Tango e didattica

PUBBLICATO IL 28 Dicembre 2014

 Stavo coltivando l’idea di iniziare ad aggiornare il mio libro CostruireDecostruire.Tango senza confini, pubblicato quando il tango attraversava un periodo di grande rinnovamento. Ora però i recenti scritti divulgati in rete su argomenti che coinvolgono l’insegnamento del tango, mi  hanno  sollecitato la scrittura in tale direzione.

Quando ho qualcuno di fronte a me, che desidera avvicinarsi a tale danza o perfezionare qualche azione, mi assale immediatamente il senso di forte responsabilità nei confronti del suo benessere, delle sue articolazioni, del suo stato d’animo. Generalmente la prima attenzione è rivolta verso la necessità di rilassare i muscoli e di sostenerli, invitando a sviluppare movimenti naturali e consapevoli. Ne parlerò nei prossimi scritti…Anche per questo, in molte sedi si discute di salvaguardare la professionalità di chi si è impegnato nella didattica.

severini.tango argentino 1913 (497 x 600)

Purtroppo l’insegnamento, tra arte, sport, trasmissione diretta del tango come da antica tradizione, non si norma univocamente  e se anche si riuscisse  a normarlo, si troverebbe presto il modo per eludere la norma stessa. Si auspica pertanto  che l’eccesso dei fenomeni palesi a chi conosce i luoghi  del tango rientri in qualche modo…  Troppe concause. Il prestigio? La lotta alla sopravvivenza? Il circolo virtuoso/vizioso Milonga/recupero allievi/socializzazione/Milonga fanno il loro gioco.

Nel 2001 fondai  Tangoybusqueda,  gruppo di lavoro teso ad attività culturali. Per me il tango è anche ricerca e arte. Infatti nel 2008 esso confluì nell’Associazione OttoArti, dove l’evento annuale TangoFiume è l’attuale ‘file rouge’. Sostanzialmente la denominazione OttoArti fu ideata sulla scia del ‘Manifeste des sept arts’ del 1923,  nella convinzione che l’ottava arte sarebbe stata quella di far interagire le altre sette. Nell’inconscio c’era il senso dell’otto, simmetrico, sinuoso, caratterizzante il tango.

Da allora sono cresciuta circondata da pochissimi allievi che si sono succeduti negli anni e che  ringrazio di cuore.  La maggioranza di essi, di grande qualità,  ha intrapreso anche altre esperienze parallelamente e non. Sono lieta quando qualcuno ritorna.

Sono cresciuta  nelle esperienze senza propaganda o quasi; e quasi senza passa parola. Deontologia autentica, forse recentemente normata in modo diverso, vorrebbe che un professionista non propagandi se stesso. Ora i sistemi di comunicazione hanno di fatto stravolto ogni regola.

Al di là di ciò, che potrebbe essere anche fatto marginale, resta il problema della disinvoltura con cui si insegna e i danni imperdonabili che si possono fare sul fisico altrui ( pazienza sul proprio…).

Il problema è che l’allievo medio impiega circa un anno per valutare l’insegnante e se non lo persuade egli deve essere molto motivato ad abbandonare gli amici di corso per seguire  opportunità diverse.

Altro fatto che rispecchia la celerità con cui siamo abituati a convivere è che occorre recuperare il concetto di ‘slow’ anche nell’apprendimento del tango e di ogni azione di esso. Quando mi chiedono quante lezioni occorrono per ballare, già  iniziano con  atteggiamento poco promettente. Certo è che con tre passi si balla il tango, ma il come, la sensibilità verso il partner e altri presenti in sala, la musicalità, le infinite combinazioni, ecc. rendono il percorso quasi senza fine. A che punto del percorso si desidera collocarsi? I ‘grandi’ provano molte ore al giorno per mascherare i propri difetti…

Di fatto in Milonga non è raro veder dame ballar peggio dei cavalieri. Ad esse vorrei dire di migliorare la tecnica per gestire meglio quanto l’uomo propone…

Una sera portai un amico allo storico Caffè Procope, considerato a Torino il tempio del tango. Egli mi chiese se era uno spettacolo. Risposi: no! Stanno ballando!

Ora si è persa l’armonia di gruppo in sala, generata dal muovere tutti a tempo e all’unisono con il partner. Sarebbe sufficiente soffermarsi su questo con gli allievi, con pazienza e fermezza. Tutto si ridimensionerebbe da sé!

Buon lavoro dunque, affinché il 2015 porti maggior consapevolezza.

Associazione OttoArti. Torino. Scritto da Laura in un giorno di pioggia.

Dicembre 2014

Il quadro è un Severini 1913 dal titolo Tango Argentino

HA SCRITTO PER NOI #
Laura Sasso

Di formazione eclettica, inizia a studiare danza in giovane età. Si avvicina al tango nel 1994. Pubblica il libro CostruireDecostruire. Tango senza confini e altri scritti su riviste. Docente ANMB dal 1998 e ISDAS. Presidente dell'Associazione OttoArti. Per otto anni consecutivi è regista dell'evento TangoFiume, spettacolo di danza teatro musica poesia, in contesti fluviali. www.tangoybusqueda.it

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