,  ma più gradevole al naso che al palato, tutto il resto lascia molto a desiderare, conti salati, mancia del 10 percento praticamente obbligatoria.

Sicurezza percepita: facendo le debite attenzioni, normali in una grande città, non ci siamo mai sentiti a disagio o in pericolo.

Trasporti: i taxi sono numerosissimi, economici e si trovano ovunque. La metro (7,50 Ars la corsa singola, circa 0,50 euro) non è molto ben organizzata nel senso che non è agevole passare da una linea all’altra; le ultime corse sono intorno alle 22,30. I bus (colectivos) sono tantissimi e vanno ovunque al prezzo delle patate (da 6,00 a 6,75 Ars la corsa singola, non esistono biglietti a tempo, non esistono abbonamenti), girano tutta la notte e sono molto frequenti almeno sino alle 24. Per sapere come muoversi c’è questo sito: http://mapa.buenosaires.gov.ar/comollego/?lat=-34.620000&lng=-58.440000&zl=12&modo=transporte. Si scrive l’indirizzo di partenza e quello di arrivo e si seguono le istruzioni passo passo. Ai conducenti è proibito parlare con i passeggeri e non li incoraggiano a farlo. Guidano come pazzi, senza nessuna cura per chi è a bordo, è bene tenersi sempre saldamente ai mancorrenti, è facile vedersi chiudere le porte addosso mentre si sale o si scende. Attenzione: non è detto che la linea usata per l’andata sia sempre la più comoda anche per il ritorno.

HA SCRITTO PER NOI #
Franco Garnero

Torinese, amante dei viaggi, dello sport, della vita all'aria aperta e delle buone letture, inciampa nel mondo del tango nel febbraio del 2010. Grazie a una dedizione ossessiva e monomaniacale è da tempo, per unanime giudizio, il miglior ballerino del suo pianerottolo e l'indiscusso punto di riferimento tanguero di tutto il (piccolo) condominio dove abita.

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2 commenti

  1. Massimiliano ha detto:

    Ciao! Mi sa che la sera che sei andato al club Fulgor di Villa Crespo c’ero anch’io con la mia compagna. La sala e’ rimasta semivuota fino all’una…poi si e’ riempita (alle 3 arrivava ancora gente). Pubblico abbastanza giovane e livello di ballo medio-alto. Non sono abituati ai turisti.

    • Franco Garnero Franco Garnero ha detto:

      Ciao Massimiliamo. Scusa il ritardo ma vedo solo ora il tuo intervento. Sì, mi ricordo che c’eravate anche voi quella sera. Ti ringrazio per la precisazione. Quindi sul tardi si riempie. Meglio così.

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