Il dono di una tanda

Il tango è amore

PUBBLICATO IL 13 Novembre 2018

E se considerassimo il ballare una tanda come se fosse un dono? Donare è dare con assoluta spontaneità quasi come se regalassimo all’altro una parte di noi. In realtà non c’è atto più bello: ballando con l’altro/a in realtà manifestiamo il nostro rispetto, la nostra gratitudine e stima nei suoi confronti. Il vedere l’appagamento e la soddisfazione nel volto dell’altro/a, al momento del distacco, quando il suo volto rimanda un sorriso, da un senso di gioia infinita in chi ha donato. Non sempre chi balla con noi considera questo aspetto, non si sente “ricevente” e allora è un donare senza reciprocità, donare se stessi diventa difficile.
La differenza tra ballare una tanda e donare una tanda sta nel fatto che in quest’ultimo caso non ci si aspetta nulla in cambio dall’altro. Per questo motivo si balla anche con un principiante, per questo si dice che il tango è un ballo sociale.
Oggi nelle nostre milongas si è persa un po’ di naturalezza e di spontaneità poiché si balla per mille altri motivi, facendolo diventare un atto banale. Si dona difatti solo un briciolo di ciò che si possiede dentro l’anima. In realtà ballare una tanda dovrebbe essere un atto che viene dal cuore ma purtroppo oggi non è sempre così. Si balla per far vedere quanto si è bravi, si balla per cercare di conquistare il cuore o il letto di qualcuno.
Abbiamo meno voglia di ballare per il gusto di farlo e spesso dobbiamo sempre avere uno scopo da raggiungere. Allora ci sono tande che si fanno concentrandosi su se stessi per cercare di memorizzare postura, asse, equilibrio, posizione dei piedi, ecc, (sono quelli che hanno espressioni indifferenti, sguardo assente), ci sono tande che si fanno perché ci teniamo a far vedere quanto siamo bravi (sono quelli che si guardano intorno mentre ballano per vedere se qualcuno li sta osservando), ci sono tande fatte per cortesia quando non possiamo o sappiamo dire di no (sono quelli che hanno una espressione annoiata, talvolta schifata, con gli occhi rivolti verso il cielo, per dire, ma quando finisce?)  e nessuno di loro sta in realtà ballando con il partner di turno. Ballare una tanda donandola all’altro è un atto di pura generosità e i destinatari dovrebbero sempre gradirle, evitando di avere la puzza sotto il naso, poiché stanno ballando con una persona che sta donando una parte di se stessa. Tutti abbiamo qualcosa da imparare poiché nel tango nessuno è mai veramente “arrivato” ma tutti siamo in grado di donare emozioni, di trasmettere e di comunicare qualcosa. Se siamo concentrati solo a parlare (intendo marcare o seguire) senza ascoltare l’altro non aumenteremo il nostro livello di ballo e continueremo pertanto a fare sempre le stesse cose. Le scuole di tango ti possono anche rilasciare un diploma, ma ciò che farà di te un vero ballerino/a sarà l’esperienza, il provare nella realtà della milonga chi sei e come sei. Professionisti lo si diventa quando si acquisisce esperienza non il giorno della laurea.
Non esiste emozione più bella nel vedere il sorriso dell’altro quando a fine tanda ti abbraccia. Allora donare nel tango non è un’utopia, esiste e si perpetua anche a propria insaputa poiché talvolta balli senza immaginare cosa in realtà stai facendo per l’altro. Non sai cosa significhi per l’altro, per quale motivo è li, cosa ha lasciato a casa, cosa sta cercando di dimenticare. Certo, per donare serve coraggio, specie per donare ciò che non si può comprare, ciò che richiede coinvolgimento, tempo, energia, sentimento ma è ciò che davvero ci rende ricchi dentro. Se il dono viene ricambiato e l’altro/a balla veramente con noi, allora diventa emblema di reciprocità, di alleanza di amicizia, di tributo amorevole. E’ in quel momento che l’altro/a, si apre a noi e ci fa capire, chi è e cosa siamo insieme.
Il tango metaforicamente è una relazione d’amore, cresciamo con tanti tangueri, partecipi di diverse relazioni, naturalmente portati a ballare con gli altri, dai quali ci attendiamo miradas, cabecei e ai quali facciamo altrettante miradas e cabecei. Attraverso gli altri tangueros conosciamo maggiormente noi stessi e al tempo stesso ci miglioriamo. Tante sono le forme di relazioni che intratteniamo con chi come noi, è nel mondo del tango: ci sono tande amiche, tande d’amore, tande di pratica, tande di competizioni, tande conflittuali. Sono queste tande che permeano la nostra vita nella milonga, sono le strutture portanti che ci permettono il riconoscimento reciproco e fiduciario, di conoscerci, di definirci, di sviluppare connessione, amore per l’altro e per noi stessi, aprendoci e scambiandoci sensazioni, conforto, solidarietà. Dentro tande positive ci è spontaneo donare attribuendo ad esse, il valore di legami senza una logica di scambio dare-avere, piuttosto legate al desiderio dell’altro/a di fare altrettanto. Tu preferisci donare o ricevere? Che tipo di tanguero/a sei?
Se tutti vedessimo le tandas come un dono, sicuramente le sedie in milonga, sarebbero tutte vuote. Il tango è amore sapevatelo!!!

HA SCRITTO PER NOI #
Maria Caruso

Marilù (Maria Caruso) Marina de Caro ha visto il primocielo a San Felipe (Venezuela), ha fatto il primo ocho atras a Pisa. E’ in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga

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